E ORA?

Gli applausi rivolti dai parlamentari al Presidente Mattarella, sia dopo il suo giuramento che durante il suo intervento, non sono state manifestazioni simboliche o di rituale cortesia nei suoi confronti, quanto, piuttosto, sincere espressioni di ulteriore consenso per la sua elezione.

Il Presidente ha tenuto a precisare che lui sarà un arbitro neutrale ma i giocatori oltre ad essere corretti devono pure comportarsi correttamente e aiutarlo nello svolgimento del suo mandato.

Ma appena pochi giorni dopo il famoso patto del Nazareno da una delle parti è stato dichiarato sciolto con l’espressa eccezione che potrà ricomporsi di volta in volta a secondo del tipo di riforma da votare.

I fatti di casa nostra, però, per i legami e i vincoli che abbiamo devono essere compatibili con le prescrizioni europee e la prima riforma che ci sollecitano di attuare è quella della modifica del titolo V della Costituzione anche se non espressamente nominata.

Questa riforma, cui abbiamo qualche volta accennato, è quanto mai complessa e articolata e coloro che si frapporranno a prescindere del partito di appartenenza non si possono contare con le dita di una mano. E’ facile annunciare, tanto per esemplificare, che dovranno essere eliminate non meno di settemila società partecipate senza individuare la modalità di recupero del personale dipendente che, a torto o a ragione, per merito o per scelte clientelari, potrà rimanere senza lavoro.

Il Presidente Renzi non può contare su una maggioranza certa, sicura e disponile di votare le proposte governative. Solo per l’elezione di Mattarella quella parte del suo partito, sia pure minoritaria, ha votato compattamente e d’altra parte il Governo non può ricorrere alla decretazione d’urgenza come se fosse una prassi ordinaria ed ecco perché ci si pone il dubbio che tutto non possa scorrere serenamente.

I parlamentari grillini continuano a neutralizzare la loro attività, quelli di Forza Italia, a quanto pare, si dichiarano disponibili ma di volta in volta e con specifico riferimento al contenuto del patto del Nazareno che poi nel suo preciso contenuto nessuno conosce perché non è mai stato reso pubblico.

Si è pure ipotizzato un allargamento della maggioranza ricomprendendovi Vendola e quello che rimane di Scelta Civica oltre che di un appoggio del gruppo misto che ricomprende i parlamentari grillini che a torto o a ragione si sono diversificati dal Movimento di appartenenza o sono stati espulsi.

Una maggioranza che si vuole ritenere tale oltre ad essere alquanto diversificata deve pure ottenere, anche se non visibilmente, il placet europeo che potrebbe del tutto escludere quella frazione di flessibilità finanziaria tanto richiesta da Renzi.

Le riforme per essere considerate tali devono poter discendere da un indirizzo parlamentare e governativo stabile e coeso che, in buona sostanza, è quello che ci chiede con fermezza l’Europa.

I partiti del centro destra, Lega e Fratelli d’Italia, non rientrano in uno schema neanche teorico e solo il partito di Alfano, non ostante qualche divisamento interno, può considerarsi parte stabile di una maggioranza che si auspica ma che ha contorni non certi e comunque temporalmente affidabili. 

Il previsto aumento del pil, sia pure all’interno dell’ 1 per cento, ne può risentire contraccolpi destinati ad incidere sul debito pubblico che se fino ad ora può contare su uno spread alquanto basso rischia di aumentare ancora.

Il ritorno alle urne oltre tutto e ammesso pure che sia una segreta ipotesi trova un ostacolo non sormontabile per la non definitiva approvazione dell’Italicum.

Il prossimo divenire politico non è, pertanto, foriero di sperate novità tranne che non prevalga in tutte le formazioni politiche un autentico senso di responsabilità per gli effetti negativi che possono ricadere su 60 milioni di cittadini e si trovino le soluzioni migliori per il benessere sociale a cui, peraltro, nei discorsi fanno tutti riferimenti senza far seguire azioni concrete.

I prossimi mesi, non anni, ci diranno se all’attuale dubbio, che non è frutto di teoria politica, i nostri governanti, nessuno escluso, alla nostra modesta riflessione dobbiamo togliere il punto interrogativo.

                                                                         Politicus

 

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