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MOSTRA DI PIERO GUCCIONE
12 Mar 2015 18:05
“Lo stupore e il mistero del creato”. Questo è il titolo di una mostra antologica che la Città di Modica dedica al maestro Piero Guccione (che il 5 maggio p.v. celebra i suoi ottant’anni) ovvero uno dei maggiori pittori dell’arte contemporanea. Settanta opere che riempiono un arco temporale che va dal 1962 al 2014 provenienti da collezioni private da ogni angolo della nazione.
Il luogo deputato ad accogliere i cicli artistici del pittore sciclitano, ma che vive e opera a Modica, sarà l’ex convento dei padri Carmelitani di Piazza Matteotti.
Il grande evento culturale dell’anno, si tratta di una mostra di caratura nazionale, terrà la sua inaugurazione venerdì 22 maggio p.v. e l’esposizione rimarrà aperta per sessanta giorni.
Si tratta di grafiche, oli che ripercorrono la vita artistica di Piero Guccione: dalle sue prime esperienze siciliane, poi il periodo romano maturato accanto ad un grande maestro della pittura di tutti i tempi come Renato Guttuso, e quindi Catania e poi nuovamente la Sicilia con il suo paesaggio, il suo mare, la sua luce.
La mostra è stata presentata, stamani, a Palazzo San Domenico, sede del Comune di Modica, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il sindaco Ignazio Abbate, i curatori dell’evento: il coordinatore dell’esposizione, Tonino Cannata e il curatore scientifico, lo storico dell’arte Paolo Nifosì che con Andrea Guastella hanno collaborato alla parte artistica.
“Abbiamo messo in cantiere, dichiara Tonino Cannata, un evento unico nella storia artistica di questa città. Piero Guccione costituisce, per il nostro territorio e per il mondo dell’arte, un esempio raro di artista profondamente legato alla sua terra. Ringrazio l’amministrazione comunale e gli sponsor che in modo convinto hanno recepito il nostro progetto. Un omaggio ad un’artista, prossimo a festeggiare gli ottant’anni, schivo ma ricchissimo di risorse e al quale Modica vuole dedicare un momento alto e fortemente rappresentativo”.
L’ex convento del Carmine sarà adeguatamente arredato per ospitare questa mostra che non ha precedenti nello scenario artistico nazionale con l’installazione di luci e di supporti utili a sostenere un impegno espositivo di questo tipo.
Alla mostra si affianca un catalogo con le opere esposte, il saluto del sindaco, i commenti critici di Andrea Guastella, Marco Goldin, che sarà presente all’inaugurazione, Paolo Nifosì.
“Avremo la possibilità, dichiara Paolo Nifosì, di osservare i processi di maturazione artistica di Piero Guccione.
Dai riferimenti a Bacon a Munch sino a scoprire, dopo gli anni sessanta, la sua vera identità di artista talentuoso che riscopre il suo territorio trasformandolo in un luogo universale.
Egli, con estrema perizia e sensibilità, riesce ad interpretare i fantasmi della grande musica e dell’arte dell’ottocento riflettendoli, con una chiave di lettura originale e suggestiva, nel paesaggio ibleo, dove l’azzurro è il colore predominante: il cielo, il mare e le linee dell’orizzonte. La prossima opera è un dipinto sul Mediterraneo: una tela di plastica nera di morte. Un castigo che sa di contemporaneità perché è di dolore”.
L’ingresso alla mostra è libero e costituirà uno dei motivi di attrazione per la città ad Expò Milano 2015 come valore aggiunto per una visita nel nostro territorio.
“La destinazione d’uso dell’ex convento del Carmine è ormai deciso, afferma il Sindaco Abbate, esso diventerà una vetrina culturale di alto spessore artistico, tant’è che dopo il grande evento Piero Guccione è già pronta un’altra mostra di grande caratura nazionale che abbiamo già in cantiere con la soprintendenza di Ragusa.
Accogliendo entusiasticamente questa iniziativa siamo convinti e partecipi dello sforzo, in termini di risorse umane ed economiche, messo in campo. Questa operazione passa attraverso una formula felice quella secondo la quale al pubblico si associa anche l’iniziativa privata che ha inteso sostenere questa appuntamento di grande spessore artistico che ha pochi precedenti in città. Questa occasione costituisce un valore aggiunto all’immagine della città che intendiamo veicolare ad Expo Milano 2015”.
Alla conferenza stampa hanno partecipato il vice sindaco, Giorgio Linguanti, l’assessore alla Cultura, Orazio Di Giacomo e gli assessori Giorgio Belluardo e Pietro Lorefice.
