RAGAZZE BELLE, RICCHE DI SPERANZE PER IL LORO FUTURO

Non abbiamo nessuna difficoltà ad ammettere che questo articolo nasce esclusivamente dalla curoisità, la curiosità del nome del negozio di viale dei Platani n. 55 che si chiama “Natural bio-indossa la natura”.

Insomma ne abbiamo voluto sapere di più e ci siamo fermati per parlare con la titolare del negozio  cioè Giusy Cascone cui abbiamo fatto delle domande la rima delle quali è stata. Ma cosa vuol dire indossa la natura? Ed ecco la sua risposta

R.- Vuol dire la scelta dell’ abbigliamento per uomo, donna e bambino,  che rispetta  biologicamente  la natura, a vantaggio della  salute e dell’ambiente. Ho scelto  tessuti di prima qualità al 100% in fibre naturali per il benessere  fisico ed emotivo, perché le  fibre naturali sono vive e respirano insieme al corpo di chi  le  indossa.

Ma vedo dell’abbigliamento a colori mi vuol dire che i colori sono naturali?

R. Si, si, la maggior parte dei capi  non viene tinta, valorizzando così i colori naturali dei  diversi tessuti. Con tali lavorazioni le fibre mantengono inalterate le proprie caratteristiche strutturali ottenendo così un tessuto morbido, gradevole al tatto e piacevole da indossare, altamente traspirante, che evita  la proliferazione batterica, causa di cattivi odori ed allergie. Proponiamo articoli con tessuti di canapa, bamboo  fibre  che ci tengo a far conoscere in quanto  grazie alla loro  struttura molecolare  sono  anallergici,   protettive  perché  filtrano  i raggi  ultravioletti  e   proteggono  dai campi elettromagnetici, mantengono  la temperatura corporea,  rimanendo fresca in estate  e  confortevolmente calda  in inverno. Inoltre sono   piante  che  per  la  cui coltivazione  non  necessitano  di  molte  cure, anzi riequilibrano  quei terreni dove vengono  coltivati, pertanto è una potenziale risorsa  economica  per  il  nostro  paese  utilizzabile  in  diversi  campi.  Non dimentichiamoci  inoltre  che  negli  anni  ‘50  l’Italia  era  uno  dei  maggiori  produttori di canapa.

Leggo che alcuni capi godono della certificazione Gots. Che cos’è?

R. I  tessuti in fibra naturale vanno oltre la natura estetica ed il Design; nelle  produzioni  utilizzano prodotti sani, privi di allergeni per la pelle dei bambini ma anche adulti. Inoltre  la produzione degli  abiti non pesa sull’equilibrio naturale; scegliere bio significa che  ogni azione  possa essere un contributo a dare un mondo più pulito e più sano per i nostri figli. Per queste ragioni è utile sapere che cos’è la certificazione Global Organic Textile Standard (GOTS). È un marchio sviluppato a livello internazionale, al fine di garantire al consumatore che i prodotti tessili biologici siano ottenuti nel rispetto di criteri ambientali e sociali applicati a tutti i livelli della produzione; dalla raccolta in campo delle fibre naturali alle successive fasi manifatturiere, fino all’etichettatura del prodotto finito. Sono così controllate:

·       la coltivazione e raccolta della materia prima;

·       la pulitura;

·       la filatura;

·       la tessitura;

·       la tintura ed il fissaggio;

·       il confezionamento e la cucitura.

