PROSEGUONO GLI ARRIVI DI MIGRANTI AL PORTO DI POZZALLO

                     Nella mattinata odierna,  complessivamente 699 migranti di cui 431 uomini, 205 donne e 49 bambini appartenenti a nuclei familiari, in gran parte eritrei, sono giunti a bordo del rimorchiatore Asso al porto di Pozzallo, dove – a seguito di preallerta – sono state attivate tempestivamente le procedure di primo soccorso ed assistenza secondo le linee guida del “Piano Coordinato di Soccorso ed Assistenza in evento di sbarco di cittadini extracomunitari”.

                        Le operazioni si sono svolte nel pieno rispetto delle condizioni di sicurezza, con il coordinamento della Prefettura e il rilevante contributo operativo delle Forze di Polizia territoriali, del locale Servizio del Dipartimento Regionale della Protezione Civile, del Comune di Pozzallo, dell’Azienda Sanitaria Provinciale, della Croce Rossa Italiana, di Medici Senza Frontiere, delle componenti del Progetto “Praesidium”, nonché delle Associazioni del volontariato locale.

                       Nella circostanza, per alcuni migranti, in esito alle verifiche sanitarie effettuate sia a bordo che in banchina nel rispetto delle previste procedure, si è reso necessario il ricovero nei vicini presidi ospedalieri per gli accertamenti del caso, per lo più connessi alla presenza di diverse donne in stato di gravidanza e di alcuni soggetti con gravi sintomi di disidratazione.

                       In condizioni di continuità operativa, il dispositivo di assistenza e di accoglienza – coordinato dal Prefetto Librizzi – ha  consentito,  nella massima sicurezza, sia pur in presenza di una consistente entità  di migranti, un corretto ed efficace svolgimento della gestione socio-assistenziale e sanitaria con ampia e proficua collaborazione dei soggetti istituzionali a vario titolo interessati, come nei recenti eventi di sbarchi di migranti.

                       Previe intese con il Ministero dell’Interno 500 migranti dopo il completamento delle procedure di pre-identificazione, sono stati subito trasferiti in strutture della Toscana, dell’Umbria, dell’Abruzzo e della Campania, mentre i restanti sono stati ospitati all’interno dell’hotspot di Pozzallo.

 

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