DOMENICA CON IL CAI PER UN’ESCURSIONE SULLA VIA DEI “PICIALUORI”

 Domenica 1 febbraio il CAI ,sezione di Ragusa, organizza un’escursione “Da Pizzillo a Castelluccio . La strada dei “picialuori”e le miniere di Castelluccio” .

 Dirigeranno l’escursione Carlo Bruno e  Giancarlo Parrino

Il raduno dei partecipanti è fissato alle ore 8,15 nel  piazzale antistante stadio comunale Selvaggio a Ragusa. Da qui si raggiungerà con auto propria contrada Pizzillo. L’escursione prevede  prima una carrareccia poi alcuni sentieri e una mulattiera (detta Gisolfa) con brevi tratti ripidi, dai cui si può godere un bellissimo panorama su tutta la costa Iblea. Raggiunta contrada Buglia si percorrerà  l’antica via della pece usata dai carrettieri detti “picialuori” per trasportare la roccia asfaltica dalle miniere di Castelluccio in un primo periodo verso Mazzarelli (oggi Marina di Ragusa), in seguito alla stazione di Ragusa dove veniva caricata sui vagoni del trenino di “Ciccio Pecora” con destinazione il porto di Siracusa. Il paesaggio è quello classico della campagna Ragusana, tra carrubi secolari e muri a secco. Durante il percorso è prevista una  sosta in un allevamento di muli, poi nella miniera a cielo aperto di Castelluccio. Si guaderà senza troppe difficoltà l’Irminio nei pressi di un ponte incredibilmente abbandonato senza mai essere collegato a nessuna strada. Nelle immediate vicinanze  una sosta per il pranzo.  Nel pomeriggio si percorrerà  un bel sentiero costeggiando il fiume Irminio sino ad arrivare alle macchine.

Alcuni  cenni storici  sulle Miniere di Castelluccio :

Le miniere d’asfalto iblee erano conosciute anche anticamente. Negli anni intorno al 1860 arrivarono grandi compagnie straniere per lo sfruttamento industriale della roccia asfaltica. In questo periodo iniziava l’uso della pavimentazione delle strade in asfalto compresso, ed il minerale estratto negli iblei per la sua ottima qualità era molto ricercato. La prima grande strada pavimentata con l’asfalto ragusano fu Rue Bergère a Parigi e successivamente alcune strade di Londra e Amsterdam. Il termine “picialuori” indicava indistintamente i minatori, i picconieri, i carrettieri e i tecnici che lavoravano nelle miniere. Il poeta ragusano Vann’Anto’ figlio egli stesso di “picialuori” mise ad apertura perenne della sua opera detta appunto “A pici” questa frase: “ O scuru vaiu, o scuru viegnu, o scuru fazzu u santu viagghiu” per indicare l’immane fatica di tanta gente che lavorava nelle miniere per portare a casa il pane

 Sono ammessi 40 partecipanti. Adesioni entro il 29 nella sede di via Umberto Giordano 65 ; info   339 4373448;  339 4373443

 

 

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