SI POTEVA EVITARE

Nel 2011 la regione Sicilia con un provvedimento legislativo ha inteso sopprimere la figura del difensore civico istituita molto tempo addietro ma che, per la verità, seppure inserita negli statuti degli enti locali siciliani non aveva trovato molta fortuna.

Si calcola che solo una cinquantina di comuni sui circa trecento operanti in Sicilia si sono dotati di tale figura, mentre gli altri in buona sostanza hanno preferito non darvi seguito.

 Eppure, fin dal suo nascere la figura di difensore civico aveva fatto fare una gran bella figura a chi sosteneva che l’ente locale se ne facesse carico a tutela sia dell’amministrazione  che del cittadino.

Il difensore civico aveva il compito di porsi in una posizione di equilibrio e di equidistanza fra la pubblica amministrazione e il cittadino e doveva prestare la propria opera in modo del tutto gratuito.

Al lui poteva rivolgersi il cittadino del comune per avere  (è solo un esempio) delle spiegazioni o dargli l’incarico di comprendere le motivazioni di una avviso di pagamento o di un qualsiasi altro atto proveniente dal comune medesimo e che non riusciva a comprendere. Il  compito del difensore civico consisteva nell’assumere un atteggiamento di assoluta imparzialità, sia nei confronti dell’amministrazione che del cittadino. Aveva  la facoltà di assumere le informazioni necessarie per il problema rappresentatogli  dal cittadino  senza mettersi in fila per parlare con l’impiegato comunale oppure poteva delucidare il cittadino medesimo dicendogli che le sue titubanze erano del tutto infondate.

Come si è cercato di delineare il difensore civico rappresentava un momento di compatibilità funzionale fra la pubblica amministrazione che ancora in qualche occasione vediamo come funzionalmente distante e posta in uno stadio di superiorità nei confronti del cittadino e il cittadino medesimo che in molte occasioni, magari sbagliando, si sente vittima dell’effusione di un potere a lui sovrastante.

E’ alquanto comprensibile che la figura del difensore civico non fosse molto accettata e amata dal consigliere comunale anche se a chi ricopriva quell’incarico non era data la possibilità di candidarsi alle prossime elezioni  e ciò perché gli sottraeva nella sostanza quel rapporto di vicinanza operativa con il cittadino che poi altro non sarebbe stato che un potenziale elettore.

Ci saremmo anche aspettato che le organizzazioni sindacali assumessero una posizione di non adesione alla proposta governativa di soppressione della figura del difensore civico, specie in considerazioni che le stesse tutelano le posizioni dei lavoratori e di coloro socialmente più deboli.

Si  può ben dire che le organizzazioni sindacali  tutelano bene i lavoratori e i loro patronati sono funzionalmente efficienti, ma la figura del difensore civico  – almeno si ritiene – avrebbe dato all’assistenza sindacale di cui gode il piccolo contribuente o il cittadino che per runa bolletta di 50 euro che magari sbagliando ritiene ingiusta non si rivolge ad un legale, un’ulteriore garanzia  e personale soddisfazione di vivere in un mondo (almeno per questo aspetto) più giusto.

Al  difensore civico l’amministrazione avrebbe avuto non il potere ma l’obbligo di una risposta al quesito posto entro un determinato periodo di tempo ed avrebbe avuto anche il potere di presentare non a nome proprio ma per conto di un certo numero di cittadini che ne avessero fatto richiesta  delle proposte che potevano far parte di argomenti su cui poteva esprimersi  il consiglio comunale, sempre ovviamente nel caso in cui il consiglio decideva quella proposta idonea ad essere collegialmente discussa.

Il consiglio su un argomento di sua competenza e proposto dal difensore civico  in nome e per conto di un prefissato numero di cittadini poteva decidere di riunirsi, senza però esserne obbligato, per trattare quell’argomento, fermo sempre restando che poteva decidere di non accogliere la proposta del difensore civico.

In definitiva, quella figura rappresentativa un ulteriore passo avanti fra un ancora distacco operativo e funzionale fra cittadino e pubblica amministrazione.

 

                                                                                                          Politcus

    

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