DALLA CIG AL PETROLIO, ECCO LA FOTO DELL’ECONOMIA DEL TERRITORIO

«La provincia di Ragusa, a saldo novembre 2014 consuma 183.000 ore di cig totali, in deroga, straordinaria e ordinaria, il 6% circa del totale consumato in Sicilia per Industria, servizi, edilizia e commercio. È evidente, quindi, il permanere di un fortissimo stato di crisi delle piccole e piccolissime aziende che dall’inizio dell’anno, pur con scarsità e insufficienza di risorse per la  cassa in deroga, hanno tenuto ben saldo, tuttavia, il battente occupazionale. Nel 2014, mensilmente, la cassa integrazione ha contribuito a mantenere in vita  centinaia di posti di lavoro in provincia.

L’artigianato locale che, assieme alla grande industria di eni e al manifatturiero della gomma e plastica, da circa 40 anni ha fatto da sfondo all’entrata nel benessere nel nostro territorio, non fa passi avanti, anzi, arretra in modo allarmante. Così pure l’agricoltura e l’edilizia, motrici trainanti della nostra economia fino a pochi anni fa, oggi, invece, in caduta tristemente libera.

La grande industria legata alla chimica di eni, presente a Ragusa con Versalis, ha necessità d’investimenti per consolidare produzioni e occupazione. Ricordiamo che il polietilene di Ragusa, unico stabilimento rimasto in Sicilia dopo la chiusura di Gela e Priolo, è stato ed è ancora indispensabile per lo sviluppo dell’economia italiana. Solo per fare qualche esempio, il polietilene viene utilizzato per applicazioni di automotive (cruscotti, rivestimenti), come anche per le coperture delle nostre serre, passando da prodotti medicali ad alto valore aggiunto (sacche del sangue) e di uso nautico e sportivo. La Versalis starebbe sperimentando una serie di prodotti, area medicali, che dovrebbero far ben sperare per il futuro della chimica eni a Ragusa.

Infine, il petrolio.

A Ragusa si produce il 50% circa del petrolio estratto in Sicilia. Tresauro, inoltre, è il secondo giacimento più grande esistente in terraferma dopo Viaggiano in Basilicata. Un giro d’affari, quello del petrolio ragusano da 240.000 tonnellate annue per un fatturato che sfiora i 200 milioni di euro.

Il petrolio, dopo 70 anni di estrazioni, da Gulf ad Eni, è dunque una risorsa irrinunciabile per la nostra provincia. Un tesoro, quello del nostro sottosuolo, che va decisamente sfruttato con politiche produttive di necessaria sostenibilità ambientale che non facciano a pugni col verde e le tradizionali vocazioni economiche del nostro territorio e, soprattutto, col turismo. Le buone pratiche nella coltivazione dei campi di petrolio di eni ci rassicurano, e non poco, in tal senso.

Petrolio e turismo, nel 2015, potranno convivere “civilmente” e diventare i veri propulsori dello sviluppo ragusano, quello che verrà».

 

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