“MIO FIGLIO NON È UN VIOLENTO, È UN PIRLA”

Mattia Sangermano, il  ventunenne che si è ritrovato venerdì a Milano fra i black block, senza nemmeno capire quello che stava accadendo e senza capire quello che ha dichiarato in un video, in un altro video ha ritrattato tutto.

Evidentemente è stato imbeccato dal padre o da qualche avvocato per evitare conseguenze più gravi alle sue parole in libertà.

Questo giovane, la cui capacità di ragionamento e la fluidità verbale  appartengono più ad un infante che ad un adulto (a 21 anni non ci si può definire nemmeno più adolescenti), frequenta  un liceo economico sociale.

Ma è stato bocciato già due volte, quindi è solo colpa sua se non ha saputo fruire  di un livello e di un  tipo di istruzione ben lontano da  enunciazioni  del tipo: “Come è bello spaccare tutto”…  “Però io stavo solo a guardare e non ho spaccato niente,se avessi avuto qualcosa in mano, avrei spaccato qualcosa anch’io.”

Vorrei fare una riflessione sul padre, e poi vorrei dargli un consiglio.

Anche se non ho figli, in 32 anni di insegnamento in un istituto medio superiore,

ho avuto a che fare con migliaia di giovani.

Una volta volli parlare con un padre il cui figlio, al quinto anno, frequentava  molto saltuariamente e si ecclissava soprattutto al momento delle verifiche, mi disse: “Mio figlio ha vent’anni, cosa posso fare a un ragazzo di vent’anni?” Non gli risposi  anche perché  aveva l’aria di dirmi : “Ma a te cosa interessa se lui viene o non viene a scuola?”

Il padre del ventunenne “quasi black block” ha detto la stessa cosa: “Che ci posso fare, ha ventu anni!”

Sono sicura che era la medesima cosa quando aveva tre, cinque dieci, quindici anni perché sappiamo bene che moltii genitori di adesso hanno soggezione dei figli,aan che piccoli, non sanno mai dove sono e cosa combinano,cascano dalle nuvole quando li chiama la polizia,  hanno paura di  sgridarli, di punirli, li difendono sempre, pensano che il loro dovere sia solo assicurare il benessere e tutti i marchingegni del consumismo più sfrenato.

Per  fare un esempio: famiglie che hanno seri problemi economici comprano ai figli il cellulare più sofisticato, tanto è un acquisto a piccole rate!

Poi questi cellulari, nel migliore dei casi,  servono per copiare da internet, per isolarsi sempre  e continuamente dagli altri, nel peggiore dei casi, per fare del cyberbullismo.

Vorrei chiedere a questo padre, ha mai visto “I Vitelloni” di Federico Fellini? No? faccia di tutto per vederlo. Lì c‘è un padre   che si toglie la cinghia per punire come si deve, punizione sacrosanta, un figlio “vitellone”,oggi si direbbe bamboccione, già sposato e padre  a sua volta.

Sono cose d’altri tempi? No,ha fatto il giro del mondo in questi giorni il video di  una madre americana che prende a scapaccioni il figlio aspirante spaccatutto pure lui!

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it