NO A NUOVE PERFORAZIONI PETROLIFERE SUL NOSTRO TERRITORIO

L’assemblea organizzata dal Movimento No Triv, si è svolta nel pomeriggo di venerdi in Piazza San Giovanni.

Tenuto conto che, già nella prima assemblea, che ha preceduto quella di oggi, il Movimento si era confrontato anche con i lavoratori dell’Irminio Srl, (la società che effettua trivellazioni petrolifere nella nostra area), oggi è stato portato all’ordine del giorno, il recente parere favorevole ottenuto dalla sopracitata compagnia petrolifera, rilasciato dal comune di Ragusa, in un’area di notevole pregio paesaggistico, che è la foce del fiume Irminio. L’area, che come da cartografia della provincia di Ragusa, è definita Riserva Naturale Macchia Foresta del fiume Irminio, tutelata e sottoposta a vincolo paesaggistico, si presenta con elementi di notevole interesse ambientale, come ad esempio la tipica flora, costituita da macchia mediterranea, la fauna, composta da numerosi uccelli migratori, ecc  ecc. Sebbene la compagnia “Irminio Srl”, abbia rassicurato in merito alla sicurezza dei pozzi, il Movimento No Triv, non esclude eventuali incidenti, così come accadde in America. Le proposte del Movimento si muovono verso le fonti di energia rinnovabili, così come sta già facendo l’Arabia Saudita, settimo produttore di petrolio al mondo, che avendo capito che il petrolio è destinato, nei prossimi 30 anni ad estinguersi, vede, con grande lungimiranza, la possibilità di investire in altre fonti energetiche. Ribadisce il Movimento di evitare di concedere nuove autorizzazioni alle trivellazioni e di utilizzare solo quelle già esistenti; sul tema degli euro incassati dalle Royalty, una delle possibili soluzioni, per il Movimento No Triv, sarebbe quella di utilizzare questi soldi per aiutare coloro che hanno subito gli effetti della crisi, i disoccupati, oppure investirli nell’attualissimo tema dei rifiuti e della discarica. Vista la presenza dell’assessore all’ambiente Zanotto all’assemblea, il Movimento si chiede quale sia l’orientamento del Comune pentastellato, che aveva gridato con forza al cambiamento, alla rivoluzione, paventando innovazioni.

L’opinione pubblica, dicono i No Triv, cui è stato mostrato lo spettro della disoccupazione, si devono rendere conto che occorre trovare nuovi sbocchi occupazionali nei settori dell’energia pulita e rinnovabile: i posti di lavoro saranno più numerosi e sganciati dai ricatti delle compagnie petrolifere che minacciano la crisi ogni volta che qualcuno si oppone alle loro iniziative.

Il modello di sviluppo basato sul petrolio è vecchio e dannoso e crea solo danni all’ambiente e agli esseri viventi, sia nella fase estrattiva che nell’uso abbondante dei combustibili e dei derivati del greggio; inoltre, le pressioni delle lobby non permettono di ripensare ad una nuova stagione energetica.

Bisogna che si abbia il coraggio di invertire la rotta, agendo positivamente sulle scelte economiche basate sulla ricerca del profitto immediato, senza riguardo per le conseguenze negative di oggi e di domani.

Essere contro nuove estrazioni petrolifere significa volere occasioni di sviluppo compatibili con il nostro territorio, che coniughino lavoro e ambiente sano, favoriscano il turismo, l’agricoltura, attività a basso impatto ambientale, un’occupazione duratura e pulita.

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