SULLA QUESTIONE DEL RANDAGISMO

 

Nel bilancio di previsione approvato dal Comune di Ragusa, l’amministrazione ha previsto un uno stanziamento di fondi maggiore rispetto agli anni precedenti relativi alla spesa da destinare al contrasto del fenomeno randagismo. Trecentomila euro rappresentano una somma considerevole che potrebbe cambiare le sorti di centinaia di randagi a patto però che si rompa con la vecchia gestione del fenomeno.

A questo proposito il Partito comunista dei Lavoratori di Ragusa è intervenuto esprimendo alcune considerazioni:

«Al contrario di quanto richiedono le associazione animaliste che vorrebbero maggiori fondi per trasferire i randagi al Nord-Italia noi chiediamo che il problema venga gestito in modo tale da rimuovere le cause all’origine. Alla base è necessario che tutti i cani del territorio vengano iscritti all’anagrafe canina (secondo quanto previsto dalla legge regionale 3 luglio 2000 n°15). Per far ciò è necessario intensificare i controlli delle guardie zoofile e della polizia municipale nelle campagne limitrofe ai centri abitati al fine di obbligare i proprietari all’ iscrizione propri cani all’anagrafe».

«Tali controlli non possono essere operati a “macchia di leopardo” ma programmati effettuando continui sopralluoghi casa per casa, nelle masserie, nelle serre, etc»…

«L’incauta custodia, lo smarrimento, l’abbandono di un cane non microchippato e quindi non riconducibile alla diretta responsabilità di un proprietario rappresenta un pericolo per se stesso, per la viabilità, per la collettività poiché potrebbe unirsi ad altri cani creando branchi che solitamente creano allarmismi. Rappresenta inoltre un dispendio di risorse per il Comune che deve catturare, mantenere, curare il cane all’interno di un canile prendendosi la responsabilità di un padrone negligente».

Si tratta insomma di risolvere in loco il problema una volta per tutte dopo otto anni dalla realizzazione dell’anagrafe canina, tramite la prevenzione applicando la legge, anziché scaricare il problema altrove dando prova di inciviltà e incapacità di far applicare le leggi. 

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