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“PATTO EDUCATIVO PER LA CITTÀ DI PALERMO”
05 Gen 2015 17:33
Si è svolta stamani nell’atrio di Palazzo delle Aquile la cerimonia
della firma del “Patto educativo per la città di Palermo”, che
coinvolge, oltre all’Amministrazione comunale di Palermo, ben 90
realtà sociali, tra cui l’Università degli Studi, l’Ufficio
scolastico regionale, l’Appi e il CeSVoP.
Con questo atto prende ufficialmente il via un percorso che sfocerà
nell’elaborazione di un progetto sulla città a partire dai diritti dei
bambini e dei ragazzi. In pratica, si tratta del Festival iniziato lo
scorso novembre che arriverà al culmine nel prossimo febbraio. Esso si
articola in 3 fasi (sapere, saper fare e saper essere) contrassegnate
da incontri, seminari di approfondimento e confronti in tantissime
realtà sociali, istituzionali, scolastiche e professionali della
città. Il momento culminante si celebrerà dal 23 al 28 febbraio 2015
ai Cantieri Culturali della Zisa.
“Palermo – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – da oggi è città
educativa e vuole da un parte vuole riconoscere che finalmente la
scuola comincia ad essere scuola e sistema e non solo un fortino di
problemi interni ed esterni che vivono in solitudine, ma anche al
tempo stesso chiamare a raccolta tutte le Istituzioni a porsi il
problema dell’educazione che non può essere delegato solo alla scuola,
come non possono essere delegati solo all’amministrazione comunale i
problemi della città. Insieme è possibile superare la crisi perché
abbiamo il dovere dell’ottimismo e il dovere di non restare isolati.
Fondamentalmente – conclude il sindaco Orlando – dobbiamo partire
dalla convinzione che le bambini e i bambini non sono cittadini di
domani ma cittadini di oggi e per questo manderò questo Patto a tutti
i 390 sindaci siciliani”.
Al progetto, hanno aderito anche la Prefettura, il Tribunale dei
Minorenni, la Questura e le forze di polizia, la Caritas diocesana, il
Forum del Terzo settore, gli istituti penali, ordini professionali,
centri formativi e istituzioni culturali, enti regionali, istituti
scolastici, associazioni imprenditoriali, organizzazioni di
volontariato, imprese sociali, istituzioni e realtà territoriali,
organizzazioni no-profit, ecc. Una rete destinata ad ampliarsi sempre
di più e che vede il coordinamento di Assessorato comunale alla Scuola
e Assessorato comunale per la Cittadinanza sociale con la segreteria
tecnica del CeSVoP.
“Il processo di attenzione all’infanzia e all’adolescenza avviato
dall’Amministrazione comunale – ha commentato l’assessore alla Scuola,
Barbara Evola – ha avuto un grande passo in avanti con la nomina del
Garante per l’infanzia e l’adolescenza, primo in Sicilia, e fra i
primi in Italia. Con questo evento siamo ad un altro importantissimo
passo: un’iniziativa che coinvolge tutta la città nella sua
complessità, per condividere obiettivi e percorsi che possano
ricostruire il tessuto lacero della nostra comunità e ripensare
Palermo come città educativa a tutti i livelli”.
Mentre Agnese Ciulla, assessora per la cittadinanza sociale, evidenzia
gli aspetti più amministrativo-politici: “Questa manifestazione pone e
al centro della programmazione politica i diritti di bambine e
bambini, quindi il futuro della nostra comunità. In un momento di
grandi emergenze sociali è importante programmare anche attraverso
l’ascolto e la partecipazione di istituzioni pubbliche e private. La
sfida importante consisterà nell’armonizzazione e integrazione della
pianificazione nell’interesse esclusivo di cittadini e cittadine
grandi e piccoli”.
“Obiettivo del Festival, del Patto e del 2015 anno di Palermo Città
Educativa è definire insieme un comune progetto di città a partire dai
diritti dei più piccoli – ha spiegato Pasquale D’Andrea, garante
comunale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, presente
insieme al Rettore Roberto La Galla – ed il mio ruolo è quello di
facilitare il dialogo fra istituzioni e cittadini, il mio ruolo è
quello di ascoltare i ragazzi e renderli soggetti, di pensare a un
progetto per la città che metta al centro la questione
dell’educazione. E credo che il fatto stesso che le istituzioni tutte,
il terzo settore, la società civile si mettano insieme per fare un
laboratorio sia un fatto significativo per la città. Non abbiamo
identificato azioni – aggiunge il garante – vogliamo trovare insieme
le cose da fare e la cosa interessante è che questo laboratorio non
prevede che si identifichino le cose da fare e si demandi poi al
Comune per farle. Ogni cittadino dall’indomani si deve mettere in
movimento”.
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