·       Tutte le fasi accessorie ed ausiliarie alle precedenti per realizzare il prodotto finito

Il marchio prende in analisi tutti i principali aspetti sensibili ?:

R. Si, soprattutto la salute del consumatore – utilizzatore finale:

·       l’assenza di sostanze chimiche nocive quali tinture chimiche nocive, formaldeide, metalli pesanti  o altri agenti aggressori della pelle (tutela della salute immediata);

·       l’assenza di immissioni di pesticidi nell’ambiente durante i processi produttivi; (tutela della salute a lungo termine)

La tutela dei lavoratori di filiera:

·       garantendo il rispetto dei diritti fondamentali della persona e del lavoratore;

·       del diritto ad un giusto salario;

·       verificando la salubrità, la sicurezza e dignitosità degli ambienti di lavoro,

·       verificando l’assenza di sfruttamento di lavoro minoril

La tutela ambientale:

·       garantendo la tutela e la preservazione del suolo, degli ecosistemi e delle acque, inibendo l’impiego di prodotti chimici – fertilizzanti e pesticidi – che inquinano le falde e rendono i suoli di coltivo deboli e sterili, distruggono gli ecosistemi

·       ed al contempo creano una dipendenza del coltivatore verso i grandi produttori di materiali chimici per l’agricoltura.

Mi sono confuso un tantino, cara Giusy, mi sto accorgendo che lei è molto preparata  ma a chi ineteressano i prezzi cosa può dire?

R. – I prezzi sono accessibili nel senco che non sono poi molto “distanti” da quelli dei prodotti “normali”. Ma io non vorrei dare l’impressione che questo articolo sia stato fatto per motivi “pubblicitari” e d’altra parte è stato lei a chiedermi alcune cose sui materiali e sul significato del nome della nostra ditta e quindi…

Bene Giusy allora fermiamoci quà e diamo la possibilità alle gente, ai suoi clienti di rendersi conto “spontaneamente” della bontà dei suoi prodtti. Comunque grazie per la sua disponibilità

R Di nulla , di nulla anzi son io a ringraziarla.

 

Ieri mattina, ancor prima di sapere quello che stava succedendo a Bruxelles eravamo già molto rattristati per l’incidente in cui hanno perso la vita in Spagna sette ragazze italiane poco più che ventenni  .

Se ne è andata così una parte della nostra “meglio gioventù”. Quella che studia seriamente, per prepararsi  ad una professione, intesa in taluni casi (lo abbiamo sentito dai notiziari) come servizio alle popolazioni  meno fortunate del nostro pianeta.

Queste ragazze, grazie al progetto Erasmus studiavano  in Spagna. La loro generazione , può fruire di questa possibilità di studiare all’Estero, di apprendere una lingua, di sentirsi cittadini dell’U.E.

Ragazze belle, piene di vita, di speranze per il loro futuro, che hanno cessato di vivere, per il più banale degli incidenti: quello dovuto ad un colpo di sonno di chi è alla guida.

Hanno cessato di vivere anche perché non hanno trovato un posto in albergo, dove trascorrere la notte, o perché si sono spostate da un pullman all’altro, magari per stare insieme agli amici.

Altri sono in un letto d’ospedale e non si sa se potranno tornare ad essere dei  giovani nel pieno delle loro energie vitali.

Ma l’autista del pullman non ha colpa per quello che è successo, lo dicono gli stessi genitori delle vittime. E’ solo un capro espiatorio per la giustizia umana .

Chi ha esperienza di turismo studentesco sa che le leggi in vigore vengono disattese dalle agenzie perché si andrebbe incontro a costi molto pesanti per garantire il ricambio dei conducenti di pullman o i pernottamenti.

E così gli autisti, per non perdere il lavoro, fanno affidamento sulla loro esperienza, sul “non mi è mai successo nulla”, sulla loro resistenza.

Nei miei ricordi di insegnante c’è un viaggio in pullman da Ragusa a Rimini, un giorno e una notte, senza lunghe soste per riposarsi, un solo autista che durante la notte voleva che i ragazzi gli parlassero o cantassero per tenersi sveglio!

E un altro viaggio in pullman da Chianciano a Salisburgo. Appena arrivati, a tarda sera, dopo un giorno di viaggio, i ragazzi hanno voluto che l’autista li portasse in una discoteca a 40 km da Salisburgo(gli insegnanti inascoltati, la discoteca era un diritto inalienabile!)

L’autista si è perso e dopo un lungo giro ci siamo ritrovati a Salisburgo e siamo ripartiti in cerca della discoteca.

E questo quando tutto va bene!

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