TRIVELLE ,10 REGIONI VOTANO PER FERMARLE.

Oggi i delegati dei 10 consigli regionali hanno depositato in Cassazione sei quesiti referendari contro le trivellazioni previste dagli articoli dello Sblocca Italia. A deliberare a favore del referendum anti-trivelle Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Calabria, Liguria, Campania, Molise: i due terzi delle regioni costiere. Un numero importante visto che si è superata ogni aspettativa, oltrepassando di gran lunga la condizione minima prevista dall’articolo 75 della costituzione (5 consigli regionali) per poter depositare i requisiti in Cassazione.

Il messaggio è forte e chiaro: il Paese non ha bisogno di inutili e dannose trivellazioni serve piuttosto urgentemente una diversa strategia energetica che liberi il Paese dalle fonti fossili e garantisca la qualità del territorio ed il benessere della popolazione, non gli interessi dei petrolieri. È ora di ascoltare la voce e le richieste delle associazioni e dei cittadini, come hanno fatto le Regioni depositando i quesiti referendari per l’abrogazione delle norme pro trivelle approvate da questo Governo e da quelli precedenti. L’Esecutivo non può più pensare di fare il finto sordo e il finto cieco.

Il referendum rappresenterà dunque un’importantissima occasione per scegliere un futuro energetico diverso per il nostro Paese. Nell’attesa che la Cassazione si pronunci sul referendum, continueremo con azioni di mobilitazione e impegni concreti per fermare i progetti petroliferi in mare e a terra recentemente sdoganati. Due in particolare quelli più urgenti: Irminio che ha già iniziato i lavori di ricerca in un’area tutelata dal piano paesaggistico i cui lavori hanno prodotto gravissimi danni stravolgendo il paesaggio agrario, e Vega B, la piattaforma prevista nel canale di Sicilia a largo della costa ragusana, che ha da poco ricevuto il nulla osta ambientale, e su cui Legambiente e altre associazioni hanno già fatto ricorso al Tar. Tra gli impegni concreti anti trivelle, è quindi fondamentale che le amministrazioni si impegnino per chiedere fin da subito una moratoria che blocchi qualsiasi autorizzazione relativa alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi.

 

 

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