QUANDO SI GIOCA A DADI TRUCCATI

La vicenda giudiziaria di Silvio Berlusconi è solo cominciata. Molti altri processi  lo attendono e dunque quella della condanna definitiva per frode fiscale è solo il capitolo iniziale.

Chiariamo subito che l’argomento, pur necessario, ci da una sorta di nausea, fisica e intellettuale: in un paese appena più avanzato del nostro per cultura politica e sensibilità civica, un personaggio come lui non meriterebbe altro che lo spazio che si concede nella cronaca nera quotidiana.

E non perché va a letto con le ragazzine. E nemmeno perché conosce e frequenta tante belle donne.

Ma solo perché è un giocatore scorretto, baro, inaffidabile.

Veniamo subito al dunque.

Si ripete, fino allo sfinimento, che non è così che si vince su di lui, che bisognava batterlo alle elezioni e non per via giudiziaria, che dietro di lui ci sono milioni di italiani che lo votano, ecc. ecc.

Come a dire: se uno si propone come leader e la gente lo vota, e tanto, può essere anche Jack lo Squartatore o Adolf Hitler, che nessuno si azzardi a toccarlo, a giudicarlo, a condannarlo. Stiamo parlando del Principe, del Demiurgo, della Matrice di ogni legge, di ogni diritto!

Il divertente ragionamento che muove il pensiero degli strenui difensori della inamovibilità berlusconiana è il seguente: se Berlusconi fa politica con la stessa lealtà di Pulcinella e però vince, allora quello che conta è che vince, non come fa politica. Se possiede tv, giornali, editoria (acquisiti, tra l’altro, con modalità che sono oggetto di interesse per la magistratura) e ciò lo fa vincere, allora che nessuno si sogni di puntare lo sguardo sulle tv, sui giornali, sull’editoria. Chi vince, stra-vince. Stra-volge le regole. (Che sono state già manomesse prima, al momento della discesa in campo).

Solo chi ha bisogno di credere (perché ha bisogno di protezione) può digerire la favola della discesa in campo per salvare la patria amata.

Ora, è evidente che se si accetta una tale linea di pensiero, deve concluderne che la pretesa della magistratura di ficcare il naso nelle faccende di un simile individuo fa letteralmente a cazzotti con il principio che chi vince è sopra ogni giudizio!

Ma noi siamo dde coccio, come usa dire a Trastevere. E arriviamo a pensare così: mettiamo pure che la liquidazione giudiziaria di Berlusconi sia come truccare la partita. Bene! Ndo sta er pprobblema?

Tu hai truccato prima. Io te trucco ora!

Ma è evidente che una tale concessione è solo argomentativa. Una sorta di strana reductio ad absurdum.

In realtà non c’è nessun trucco poi: solo il diritto.

Chi la fa, l’aspetti!

 

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