UNA MURAGLIA CONTRO I MIGRANTI

I tempi che stiamo vivendo, indipendentemente dal significato religioso, deterministico o hollywoodiano che possiamo attribuire al termine, si possono certamente definire apocalittici. Che ci piaccia o no, nessuno lo può negare. Solo dieci, vent’anni fa nessuno avrebbe potuto preconizzare gli scenari che ogni sera ci prospettano i telegiornali. Sebbene qualcuno, un grande esodo, lo avesse anche previsto: “Non si erano mai viste code tanto grandi, tanto lunghe” cantava Battiato negli anni ‘80. E prima di lui – pare incredibile – ci fu perfino un Pasolini che, tra il 1950 e il 1965, scriveva:

Alì dagli Occhi Azzurri

uno dei tanti figli di figli,

scenderà da Algeri,

su navi a vela e a remi.

Saranno con lui migliaia di uomini

[…]

Sbarcheranno a Crotone o a Palmi,

a milioni, vestiti di stracci asiatici,

e di camicie americane.

 

Ma gli eventi vaticinati da queste isolate Cassandre sembravano appartenere a un futuro remoto che non avremmo mai conosciuto di persona, di cui non saremmo mai stati diretti protagonisti. Assopiti, narcotizzati nelle nostre tranquille quanto edonistiche “democrazie” sostenute, per non dire puntellate da quel mondo bipolare che ci era venuto quasi alla noia. Da qui, l’euforia malriposta nel crollo del Muro di Berlino. Un evento che cambiò il mondo incitando l’economista statunitense, Francis Fukuyama a pubblicare, nel 1992, il libro meno profetico del XX secolo – al punto da far apparire lo stesso Nostradamus, il più sagace degli analisti – intitolato: “La fine della storia e l’ultimo uomo” [1].

L’OCSE in questo momento parla di un milione di profughi che entro fine 2015 giungeranno in Europa.

Un gatto che si morde la coda: moltitudini in fuga dagli effetti collaterali delle varie “guerre del golfo” e “primavere arabe”, cui si aggregano migranti economici, stanno assediando la roccaforte europea come mai si era visto forse dai tempi della caduta dell’Impero Romano. Un’Europa peraltro, reduce di una crisi economica e valoriale provocata da questi medesimi conflitti che essa stessa ha sostenuto.

Già minata da una politica di dittatura delle banche, di stretta usuraia del fisco, di anni di rigore e recessione, di una moneta funzionale alla sola egemone Germania, che hanno provocato suicidi di massa. Quest’Europa è spaccata, dilaniata nel suo interno e sta erigendo dei muri per proteggersi da questa sorta di orde neo-barbariche.

Muri di filo spinato al confine ungherese, un paese fermo, risoluto ma stigmatizzato di xenofobia che altri stati dell’Est vogliono imitare.

I dibattiti si accavallano interminabili in scontri mediatici fra buonisti, populisti, xenofobi e xenofili.

Sta di fatto che a Bruxelles in occasione della recente riunione straordinaria dei ministri europei, finalizzata a trovare una strategia comune sull’immigrazione, il blocco dell’Est: Romania, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria hanno votato contro l’accoglienza. Mentre la Finlandia si è astenuta.

Tempi apocalittici, dicevamo e stando in tema di vaticini, non possiamo esimerci dal menzionare in primis quelli che ci appartengono: evangelici e poi biblici. Quelli che appartengono alla tanto invocata Europa cristiana. Come in Apocalisse 20:7-10, in cui si dice che Satana sarà sciolto dalla sua prigione e uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, per radunarle per la guerra; il loro numero sarà come la sabbia del mare. Esse si muoveranno su tutta la superficie della terra e circonderanno il campo dei santi e la diletta città[2]. Le orde selvagge di Gog e Magog della tradizione biblica, menzionate nei capitoli 38 e 39 del libro di Ezechiele[3].

È curioso il fatto che proprio la tradizione islamica ci fornisca l’epilogo di questa profezia riprendendola nientemeno che attraverso una delle figure più emblematiche della storia occidentale, cioè Alessandro Magno. Avvallando paradossalmente le attuali politiche di Viktor Orbán e del blocco dell’Est. Quasi ad integrare le nostre rivelazioni, offrendo una risposta molto significativa e dai risvolti escatologici.

Nel Corano, precisamente nella sura XVIII, Al-Kahf (La sura della Caverna) si parla della figura di Dhū al-Qarnayn (il Bicorne), cioè Alessandro, del quale si dice che Dio gli ha conferito il potere sulla terra[4]. Secondo il Corano, Alessandro viaggiò fino ai confini del cielo e della terra, incontrando vari popoli e infine dispose l’edificazione di una diga o di un baluardo tra due monti per proteggere gli abitanti dalle orde di Yā’jūj e Mā’jūj, i Gog e Magog di biblica memoria, rappresentanti le forze del caos.

Un tema contenuto in varie opere letterarie del mondo islamico, come nel Sedd-i İskenderî (la Muraglia di Alessandro) del poeta ciagataico Alî Shîr Navâʾî, in cui viene descritta la costruzione di una muraglia difensiva contro i Gog e Magog citati in precedenza[5].

V’è da dire che la storia ci dimostra che le muraglie hanno spesso offerto una protezione effimera: dalla Muraglia Cinese al Vallo di Adriano, lo stesso Muro di Berlino.

Tuttavia nella fattispecie, giunti a questo punto e ritornando alle citazioni letterarie, l’alternativa, sembra essere contenuta nel romanzo distopico di Michel Houellebecq, “Sottomissione”. Una narrazione in cui l’autore ipotizza un imminente futuro euroislamico.

Peraltro anche la poesia di Pasolini, fin qui profetica, si conclude in una maniera alquanto inquietante:

 

distruggeranno Roma

e sulle sue rovine 

deporranno il germe 

della Storia Antica. 

 

Un’eventualità non troppo peregrina, basta che ve ne sia la consapevolezza. 

 


[1] Francis Fukuyama, La fine della storia e l’ultimo uomo, Milano 1996.

[2] http://www.laparola.net/testom.php?riferimento=Apocalisse%2020:7-10&versioni%5B%5D=Nuova%20Diodati.

[3] https://www.biblegateway.com/passage/?search=Ezechiele+38&version=CEI.

[4] http://quran.com/18/83-98.

[5] Bombaci A., La Letteratura Turca, Milano, 1969 p. 158.

 

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