MESSAGGIO DEL VESCOVO DI NOTO MONS. A. STAGLIANO’ AI FEDELI
02 Mar 2016 06:09
Carissimi,
pensando al viaggio della nostra conversione quaresimale mi vengono in mente quelle belle espressioni di Marco Mengoni in Ti ho voluto bene veramente (canzonetta che tutti i nostri ragazzi cantano, il cui testo conoscono a memoria, magari senza rifletterci troppo…o per nulla): “la meta non è un posto, ma quello che proviamo, e non sappiamo come e quando ci arriviamo”. Proviamo il cambiamento nella nostra vita? E dove? Nelle emozioni, nei sentimenti, nelle volontà, nella sensualità, nell’intelligenza, nella nostra corporeità. Se no, dove? Siamo in viaggio, così come siamo. In particolare, camminiamo dentro e con le nostre fragilità. La fragilità, sapete bene, ha molte espressioni, ha molti volti: racconta i nostri limiti; confina con le zone d’ombra della nostra vita; è conseguenza di qualcosa che manca; ci mette a nudo talvolta in una dimensione di povertà essenziale, di umanità, di assenza di amore. La fragilità ci rende anche disumani, ogni volta che “essere umani” significhi mettersi in gioco, rinunciare alle nostre sicurezze, scegliere prima di ogni cosa il bene dell’altro. Guardarsi dentro non è mai facile, anzi sovente risulta complicato ed emotivamente impegnativo. E’ più facile chiudere gli occhi e tirare diritto, più oneroso invece sostare sulle dune nel deserto. Il segreto è “custodire il cuore” anche nelle esperienze di fragilità. In quel momento di necessità estrema di cura, nulla s’interromperà se ci apriamo a ricevere “l’amore transitivo”, alla sequela di Gesù, restando fermi (=è il senso della fede che invoca stabilità) in quel “come io ho amato voi”. Accoglieremmo allora Cristo nelle nostre storie, insieme al suo modo eccentrico di vivere l’Amore. Accettare i nostri limiti per quest’amore, ci rende meravigliosamente umani, capaci di partire comunque, anche senza conoscere la meta del viaggio, di ascoltare, nell’abbrutimento del quotidiano, le Parole di Amore che salvano l’esistenza. E chissà, viaggiando… spunta il santo, cioè l’uomo vero in noi.
Diventi un augurio per tutti, di cuore +donTonino