TRANSAZIONE MODICA – SCICLI ?

              Accettando  l’importo concordato il 3 settembre scorso presso  il Palazzo Municipale ( € 5.636.000)  la città di Scicli arretra pesantemente dalla somma di circa 10 milioni di euro concordati il 6 marzo 2012 con i rappresentanti pro tempore della città modicana.

              Oggi, pertanto, in applicazione della ipotesi di transazione oggetto delle odierne riflessioni, Modica  guadagna  più di 4 milioni di euro ai danni della cittadinanza sciclitana e a premio del  proprio inefficiente operare, avendo inopinatamente perso i finanziamenti trentennali agevolati erogati dallo Stato proprio per pagare il debito contratto con Scicli.

              L’antefatto è ben  conosciuto: dal 2002 al 2007 i comuni di Modica, Ispica e Pozzallo venivano autorizzati a conferire i propri rifiuti alla discarica di San Biagio, in territorio di Scicli.

              Ciò avveniva grazie ad un provvedimento speciale, mediante il quale il Prefetto dell’epoca obbligava Scicli a riceversi le immondizie, invitando nel contempo i Comuni conferitori a  pagare quanto dovuto, senza però che ciò minimamente accadesse (detto per inciso, quel “provvedimento speciale” potrebbe essere nuovamente emesso fra pochi giorni, spalancando le porte  in “piena legalità”  al conferimento dei rifiuti di mezza Sicilia  nell’area Truncafila – San Biagio, sommando beffe e danni in  una catena senza fine, spinosissimo argomento su quale si dovrà tornare al più presto).

              I tragici risultati di quanto è avvenuto sono noti alla Cittadinanza e hanno contribuito alla distruzione delle casse Comunali: Scicli – cioè ogni suo cittadino – ha dovuto pagare gli oneri della discarica per conto di tutti i Comuni afferenti, Scicli si è dovuta indebitare con le banche, Scicli ha pagato e sta pagando alle banche gli interessi per le anticipazioni che si scatenarono in conseguenza di quei fatti.

              In buona sintesi, nella  “transazione” in commento  rimangono ancora oggi vivi e presenti i due punti critici di ogni proposta pervenuta – nel tempo – dall’amministrazione modicana: l’ammontare degli interessi e le garanzie dei pagamenti.

              Per quanto riguarda i primi, avere rinunciato totalmente al corposo   pregresso degli interessi è cosa che non ha una ragionevole  spiegazione, né in fatto, né in diritto,  in quanto si tratta di somme già sborsate dai cittadini sciclitani – si, proprio da loro – sotto forma di interessi bancari passivi sulle anticipazioni effettuate per conto dei comuni di Modica, Ispica e Pozzallo.

              Al riguardo occorre evidenziare il diverso atteggiarsi dell’ufficio legale dell’ Ente, che dopo aver  espresso – giustamente- un parere negativo (nota n.64 del 25/02/2014, sulla proposta di transazione del Comune di Modica del 30/01/14) proprio sulla rimarcata questione  degli interessi, ha modificato – oggi – tale valutazione in positiva, senza una adeguata motivazione.

              Analogamente fragile appare l’atto transattivo nella parte relativa alla carenza di un solido ed articolato quadro di garanzie, specie con riguardo al suggerimento dei Revisori dei Conti,  i quali  avevano già sottolineato come  un eventuale accordo avrebbe dovuto essere affiancato da idonea garanzia pignoratizia sulle entrate del comune di Modica.

              Pare evidente che la più sicura garanzia consiste nell’incremento della prima rata, fino a comprendere non meno di tre quarti della quota capitale, sulla cui quantificazione complessiva ( € 5.636.000)   non c’è alcun tipo di contrasto.

              E ciò tanto più oggi che la Corte dei Conti preme su Modica, il cui dissesto appare dietro l’angolo, e l’assenza di garanzie reali potrebbe tradursi, in tale ipotesi, nella perdita definitiva di buona parte del credito vantato da Scicli.

              Ecco perché  può infine apparire giustificata  l’ipotesi di una radicale riformulazione dell’accordo, riformulazione che potrebbe fondarsi sulle articolate argomentazioni di una nostra nota di approfondimento pubblicata su Il blog di Scicli e alla quale si fa rinvio, allo scopo di potenziarne il quadro generale della legittimità   e della opportunità, per più efficacemente resistere  al vaglio della Corte dei Conti e a quello degli stessi Revisori, nonché di quella parte di Società Civile francamente turbata dal grave nocumento che sente di aver subito.

 

 

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