LE SCUOLE DI MODICA RACCONTANO “LA CASA NELLA CITTÀ E LA CITTÀ A MISURA DI CASA”

Prosegue il cammino verso Crisci ranni 2015. Il prossimo 11 aprile si rinnoverà a Modica l’antico rito secondo cui il sabato dopo Pasqua si lanciano in alto i bambini e si accolgono gli slanci dei giovani. La festa – per il quinto anno consecutivo – è misura di una città che si prende cura della crescita. 

Il Cantiere educativo Crisci ranni, supportato da Caritas italiana e dal progetto “Città inclusiva” – promosso dalla Fondazione di Comunità Val di Noto e sostenuto da Fondazione con il Sud – concentra quest’anno attenzione e passione educativa sul tema «La casa nella città, la città a misura di casa…», pensando al rapporto tra Casa e Città ovvero la Casa che consegna alla città la misura dell’affetto, la Città che – preoccupandosi delle Case – valorizza le famiglie e le sostiene. L’obiettivo è ritrovare i significati dimenticati dell’abitare, ripensando, insieme ai ragazzi, la casa come luogo della sicurezza interiore da “portar con sé” nel loro “andare nel mondo” e il mondo come “casa grande” che abitiamo, dove abitare significa mettere radici, avere legami, appartenere ed essere coinvolti interamente.

Il tema è stato elaborato nel corso di un cammino educativo avviato insieme alle scuole della città, che si sono attivate accogliendo e realizzando le proposte operative.

In queste settimane che precedono il rito, Crisci ranni accoglie le visite dei bambini delle scuole primarie e dell’infanzia di Modica che, accompagnati da genitori e maestre, conoscono il Cantiere educativo e il rito, e consegnano i loro lavori e li raccontano. Così il cerchio con le classi diviene momento di gioco, amicizia, condivisione e si fa luogo che accoglie i pensieri e i desideri dei bambini sul tema del rito di quest’anno.

“Quale colore rappresenta la mia casa” è l’attività pensata per i più piccoli: i bambini del primo anno di scuola dell’infanzia hanno realizzato degli origami a forma di casetta – che convergeranno man mano su un plastico rappresentante la città, preparato a Crisci ranni – e ciascuno ha dato significato al colore scelto per la propria casa.  

Gli alunni più grandi delle scuole dell’infanzia e quelli delle scuole primarie hanno invece realizzato dei cartelloni a forma di casa dal tema “Cosa mi piace della mia casa da portare nella città”: ogni bambino ha rappresentato ciò che della propria casa gli piace e lo aiuta a stare bene  (l’affetto, il calore, lo stare insieme…) e che quindi vorrebbe portare in altre case, nella città.

Attivati anche due laboratori creativi per i bambini e i ragazzi di Crisci ranni, curati dall’Istituto di Gestalt Therapy HCC Kairòs che, nell’ambito della collaborazione con la Fondazione di Comunità Val di Noto, supporta la rete dei cantieri educativi con consulenze e supervisioni e con lo “Sportello di consulenza alla coppia genitoriale”.

Emerge – nei lavori che tappezzano in questi giorni le pareti dei locali di Crisci ranni –  che di una casa non importa quanto sia grande o riccamente ammobiliata. Ciò che conta sono le vite che vi abitano, perché è nella casa che trovano spazio le relazioni profonde.

Le classi delle scuole secondarie di primo grado sono state invitate a riflettere sul  “senso dell’avere una casa” e a scoprire “il significato delle case nelle varie culture del mondo”. I ragazzi hanno avviato una ricerca di detti popolari, filastrocche, canzoni, preghiere, interviste che trasmettano il significato dell’avere e abitare una casa; realizzando video e foto hanno messo in risalto il senso intimo della casa che aiuta a crescere in questa nostra città e nelle altre civiltà del mondo. Gli scatti saranno esposti a Palazzo De Leva dall’ 1 al 12 aprile.

I ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado, infine, attraverso un cineforum e la produzione di foto e saggi brevi sulla base di brani letterari, testimonianze e opere d’arte, riflettono su “La mia casa dov’è – dalla casa interiore alla responsabilità nel mondo”, ovvero sull’insieme di esperienze che permettono all’uomo di “abitare il mondo”, trasformando lo spazio, dandogli significato, umanizzandolo, rendendolo destinatario di una cura attenta e amorevole, per ritrovare il valore della cura e della responsabilità sia attraverso itinerari di educazione civica e di elaborazione letteraria, sia attraverso concreti impegni nell’aiuto ai ragazzi del cantiere educativo.

 

 

 

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