LETTERA DI MONS. STAGLIANO’ AI FEDELI DELLA DIOCESI DI NOTO …ED OLTRE

Carissimi,
è impossibile ricevere la misericordia di Dio senza quel discernimento interiore che ci convince del nostro bisogno di perdono. Questo discernimento porta ll’invocazione: “sono un peccatore Signore, abbia pietà di me”. Talvolta spinge anche a un “pianto amaro” (come quello di Pietro dopo il tradimento al canto del gallo). Lo stesso accadde a San Corrado, quando un’altra sapienza lo colse e come cervo assetato anelò alle sorgenti della misericordia, secondo il suo stesso racconto:
 
“Vertigine armoniosa, / pur inquietante / come trivella indomabile scava /giù non si ferma, /avanza sempre più giù /oltre la barriera sconfinata della psiche /giù ancora e ancora giù, nell’anima.
 
Vidi in me, me assente /assente non c’ero /non ero io, io che non ero/e dove ero io, /là se non c’ero /si, presente non ero in verità /nell’assenza di me mi scrutavo /sospettando della mia identità. 
 
Disprezzo il mio male, ne ho orrore / troppe lunghe le stagioni del disonore/ mi sento perciò un cervo assetato / anelo alle sorgenti d’acque limpide / con speranza grido me infelice/ vedo la mia coscienza svuotata / da pozzanghere fuggo / da cisterne screpolate.
 
Urge dalle viscere un’altra sapienza / cerco purezza / e nel perdono trovo verità / bramo solo di fare grande penitenza / perché il mio cuore di pietra si frantumi / e nulla resti del suo linguaggio duro:
 
«Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; / nella tua grande misericordia / cancella la mia iniquità. / Lavami tutto dalla mia colpa,/ dal mio peccato rendimi puro».
 
            Nell’Anno della misericordia, possa la misericordia continuare a scendere come pioggia abbondante su di noi e possiamo noi metterci “sotto” questa pioggia “a dorso nudo” per esserne inzuppati fin dentro le ossa. E’ una speranza, è un augurio per tutti. Un caro saluto da Lucerna (Svizzera) nel “segno” della trasfigurazione del Signore, con l’affetto mio, di don Mimmo e di tanti immigrati siciliani e calabresi di prima, seconda e terza generazione, i quali lottano oggi per il “diritto” di abitare la terra dove sono giunti con fatica e sofferenza, dove sono cresciuti contribuendo alla crescita del paese, dove sono anche nati..
+donTonino

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