È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
QUANTO È DIFFICILE EDUCARE UN BAMBINO
01 Dic 2013 06:54
A volte un genitore che vede il proprio bambino opporsi alle sue richieste (rispetto delle regole, osservanza di un divieto) pensa che il bambino sia “capriccioso”, che sia “testardo”, o ancora, che per natura sia portato a “fare di testa propria”, che si rifiuti di dare ascolto ai grandi e cose simili. Ciò che suggerisco di fare in questi casi è innanzitutto osservare il modo in cui si sta chiedendo al bambino di fare quelle cose.
Se questo è un modo autoritario-svalutante e il bambino si sta rifiutando, il suo rifiuto è solo segno di intelligenza, oltre che segno di sanità mentale: nella vita è una cosa positiva ribellarci a chi si impone svalutandoci. Tuttavia fare questo, con il proprio genitore, al bambino fa male. Per un bambino il genitore deve essere un riferimento VALIDO, da cui ricevere indicazioni valide a cui attenersi e non un educatore che pone male le proprie richieste e a cui quindi opporsi.
E allora cosa fare? Se le richieste che state ponendo ottengono la ribellione di vostro figlio, verificate se l’atteggiamento è autoritario-svalutante, cioè, imponete senza spiegare il senso della richiesta che state facendo. Se è così, cambiate metodo: partite con lo spiegare la regole o il divieto, col dire cioè quali sono le ragioni IMPORTANTI per cui ponete quel limite, quindi aggiungete, con atteggiamento autorevole e non autoritario, che volete, per le ragioni già spiegate (per esempio per la sua salute, per il suo benessere fisico, ecc.), che egli osservi quel limite.
Non è da escludere che egli si ribelli, ma in questo caso la ribellione sarà di misura inferiore e, se il vostro atteggiamento sarà di ferma autorevolezza, egli capirà che ha davanti una persona che sa cosa fa e cosa dice e che non gli resta altro che attenersi a quanto gli si sta chiedendo.
Nel prossimo numero parlerò del “Bambino anarchico”, cioè del perché è naturale che un bambino si opponga alle regole che l’adulto pone.
Dott.ssa Sabrina D’Amanti psicologa e psicoterapeuta
cell. 393.4753696 mail sabridama@tiscali.it
Studio di psicoterapia a Vittoria e Ragusa
© Riproduzione riservata
Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it