MARCELLO VENEZIANI DOMENICA A IBLA SARA’ IL PROTAGONISTA DI “SERATA ITALIANA – COMIZIO D’AMORE”

L’associazione “Ragusa in Movimento” e l’associazione culturale “Area iblea – Peppe Marino” presentano, per domenica 24 aprile, un grande evento. Alle 18,30, infatti, all’auditorium San Vincenzo Ferreri di Ibla, ingresso libero fino ad esaurimento posti, si terrà la “Serata Italiana – Comizio d’Amore” con la presenza di Marcello Veneziani. Il giornalista-scrittore metterà in scena il format teatrale che sta girando per cento città italiane, un racconto con innesti musicali, passi recitati, immagini e riprese cine-televisive, incentrato sul risveglio d’Italia dal torpore depresso dei nostri giorni. Una manifestazione di tipo culturale e civile, pre-politica, non partitica, incentrata sulla voglia di essere, diventare, tornare a essere italiani. Un evento voluto dalla Fondazione An, del cui comitato scientifico e culturale Marcello Veneziani è presidente. “Ragusa in Movimento” e “Area Iblea – Peppe Marino” hanno voluto così fornire la possibilità anche ai ragusani di assistere a una kermesse che, nelle intenzioni dei promotori, servirà a scuotere le coscienze. Ma perché Marcello Veneziani ha promosso un format del genere? “Voglio bene all’Italia – dice – anche se mi fa male vederla così. Voglio bene all’Italia anche se è davvero malata, ma questo è un motivo per amarla di più. La vedo tutt’altro che eterna e possente, la vedo fragile e assente, molto invecchiata; la vedo stanca e spaventata, la maledico, ma è una ragione di più per darle il mio fiato. Perché l’Italia non è solo una Repubblica. L’Italia è mia madre. L’Italia è mio padre. L’Italia è il racconto in cui sono nato. L’Italia è la lingua che parlo, il paesaggio che mi nutre, dove sono i miei morti. L’Italia sono le sue piazze, le sue chiese, le sue opere d’arte, chi la onorò. L’Italia è la sua storia, figlia di due civiltà, romana e cristiana. L’Italia è il mio popolo e non riesco a fare eccezioni, quelli del Nord, quelli del Sud, quelli di destra o di sinistra, i cattolici o i laici. Ho preferenze anch’io, ma non riesco a escludere per partito preso. Non escludo chi parte e nemmeno chi arriva. L’Italia è il ragazzo che va all’estero, l’Italia è l’immigrato che si sente italiano. Ho gerarchie d’amore; amo prima e di più chi mi è più caro e più vicino, come è naturale. Vorrei che l’Italia fossero pure i figli dei miei figli. Vorrei poi che l’Italia premiasse i migliori e punisse i peggiori, ma voglio che resti Italia. Con l’Europa o senza. Repubblica vuol dire che l’Italia è di tutti e lo spirito pubblico prevale sull’interesse privato. Ma dire Repubblica è troppo poco, c’è una parola più adatta: Patria. L’Italia è la mia casa, è il ritorno, è l’infanzia, il cielo e la terra che mi coprirà”.

 

 

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