PAROLA D’ORDINE: RESISTENZA!

Il 25 aprile in Italia è la Festa della Liberazione, si ricorda cioè l’anniversario della liberazione dal nazifascismo.
Durante la Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) ed esattamente dopo l’Armistizio di Cassibile dell’8 settembre 1943, l’Italia si ritrovò spaccata in due: al nord Benito Mussolini e i fascisti avevano dato vita alla Repubblica Sociale Italiana, ricordata meglio come Repubblica di Salò, più vicina ai tedeschi e al Nazismo di Hitler; mentre al sud in opposizione si formò il governo Badoglio, in collaborazione con gli Alleati anglo-americani, dopo che era stata votata la sfiducia nei confronti del Duce ,

Per combattere il dominio nazifascista si era organizzata la Resistenza, formata dai Partigiani. Questi erano uomini, donne, giovani, anziani, preti, militari, persone di diversi ceti sociali, diverse idee politiche e religiose, ma che avevano in comune la volontà di lottare personalmente, rischiando anche la propria vita, per ottenere in patria la democrazia, il rispetto della libertà individuale e l’uguaglianza.
Il 25 aprile 1945 i Partigiani, supportati dagli Alleati, entrarono vittoriosi nelle principali città italiane, ricordiamo in primis Milano e Torino, mettendo fine al tragico periodo di lutti e distruzioni e dando così il via al processo di liberazione dell’Italia dall’oppressione fascista.
Qualche anno dopo, dalle idee di democrazia e libertà, è nata la Costituzione Italiana.

La Resistenza, però, va ben oltre il significato militare, seppur importante, che i partigiani diederoe. Si tratta di un vero e proprio riscatto individuale e collettivo, morale e politico di una fetta della popolazione italiana, dopo anni di buio sotto ogni forma. Celebrare e ricordare i partigiani e il loro operato deve essere un nostro dovere. Da loro si deve imparare ad amare la libertà che è in assoluto il bene più grande e più prezioso dell’individuo. Dagli eroi partigiani si deve imparare il significato vero e immenso di quella parola magica che si chiama Resistenza. Essa rappresenta anche uno stato d’animo, una presa di coscienza forte che porta ad un incondizionato rifiuto contro ogni forma di ingiustizia che va combattuta con fierezza e orgoglio proprio come hanno fatto i nostri Eroi.

 

PARTIGIA – PRIMO LEVI

Dove siete, partigia di tutte le valli,

Tarzan, Riccio, Sparviero, Saetta, Ulisse?

Molti dormono in tombe decorose,

quelli che restano hanno i capelli bianchi

e raccontano ai figli dei figli come,

al tempo remoto delle certezze,

hanno rotto l’assedio dei tedeschi

là dove adesso sale la seggiovia.

Alcuni comprano e vendono terreni,

altri rosicchiano la pensione dell’Inps

o si raggrinzano negli enti locali.

In piedi, vecchi: per noi non c’e’ congedo.

Ritroviamoci. Ritorniamo in montagna,

lenti, ansanti, con le ginocchia legate,

con molti inverni nel filo della schiena.

Il pendio del sentiero ci sarà duro,

ci sarà duro il giaciglio, duro il pane.

Ci guarderemo senza riconoscerci,

diffidenti l’uno dell’altro, queruli, ombrosi.

Come allora, staremo di sentinella

perché nell’alba non ci sorprenda il nemico.

Quale nemico? Ognuno e’ nemico di ognuno,

spaccato ognuno dalla sua propria frontiera,

la mano destra nemica della sinistra.

In piedi, vecchi, nemici di voi stessi:

La nostra guerra non e’ mai finita.

 

 

 

Per chi volesse dedicarsi alla lettura di alcuni classici sulla Resistenza Italiana ecco, di seguito, alcuni suggerimenti. Gli autori sono stati essi stessi testimoni della Seconda Guerra Mondiale e vogliono raccontare, ognuno a modo suo, il loro vissuto esperienziale e i “marchi a fuoco” lasciati da uno dei periodi più tristi vissuti dal nostro Paese.

Le sinossi dei romanzi sotto riportate sono tratte dal web.

Il sentiero dei nidi di ragno – Italo Calvino
Ambientato in Liguria, tra gli stretti vicoli di un paesino della Riviera di Ponente, durante la Resistenza. Il protagonista è Pin, un ragazzino solo e senza guida. La sorella fa la prostituta e tra i clienti ha anche i militari tedeschi; per questo motivo Pin viene scartato e insultato. Allora, il bambino decide di rubare la pistola all’amante della donna e di nasconderla. Questo gesto scatenerà una serie di eventi che lo porterà ad essere messo in prigione dai tedeschi e, riuscito a fuggire,  entra in contatto con i gruppi di partigiani che si nascondevano tra i monti, diventandone parte integrante. Nel condividere con loro la difficile vita da ribelli, con l’oppressione degli invasori tedeschi, imparerà ad affrontare la realtà di un paese in guerra, con l’aiuto del nuovo amico Cugino, diventato una sorta di padre adottivo.

La casa in collina – Cesare Pavese
Corrado, durante l’estate del 1943, in piena Seconda Guerra Mondiale, è un professore quarantenne che vive sulle colline antistanti Torino, non è sposato e ha due donne, madre e figlia, che si occupano di lui e dell’andamento domestico. Corrado tutte le sere si rifugia sulle colline per scampare ai bombardamenti tedeschi sulla città e, così come sfugge alla guerra e ad un quasi obbligato schieramento politico, evita anche di prendersi responsabilità negli altri campi della vita. Tra i partigiani ha amici, Cate, una fiamma del passato, e il figlio di lei, probabilmente suo; nonostante questo non si sbilancia seguendo i loro ideali e le loro azioni. La guerra incombe, i tedeschi incalzano e i suoi amici vengono arrestati, forse uccisi, ma lui fugge e per salvarsi abbandona anche il giovane ragazzo, affidatogli da Cate: niente sembra scrollarlo dalla sua vigliaccheria. Un giorno però si imbatte per caso nella cruda uccisione di alcuni fascisti, da parte dei partigiani di zona. La morte e il sangue così vicini e reali lo fanno riflettere amaramente sulla sua vita e sul periodo storico in cui si trova: la guerra tocca tutti, prima o poi, nessuno riesce a sottrarsi. Tramite Corrado si vive il duro periodo della guerra e dell’inizio della creazione dei gruppi partigiani.


Il partigiano Johnny – Beppe Fenoglio
E’ il settembre del 1943 quando Johnny, un giovane studente di letteratura con l’amore per la cultura anglosassone, decide di unirsi ai partigiani della sua città Alba, nel Monferrato piemontese. Lo fa non tanto per convinzione ideologia, quanto più forse per aver immaginato poeticamente e astrattamente quella vita avventurosa. La realtà però si rivela tutt’altro che epicamente magica: è una lotta quotidiana contro la morte, la fame, la solitudine e soprattutto la guerra che provoca tutto questo. Le guerriglie e le lotte portano il giovane a trovarsi solo, senza più nessun amico, solo con la natura che lo circonda. Ha così la possibilità di fare un’attenta analisi introspettiva, che lo porta a realizzare quanto la guerra possa distruggere un uomo, le sue certezze, i suoi sogni e i suoi desideri. Johnny torna tra la gente, ma non è più in grado di integrarsi normalmente. Il libro è incompiuto, ma è comunque considerato uno dei più pragmatici e originali romanzi sulla Resistenza italiana. Nel 2000 è stato anche tratto un film, che ha lo stesso titolo.



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