Sarà inaugurata il 22 maggio 2015 un’importante antologica del maestro Piero Guccione presso l’Ex Convento del Carmine in Piazza Matteotti, con circa settanta opere, in occasione del suo ottantesimo compleanno. La mostra è voluta dall’Amministrazione Comunale di Modica con la presenza di alcuni sponsor. Curatore scientifico della mostra è Paolo Nifosì, con la collaborazione di Andrea Guastella. Il coordinamento organizzativo è affidato a Tonino Cannata. Per l’occasione verrà realizzato un catalogo. La mostra per completezza e rappresentatività è la più significativa che si sia mai svolta in area iblea. Le settanta opere riguardano l’attività del pittore dai primi anni Sessanta ad oggi, coprendo cinquant’anni del suo lavoro. Non è facile mettere assieme un’antologica del genere dato che tutte le opere dell’artista sono di collezionisti privati e provengono da tutt’Italia. La mostra che la città di Modica dedica nella ricorrenza degli ottanta anni di Piero Guccione vuole essere una testimonianza sintetica e certamente non completa della sua attività, la cui “varietà dei soggetti è eroica” a quanto scrive Susan Sontag nel 1984, nella fase centrale del suo procedere, e da quel momento molte cose sono accadute per confermare ancor di più l’affermazione della Sontag. In sintesi questi i momenti nella vita di Piero Guccione: la sua formazione scolastica tra Scicli, Comiso e Catania; il suo arrivo dalla Sicilia a Roma nel 1954 per poter capire di più di quanto succedeva nel mondo dell’arte e della società delle tendenze sia artistiche che ideologiche, ed ancora un apprendistato che diventa confronto nella scelta dei suoi possibili maestri, dei suoi possibili interlocutori contemporanei e poi il taglio del cordone ombelicale, come è normale che sia per una nascita, per una autonomia di pensiero e di linguaggio che può individuarsi nei primi anni Sessanta (1960-1965); e da questo momento in avanti la sua libertà nell’essere sé stesso, nel poter dire e raccontare col disegno e con la pittura, seguendo i suoi fantasmi, il suo immaginario, in una sintesi tra l’affidarsi all’inconscio e la necessità di formulare un linguaggio che ha le sue regole, le sue leggi, nel considerarsi consapevolmente un anello della catena nella storia della pittura. La vita romana durerà fino al 1979, con una presenza costante per tutti gli anni Sessanta, una presenza alternata tra Roma e la sua casa di Punta Corvo durante gli anni Settanta, con otto mesi romani e quattro cinque mesi davanti al mare Mediterraneo tra la fine della primavera e l’inoltrato autunno. Nel 1979 il suo ritorno definitivo nella sua Itaca, nella nuova casa abitata di Quartarella insieme alla compagna Sonia Alvarez, nella campagna modicana, dove ancora oggi vivono. Osserverà che la storia della sua pittura si può fare seguendo le case che ha abitato, i luoghi che ha frequentato per lungo tempo, introiettati e fatti propri.
In mostra saranno rappresentate tutte le fasi della sua esperienza. Dalle opere dei primi anni Sessanta in cui si individua la sua autonomia linguistica.Guttuso osserverà che nella pittura di Piero si avverte “ il bisogno di partire dalle cose”. Da quel momento la sua sarà una pittura visiva e la scelta sarà la figurazione. Si possono ricordare a tal proposito i Giardini, le Antenne i Riflessi sulla Wolkwaghen. Guccione procederà per cicli pittorici. Alla fine degli anni Sessanta il ciclo degli Aeroporti con uno spazio che si avverte come metafisico ed hopperiano. Intorno al 1970 comincia il lento cammino per il ritorno in Sicilia. Comincia a dipingere il mare che osserva dalla casa di Punta Corvo, tra Cava d’Aligae Sampieri, ed il mare sarà sempre più protagonista nella sua pittura, con parallele incursioni verso altri temi dovuti alla scoperta della natura. L’attenzione all’Ibiscus, del suo giardino con le piccole palme, contestualmente all’uso del pastello. Le influenze di maestri quali Bacon e Munch lentamente scompaiono e la natura è dipinta con inedite immagini sia nell’affrontare il tema del mare sia nei cicli dei pastelli che si infittiscono negli anni Ottanta: due i cicli dedicati al Carrubo, uno dedicato alla Malinconia delle pietre e uno a Friedrich. Un attenzione a Bacon con una serie di disegni del ritratto dell’artista e un’attenzione a Matisse con opere dedicate a Matisse e la modella. Sia il mare che gli altri temi sono occasioni per esprimere sentimenti vari dalla solarità e dallo stupore difronte alla bellezza, alla malinconia, all’indignazione di un paesaggio aggredito, L’area iblea diventa sempre più il luogo degli accadimenti anche letterari e musicali. E’ il caso di ricordare il ciclo di pastelli su Norma, sulla Cavalleria rusticana e sul Tristano ed Isotta. L’occasione del restauro del teatro Garibaldi determinerà una serie di pastelli dedicati al carrubo, alla Chiesa di San Giorgio e ad alcuni d’après.Se il mare e il paesaggio ibleo sono temi centrali, dagli anni Ottanta comincia l’altro grande percorso di Guccione sarà l’attenzione per le opere d’arte dei classici dal Rinascimento all’Ottocento, con una continua ed ininterrotta reinvenzione di opere d’arte da Masaccio, a Michelangelo, a Caravaggio,per citarne solo alcuni di un lungo elenco. Gli ultimi quindici anni continueranno ad essere dedicati al mare e parallelamente ai d’après. Il tema del mare nell’analizzarlo dai primi dipinti a questi ultimi fa registrare i mutamenti che nella sua pittura avvengono, il lavoro ossessivo e di lunga durata su pochi oli e un continuo cambiamento nel modo di rappresentarlo per rendere tensioni e complesse e sovrapposte emozioni, per raggiungere nelle ultime opere una serena contemplazione affidata alla luce nelle sue possibili variazioni durante il giorno e durante le stagioni per dipingere il cielo, lo spazio infinito e quanto di simbolico quello spazio può contenere.
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