È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
“EREDITÀ” E “TEMPESTA” LA SAGA DI UNA FAMIGLIA DEL SUD TIROLO DAL 1915 AL 1945
02 Gen 2015 18:53
Lilli Gruber, giornalista televisiva affermata , da alcuni anni pubblica con una certa regolarità libri particolarmente interessanti per conoscere la geopolitica e la storia del XX secolo da “Quel giorno a Berlino ..”. del 1990 a” Chador” del 2006 ad “ America anno zero” del 2007 a “Streghe. La riscossa delle donne d’Italia” del 2008 . .
Nel 2012 è uscito “Eredità. Una storia della mia famiglia tra l’Impero e il fascismo” e nell’autunno del 2014 il seguito “Tempesta”
Si tratta in effetti di un’unica opera che ribalta l’impostazione della Storia dell’Italia del XX secolo a noi nota attraverso i testi scolastici e non solo.
Il lettore, attraverso i ricordi di famiglia e le interviste curate dall’Autrice, viene trasportato in un mondo, quello del Sud Tirolo, che conosciamo poco e male, e verso il quale siamo prevenuti, in una memoria storica che guarda con nostalgia a quello che ci hanno indicato come il nostro menico di sempre , l’Impero austro-ungarico (dimenticando che dal 1882 al 1915 era nostro alleato!) e a ridimensionare quell’irredentismo italiano in nome del quale si combattè la guerra del 1915-18.
Una guerra che si sarebbe potuta e dovuta evitare e che, invece , fu pretestuosamente cercata e voluta dagli Imperi Austriaco, Germanico , Ottomano, per i quali fu un vero e proprio suicidio. Cercata e voluta anche dalla Russia zarista che scomparve sotto i colpi della rivoluzione del 1917, da Francia e Inghilterra, che, anche se annoverate tra le potenze vincitrici, pagarono molto cara, soprattutto nei primi tre anni, la loro partecipazione e furono salvate dall’entrata in guerra degli Stati Uniti.
Da tutti i contendenti furono commessi molto errori le cui conseguenze furono l’affermarsi delle dittature fascista e nazista in Europa e lo scoppio della seconda guerra mondiale ad appena vent’anni dalla fine della prima!
L’Italia avrebbe potuto evitare di entrare in guerra nel 1915, perché l’Austria, come diceva Giolitti, era disposta a cedere “Parecchio” , ma, a questo errore, che costò un contributo enorme di giovani vite umane e di mutilati e invalidi, si aggiunse quello di occupare territori che non avevano nulla che potesse giustificare il pretesto della liberazione di popolazioni di lingua e cultura italiane da una dominazione straniera.
Tra questi il Sud Tirolo i cui abitanti, di cultura e lingua tedesca, avevano combattuto nell’esercito austriaco, non nutrivano alcuna simpatia per l’Italia, per la cultura italiana, per il suo re, che aveva tradito, poco prima di scendere in guerra, l’alleanza con l’Austria e la Germania.
A questo popolo fu imposto, soprattutto durante il fascismo, di dimenticare la propria lingua, le proprie tradizioni, la propria identità. Una forma di genocidio culturale.
In questo contesto si colloca la storia della famiglia della bisnonna materna di Lilli Gruber al diario della quale l’Autrice si ispira per scrivere il suo “Eredità”.
Storia dell’Heimat cioè del territorio della famiglia, degli affetti, della lingua d’origine (un po’ come l’home inglese), storia delle persone che prima soffrono a causa della guerra e poi per l’espropriazione della propria identità.
In particolare una prozia della Gruber , Hella Rizzolli, è tra coloro che pagano il prezzo più caro.
Giovanissima rifiuta l’italianizzazione forzata, entra in un’ organizzazione clandestina che si propone l’obiettivo di insegnare a leggere e scrivere in tedesco ai bambini .
Denunciata viene condannata al confino a Castelluccio Inferiore in Basilicata.
L’ascesa al potere di Hitler suscita in lei la speranza di un riscatto del Sud Tirolo e provoca la sua adesione al Nazismo, nonostante il dissenso con la madre che, profondamente religiosa, considera Hitler l’Anticristo.
Il patto d’acciaio tra Hitler e Mussolini, lungi dal risolvere il problema del Sud Tirolo, minaccia di trasformare i suoi abitanti in un popolo di deportati.
I due dittatori si accordano per una soluzione salomonica: chi vuole restare in territorio italiano deve accettare la lingua, la cultura, le leggi italiane, chi vuole fare parte del terzo Reich deve rinunciare alla sua casa, alla sua terra e avrà in cambio casa e terra di pari valore nella grande Germania. Questo dice la propaganda nazista.
Hella è tra coloro che considerano giusta questa soluzione ed entra nell’organizzazione che ha lo scopo di promuovere il trasferimento di massa dei Sud Tirolesi.
Ma anche quelli che optano per questa soluzione stentano a decidersi per l’abbandono dell’Heimat, prima fra tutte la famiglia Rizzolli.
Il trasferimento in terra germanica si rivela un inganno. Chi è partito si ritrova in paesi occupati dalla Germania sin dall’inizio della guerra e in terre i cui legittimi proprietari sono stati o internati nei campi di concentramento o sterminati.
“Tempesta” è la storia degli anni della seconda guerra mondiale che trascina e abbatte chi continua a credere nelle promesse del Nazismo come Hella , come l’uomo che ama, scomparso sul fronte russo,come l’87 per cento degli abitanti del Sud Tirolo che con il referendum del 1941 optarono per combattere la guerra di Hitler.
Qualcuno potrebbe chiedersi “Ma perché parliamo ancora di eventi che risalgono al secolo scorso,a 80 anni fa !” E’ la stessa Gruber a rispondere:
”Questo libro è un attacco all’intolleranza. Un appello a trovare il coraggio di ammettere che in ogni tragedia collettiva esiste una responsabilità individuale…., Ho trovato molto su cui riflettere: innanzitutto sul rischio mortale del rifiuto della diversità e dell’ossessione della purezza razziale. La Storia si ripete e oggi occorrono coraggio e determinazione per affrontare le nuove forme di odio e di violenza. Questo libro, più intensamente mio di qualsiasi altra cosa io abbia mai scritto, è un’esplorazione personale del peggiore incubo della nostra memoria collettiva.”
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