‘ O VOTO MIO

Al politologo consumato ed esperto, giacchè è uno studioso ed esperto della materia, non  riesce difficile e complicato individuare la reale ed effettiva radice culturale e operativa da cui si origina la finalità  che un partito intende raggiungere.

Capisce meglio dell’elettore comune la differenza fra il mezzo e il fine e assegna al primo il suo effettivo valore.

Ma per ciò che accade ai più, tale analisi non è sempre percepibile con la dovuta chiarezza e non di rado, ben che vada, non riusciamo a capire che dentro il nostro pugno non ci sono altro che delle mosche morte.

 Oramai non riesce ben chiaro capire, tanto per fare un esempio, cosa significhi potersi individuare come un elettore di centro, di destra, di sinistra od ancora di centro destra o di centro sinistra senza l’usuale trattino con riferimento al ruolo sociale che a queste ultime categorie politiche un tempo si assegnavano.

Nelle tradizionali categorie politiche chi si individuava in uno schieramento di sinistra era un lavoratore che cercava di migliorare il suo status personale o di categoria nei confronti del ricco possidente che si classificava di destra e nel mezzo, vale a dire nel centro, si individuava chi riteneva  un bene irrinunciabile possedere una casa invece di un palazzo e non si disperava se nello spogliatoio di famiglia non trovava appesi abiti da sera suoi o di sua moglie.

Ora i partiti, senza distinzione alcuna, cercano non di rado solo il voto a nulla rilevando se esso proviene o meno dalle tradizionali categorie sociali di cui dovrebbero essere espressione, poiché scientemente hanno compreso che esiste, in una certa misura, una sottoculturizzazione politica entro la quale un poco tutti, magari inconsapevolmente, ne facciamo parte.

Tale alquanto modesta riflessione si origina dalla comune esperienza in ordine alla quale partiti politici o loro esponenti ci inducano talora a farci riflettere su proposte vaghe e generiche, ma di immediata comprensibilità, senza indicarci, però, le modalità necessarie che si dovrebbero porre in essere per la loro concreta verificabilità..

L’immigrazione è senza dubbio un problema che, seppure noi italiani per primi, per la posizione geografica del nostro paese, ne avvertiamo la conseguente insorgenza problematica soluzione, investirà i paesi europei e quindi necessita di concreta, ragionevole e umanitaria soluzione che obiettivamente supera i rimedi che noi da soli potremmo porre in campo. Nessuno di noi batte felice e contento le mani quando un barcone pieno di migranti è trasportato nelle nostre spiagge sperando e augurandosi che il giorno dopo ne arrivino due.

Di questo problema, però, è ossessivamente rappresentata, in sostanza, solo la sua incidenza psicologica nel cittadino con conseguente vaghezza delle sue soluzioni che invece sono particolarmente complesse poiché coinvolgono altri soggetti a loro volta non del tutto liberi di manifestare i loro intendimenti che devono tener conto non solo dei principi culturali ma anche delle domestiche esigenze delle comunità rappresentate.

La Consulta annulla quella parte della legge Fornero che aboliva le indicizzazioni pensionistiche ed ecco fare immediata leva sulla fondata e giustificata aspirazione dei pensionati a riottenere tutto e subito quanto a loro era stato sottratto. Dove trovare i soldi, sempre tutti e subito, è un altrui problema.

Il reddito di cittadinanza, con diverse modalità attuative, è operante in quasi tutti i paesi europei  e in linea di principio non si può non essere d’accordo per la sua legale introduzione che consentirebbe a milioni di persone di vivere, in attesa di lavoro, molto più dignitosamente.

Per la copertura finanziaria di notevole consistenza che oltre tutto deve essere ripetitiva negli anni, si è molto generici e  seppure sono indicate molte spese da tagliare non appare chiaro se le stesse incidono o danneggiano altre categorie sociali o se, invece, essendo da escludere che siano dei fondi cui poter fare costante ricorso come se fossero posti sotto il materasso, non solo dimenticati ma costantemente rimpinguati dalla nonnina risparmiatrice.

Se l’istituto specializzato fornisce dei dati di lieve crescita economica positiva, in inversione di tendenza rispetto ai dati di precedenti trimestri, gli stessi non sono ritenuti credibili mentre lo erano, invece, quando quei dati erano di segno negativo.

L’auspicio della crescita economica, quando c’è, non può non fondarsi sulla generale considerazione che lo stesso dispiega i suoi effetti su tutti i cittadini e quindi sull’intero paese a prescindere della loro appartenenza politica.

In buona sostanza, e tale modesta considerazione vale per tutti senza distinzione, la ricerca, seppure legittima, del voto e del consenso non dovrebbe essere disgiunta dalle altre fondamentali esigenze che nel loro insieme sono alla base del generale benessere comune.

 

 

 

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