È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
STORIE DI VITE SPEZZATE
14 Dic 2014 07:17
Giuseppe Impastato era un giornalista radiofonico impegnato attivamente, sin dalla fine degli anni ’60, nella lotta contro la mafia e la corruzione della classe dirigente.
Insieme ad un gruppo di amici fondò Radio Aut e portò avanti le sue idee, andando contro la famiglia, inserita nell’ambiente mafioso. Fin da ragazzino ha sostenuto i suoi principi, prendendo parte a numerose lotte studentesche e scontrandosi con il padre che, invece, cercava di inserirlo nella realtà mafiosa. Continuò la sua lotta fino a quando il 9 maggio 1978 venne assassinato. Solo ventitré anni dopo i mandanti dell’omicidio,Vito Palazzolo e Gaetano Badalamenti, vennero condannati rispettivamente a trent’anni di reclusione e all’ergastolo.
Peppino Impastato è un simbolo della lotta alla mafia e rappresenta la volontà dei siciliani di cambiare la propria natura e la propria storia, come fece lui partendo proprio dalla sua famiglia. Alcuni periodi della sua vita furono difficili e gli procurarono dei momenti di sconforto che riuscì a superare grazie al sostegno della madre e al supporto del fratello e degli amici. Il suo operato serve da monito soprattutto per i giovani che, spesso non inseguono fino in fondo i propri ideali e che, invece, potrebbero trasformare positivamente la realtà in cui vivono.
Un altro personaggio dedito alla lotta contra la mafia è quello di Rita Atria, un’adolescente siciliana che, come Peppino, andò contro la sua famiglia per collaborare con il giudice Paolo Borsellino alla questura di Marsala e che svelò alcuni particolari interessanti sulle famiglie mafiose della provincia di Trapani.
Rita era una ragazzina molto fragile, così fragile al punto da suicidarsi dopo la strage di Via D’Amelio, che vede assassinato Borsellino, da lei considerato un pilastro ed unica figura protettiva.
Due personaggi diversi quelli di Rita e Peppino, con personalità differenti, ma accomunate da una sola volontà: migliorare la società in cui vivevano.
Due personaggi con un passato alle spalle molto differente: Peppino viene supportato nella sua lotta dalle persone che amava a differenza di Rita che venne abbandonata anche dalla madre, che la ripudiò dopo la morte.
Nonostante la fragilità della giovane Rita, bisogna sottolineare la sua forza di volontà e la sua capacità di scegliere tra il bene ed il male, a discapito delle conseguenze. Anche Rita è un esempio da seguire per gli adolescenti interessati soltanto ai coetanei o alle mode ed incapaci di schierarsi rispetto alle problematiche poste dalla società.
Le scelte di questi due siciliani dimostrano come la mafia sia un fenomeno fortemente radicato e difficile da combattere, anche se non impossibile.
Sono due vittime, ma, anche, due esempi che, con la loro vita, gridano a tutti, ancora oggi, che la mafia si deve e si può estirpare.
Sarah Ingrassia Istituto Tecnico Statale “Garibaldi” Marsala Classe IV C SIA
Docente referente: Maria Rita Bellafiore
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