MITICA GRECIA ANCHE OGGI

La Grecia, oltre ad essere la realtà politica che conosciamo, è un paese con cui condividiamo le nostre radici, come del resto tutto l’Occidente, attraverso la sua storia, il pensiero filosofico e la grande democrazia che l’hanno abitata e formata nel passato.

Si estende in mare con la sua parte peninsulare, il Peloponneso, che giace in quello che nell’antichità era l’ombelico del mondo: il Mar Mediterraneo.

Tantissime sono le sue isole, divise in piccoli e grandi arcipelaghi che la formano e completano: Ioniche, Cicladi, Dodecanneso, del golfo di Saronico e Argolico, Sporadi e dell’Egeo settentrionale e orientale.

Ogni luogo un incanto, ogni paesaggio una storia, un mito…

Così come ogni nome e angolo della Grecia parla della cultura della sua gente, dall’animo contadino o di pescatore, e ovunque, estremamente solare, fiera, mediterranea anche nelle caratteristiche del parlare tanto, essere tosta o testarda; ospitale, conviviale; insieme per una partita a carte, a mangiare in allegria intorno a fitte tavolate, a bere un bicchiere di ouzo -distillato ad alta gradazione a base di mosto d’uva e passito ed anice ed erbe aromatiche- da accompagnare a mezedes -stuzzichini- o con la dieta mediterranea di prodotti freschi locali. E’ gente che ha difeso la propria identità, salvaguardando così la propria cultura e l’atmosfera dal sapore antico in ogni espressione, anche nel paesaggio così tipico.

Atene, la capitale, nei mercati, negozi e taverne, trasforma in qualcosa di unico e particolare l’acquisto d’artigianato, la camminata di giorno nelle piazzette scalinate e giardini, la fotografia del cambio della guardia davanti al Parlamento o la panoramica dall’alto…E anche per una serata di vita notturna che incontra la musica rebetika nata nel Pireo, il porto, da marinai e prostitute del passato.

C’è prima di tutto, l’Atene dell’Acropoli, maestosa e sovrastante, con i templi agli dei protettori della città Athena e Poseidone del mare, l’agorà, i portici, il teatro…

Da sola basterebbe a rappresentare tutta la Grecia, la sua arte, la religione, le credenze, le tradizioni, i mestieri…: tutto contiene in sé, sia dell’Olimpo sia della terra dei comuni mortali!

Sempre il porto di Atene, il Pireo, che vide salpare le lunghe navi da guerra e i larghi scafi per commerci, a vela quadra e carichi dei rematori, verso l’istmo di Troia e le colonne d’Ercole e ogni costa, resta oggi con scalette e vicoli e case chiare e colorate con le taverne dove si cucina il pesce- emozionante, più che altro, nella zona dei Turchi. Nell’entroterra, è Delphi, invece, la città dell’oracolo del dio Apollo, con i resti riconoscibili del tempio nel sito archeologico e il ricordo delle vestali e del fuoco mantenuto sempre acceso.  E dei “giochi” Pitici ed Olimpionici? Allenamento e controllo della forza, rigore fisico e morale, correttezza nelle sfide con gli avversari.

Al Pireo oggi, approdano e partono anche i traghetti per le isole, e forse sono proprio quelle, che fanno da significato e significante della Grecia, e quel blu del cielo e del mare cristallino, con quel senso interiore di “isola”- classico e arcaico, da cui lo stesso concetto occidentale-  e quel bianco abbacinante ovunque, a far sentire fuori dalla realtà e nel contempo dentro e vicino ad un mondo diverso, quello della storia e dei miti, per cui i mulini a vento, i telai antichi per fare tessuti, i monasteri con le cupole blu, i pescatori che aggiustano le reti, un tavolo e due sedie all’aperto…ancora ci ri-mandano  immagini che paiono venire da lontano, invariate. A quando per esempio file di muli salivano lente ai mulini per macinare lo smeriglio -in passato molto richiesto- a Moutsouna su Naxos, l’isola dalla simbolica “porta”, il reperto archeologico visibile all’arrivo sull’isola, oggi.

Circondano, le isole, da ovest ad est, dall’Ionio all’Egeo, dalla vicinanza con l’Italia alla Turchia, attorniando la penisola e la parte continentale della Grecia.

Conosciute dai turisti che amano relax, clima, vestigia d’arte, siti archeologici, folklore, ma anche divertimento e la cucina di mare, o ancor più …quel sogno misterioso dell’uomo, che si è nascosto fra miti, eroi, divinità, muse; confronti, lotte, virtù, imprese impossibili e vittoriose.

 Qui ancora oggi sembrano nell’aria o che possano sorgere dall’acqua nel momento in cui fuori dal tempo e dallo spazio ci si perde con lo sguardo.

Appunto, a guardarla bene, la Grecia, è tutta una sorta di mappa mitologica, da sorvolare in volo radente!

