È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
NUOVAMENTE A SOSTEGNO DELLA FAMIGLIA STARACE
22 Lug 2015 04:30
Come già avvenuto ad ottobre anche oggi l’associazione MoVIS si è posta a fianco delle diverse sigle che hanno promosso un sit-in, di fronte alla contesa abitazione della Famiglia Starace, affinchè questa non venga privata della loro unica casa.
La vicenda, già incresciosa di per sé, interessa la nostra associazione poiché nella dimora comperata all’asta per pochi spiccioli risiede una persona disabile. Questa vicenda, purtroppo non unica nel panorama locale e nazionale, oltre a porre un’ulteriore questione morale al Legislatore, ne pone anche una a chi, come singolo individuo o associazione, si occupa dei diritti della disabilità. Appunto perciò il Movimento Vita Indipendente Sicilia, costituitosi per tutelare in primis i diritti dei disabili della nostra Regione, ha deciso di prendere parte al Comitato No Aste Giudiziarie, ponendo l’imperativo che fra i punti del Comitato venga aggiunta l’improrogabilità della tutela della casa in cui vive una persona disabile. Questo per tutelare i Diritti alla dignità e all’inclusione sociale delle persone disabili, legislativamente sanciti dalla apposita Convenzione ONU, la quale è stata condivisa per intero dal nostro Paese con la legge 18 del 2009.
Inoltre, come è tipico della nostra associazione, proponiamo anche una soluzione pratica affinchè venga tutelata l’impignorabilità della casa in cui risiede una persona disabile, prevedendo un fondo di garanzia apposito per determinate faccende, visto che per quanto stabilito dai LEA (livelli essenziali di assistenza) una persona disabile senza dimora deve obbligatoriamente essere presa in carico dai servizi socio-sanitari, finendo perciò relegata in qualche Istituto, sovvenzionato dalle finanze pubbliche ma di fatto escluso dalla Società, come invece è previsto dalle normative che prevedono l’inclusione.
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