È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
ROMA RIDOTTA IN MACERIE E LA SICILIA?
12 Ott 2015 13:52
L’Osservatore Romano, commentando le dimissioni da sindaco Marino, denuncia che negli ultimi anni e sotto di lui Roma e’ stata ridotta in macerie (anche morali) e conclude che i romani non avrebbero meritato questo trattamento.
Di fronte a definizioni così severe, che completano e precisano il giudizio negativo già contenuto nella clamorosa smentita di Papa Francesco, il confronto con “l’altra” situazione catastrofica, quella della Sicilia di Crocetta, diventa inevitabile.
In Sicilia la situazione è ben peggiore. A Roma infatti c’è l’attenzione dovuta alla capitale, ci sono le rendite derivanti dalle presenze istituzionali, a partire dalla Santa Sede, con un turismo miliardario che sta per arricchirsi dell’incremento indotto dal Giubileo, con la prospettiva di celebrarvi per la seconda volta le Olimpiadi etc. Il tutto si traduce, sia pure in un contesto di servizi scadenti, in un livello di reddito e di vita fra i più elevati d’Italia e d’Europa (un romano guadagna il doppio di un siciliano e se prende il treno si ritrova comodamente in un’ora a Napoli e in meno di tre a Milano, meno di quanto ci vuole da Catania a Palermo!).
In Sicilia, con quasi il doppio di popolazione, SVIMEZ conferma che la forbice dei divari si allarga a dismisura : crollo delle nascite e fuga dei giovani, cioè desertificazione, disoccupazione più che greca, povertà dilagante e famiglie ridotte alla sopravvivenza, in un territorio occupato dalla delinquenza e assediato dall’immigrazione, che s’incontrano nel CARA di Mineo, l’unica grande “industria” rimasta dopo la chiusura della Fiat di Termini Imerese !
A fine anno sarà restituito all’UE almeno un miliardo non speso dal 2007 e ancora peggio sono tutti gli altri sperperati senza produrre crescita duratura. E dire che eravamo riusciti, con un abile negoziato condotto a Bruxelles nel 2006, ad ottenere il massimo fra le regioni d’Europa. Ora, e fino al 2020, ci toccherà meno della metà.
L’isola più grande e popolosa d’Europa, con il suo enorme patrimonio di beni culturali e ambientali, con la sua posizione strategica nel Mediterraneo e verso il mondo, viene lasciata letteralmente sgretolare e non suscita che fastidio o indifferenza, anche se tutti avvertono che potrebbe costituire, insieme al resto del Mezzogiorno, un punto di forza, un formidabile motore della ripresa dell’Italia e dell’Europa.
La ragione di questa catastrofe sta nella caduta di credibilità delle classi dirigenti siciliane, affannate nella spartizione dei miseri resti e isolate nella loro illusione che il mondo sia la grande periferia di Palermo !
La rappresentanza politica si arrocca nel Palazzo, convinta di potersi sottrarre ancora alla rabbia di un assedio che monta di giorno in giorno. La tentazione di abbandonarsi alla mera protesta distruttiva e’ comprensibile e fondata, ma da sola non basta a risolvere i problemi, che rischiano anzi di aggravarsi irreversibilmente. Occorre invece ispirarsi con umiltà, insolita per la nostra pretesa superiorità, alla vicina Tunisia, dove i quattro esponenti della società civile che più si sono rimboccati le maniche per soccorrere la nascente “primavera” democratica sono stati ora insigniti nientemeno che del Premio Nobel. Una di essi, la presidente degli industriali Wided Bouchamaoui, aveva ricevuto lo scorso anno il nostro Premio Al Idrissi che, abbandonato da una Regione miope, e’ stato ripreso dalle Università e da HUB-Siciliainternazionale e viene assegnato per quest’anno ad un altro tunisino, pioniere della cooperazione fra le due sponde.
Lo scorso anno un documento dei Vescovi siciliani esortava già ad affrontare con decisione il nodo Regione e da allora ad oggi la situazione è enormemente precipitata (v. LaSicilia 23/2/2014).
Chi ha un residuo di credibilità spendibile ha il dovere di mobilitarsi : Vescovi, intellettuali, imprenditori, semplici cittadini soprattutto giovani. Per questo in novembre riuniremo il Forum di tutti i-siciliani-che-vogliono-
presidente di HUB-Siciliainternazionale,
responsabile Mezzogiorno del Centro Democratico
© Riproduzione riservata