Tra le isole Ioniche: Corfù Paxos Cefalonia Itaca Zante, Citera e Anticitera. Nomi -Corfù e Cefalonia- che ricordano la storia combattuta nella II guerra mondiale e l’eccidio degli Italiani della Brigata Acqui. O ricordano la poesia, dove s’annida un primo concetto di “nazione”, positivo di riconoscimento come fratelli di una stessa “madre-terra”: Zante.

Ugo Foscolo, alla fine del 1800 dedicò alla sua isola nativa il sonetto “A Zacinto”:

“Né più mai toccherò le sacre sponde

ove il mio corpo fanciulletto giacque,

Zacinto mia, che te specchi nell’onde

del greco mar da cui vergine nacque

Venere, e fea quelle isole feconde

col suo primo sorriso…”

E’ di nostalgia dolorosa, per l’esilio dalla sua patria che Foscolo canta Zante.

Come la canterebbe Omero, come la vivrebbe Ulisse, che tanto soffrì prima di ritornare ad Itaca.

A settentrione dell’isola c’è la Fossa di Calipso, che richiama un’altra figura mitica dell’Odissea: Calipso, ninfa marina, che per sette anni trattenne Ulisse. Lì vicina: Itaca, l’altra isola, casa e regno dell’eroe Odisseo e dell’altra figura femminile: la sposa ideale, la fedele e forte Penelope -discendente di Perseo- che aspetterà per vent’anni il ritorno travagliato di Ulisse dalla guerra di Troia, facendo e disfacendo la tela, per temporeggiare e non sposare uno dei Proci, i quali spadroneggiavano sull’isola in assenza del legittimo re.

Fra le Cicladi, in una sorta di cerchio intorno a Delos -dove venne al mondo Apollo figlio di Leto e di Zeus- sono note Naxos, Milo e Santorini di origini vulcaniche, Anofi, legata al mito degli Argonauti, che sconfissero il gigante Talo, e Paros e Antiparos.

Del Dodecanneso: Astipalea, quasi una farfalla nei sue due lembi di terra separati da un istmo, e Calimno, Castellorizo…

E nell’Egeo, Creta, l’isola più grande della Grecia; dedicata ad Apollo, figlio di Zeus e dio della malattia e della cura, raffigurato come arciere.

Evia o Eubea è la seconda isola della Grecia per grandezza.

E Chios, Limnos…, e c’è Samos, isola verdeggiante, del vino e del matematico Pitagora, di monasteri dove in un reliquiario si dice sia una scheggia della Croce di Gesù.

A sud di Samo, c’è Ikaria l’isola dove si narra sia caduto in mare Icaro, figlio di Dedalo, l’architetto che aveva progettato il labirinto di Cnosso dove era rinchiuso il Minotauro, e poi imprigionato perché non ne svelasse i segreti. Ed altri ancora sono i richiami concettuali della comune cultura occidentale: di “labirinto” e del “volo” dell’uomo. Dedalo, dunque, fuggì dalla prigione, grazie alle ali costruite per sé e per il figlio, con penne di uccello e incollate con cera che lo portarono fino in Salento dove atterrò sano e salvo. Icaro invece si avvicinò troppo al sole, che sciolse la cera. Così il giovane precipitò.

E di Rodi che dire? Nell’antichità vi troneggiava altissima una delle sette meraviglie del mondo. La statua del Colosso di Rodi era presumibilmente alta 32 metri e fungeva da faro: posta forse nel porto, ma più verosimilmente in zona sopraelevata della città, dedicata al dio Helios, era una colonna di pietra, rinforzata da putrelle di ferro e ricoperta di lastre in bronzo; cadde a causa di un terremoto. Di certo i canoni della “bellezza” e delle proporzioni classiche, invariati per anni, nella pittura e nella scultura non mancarono al Colosso…

Altre isole ancora, di Saronico, vicino ad Atene e all’Attica: Salamina, Egina, Paros, Idra e Spetsis…

E l’isola di Lesbo, altra culla di cultura nel passato, di “istruzione” e scuole, è la terza per grandezza; vi è nata Saffo, la grande poetessa che ha dato voce lirica ai sentimenti più delicat, e che riteneva “superiore la persona del poeta” rispetto a chi non ama e non vive l’armonia della letteratura e poesia.

Se ancora oggi ci perdiamo noi, solo nel nominarle tutte queste isole, ognuna delle quali meriterebbe nota e visita con sosta, come non poteva Ulisse, l’eroe greco per eccellenza, perdersi lungo la strada del ritorno a casa, nel suo nostos? Al di là degli dei favorevoli o contrari, in tempeste e bonacce, non è il senso del “mar Mediterraneo” stesso ad avere l’anima così mossa, spumeggiante, imprevedibile, repentina, cangiante, che avvicina ed allontana, porta e manda in ricerca uomini, idee, merci, approda e dà conoscenza di cieli, di stelle notturne in navigazione, di storie, di leggende, fratellanze, “ospitalità” ed inimicizie?

Esso è luogo che langue o battaglia, ché di Poseidone ha l’ira e la vitalità, mentre la Grecia tutta è una volta ancora sole e mare, bianco e azzurro: colori misteriosi e spirituali.

Tiziana Margoni

 

 

 

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