È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
NON POSSIAMO PIÙ STARE A GUARDARE
19 Mar 2015 11:14
Il 22 Agosto di tre anni fa, verso mezzogiorno, ero nel museo del Bardo in cui ieri i terroristi hanno sparato contro inermi turisti.
Anch’io, come loro, ero giunta a Tunisi in mattinata con una nave della MSC.
Appena scesi, i vari organizzatori di tour della città ci avevano offerto il loro “pacchetto” e così ci siamo ritrovati a “perdere tempo” in un suk , in cui l’unica cosa degna di essere comprata erano dei tappeti, (ma i crocieristi non sono in genere attrezzati per comprarne) il resto era ciarpame. Quel genere di cose, per intenderci , che regaliamo per le tombole e le pesche di beneficenza, al fine di liberare i nostri cassetti.
Stanchissima e piena di rabbia sono finalmente giunta in questo museo che raccoglie stupendi mosaici dell’epoca romana e delle epoche successive, rammaricandomi per il fatto di non essere in grado di apprezzarli appieno.
Quindici giorni dopo Tunisi è stata esclusa dalle rotte delle crociere perché considerata a rischio. Si erano verificati dei tumulti a dimostrazione che “la rivoluzione dei gelsomini” non aveva risolto i contrasti tra le varie anime di questa nazione che, giustamente, consideriamo tra le più avanzate del mondo islamico e che è la più vicina, non solo in senso geografico all’Italia.
Se gli integralisti vogliono che noi rinunciamo a fare turismo nelle terre dell’Islam, nulla di più semplice, anzi mi meraviglio che ancora le crociere approdino in Nord Africa.
Purtroppo il problema è molto più grave, perché i terroristi non aspettano che andiamo da loro, sanno benissimo come agire a casa nostra, e francamente non penso che a questo punto si possa risolverlo con la diplomazia e il dialogo.
Le regole della diplomazia e del dialogo non valgono con chi conosce solo la sopraffazione, la violenza, la distruzione.
Prima di mettersi contro la Germania Nazista.le potenze europee tentarono di trattare con Hitler. Con quale risultato? Consentirgli di rafforzarsi, allearsi con Stalin, poi diventato suo nemico, e spartirsi la Polonia con l’Unione Sovietica.
Chi non voleva fargli la guerra diceva allora che non valeva la pena di “Morire per Danzica.” e anche oggi non ci sembra giusto rischiare di imbarcarci in una guerra contro il Califfato.
Tanta pubblicistica cattolica oggi insiste per le soluzioni pacifiche, per la diplomazia, mette in guardia dal fare muro contro muro, dal cadere nella provocazione della violenza,sembra avere il complesso delle crociate.
Ma ci siamo dimenticati del motivo per cui sono state fatte le prime crociate? Le altre magari sono degenerate, ma le prime nscevano dall’esigenza di consentire ai pellegrini cristiani di recarsi in Terra Santa senza rischiare di essere massacrati.
Abbiamo inventato la favola di un Islam nei secoli buono, tollerante, progressista, perseguitato sempre dai Cristiani cattivi.
Invece le cose sono molto più semplici e più realistiche: c’è stato un Islam e un Critianesimo che nel corso della Storia si sono combattuti con metodi piuttosto discutibili da ambo le parti (discutibili, però, con il metro di adesso, e si puiò applicare il metro di adesso alla battaglia di Lepanto del 1571 o alla coalizione che salvò l’Europa dall’invasione turca nel 1683? ).
Oggi c’è un Islam che, nella sua stragrande maggioranza, ha preso le distanze dalle frange violente e integralistiche di cui è vittima anch’esso, e un Islam che vuole distruggere millenni di Storia e di civiltà, i diritti dell’Umanità conquistati e difesi anche con il sangue di tanti martiri.
A questo punto, ritengo che esista il diritto non solo per le persone ma anche per i popoli alla legittima difesa altrimenti finiremo come quegli Ebrei che, di fronte ai progrom e alla Shoa, assumevano un atteggiamento di fatalismo e di rassegnazione.
Laura Barone
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