LE MANCHEVOLEZZE DI PIAZZA POSTE

 Egregio direttore, ho avuto l’occasione di recarmi all’ufficio centrale delle Poste e, dopo aver sbrigato alcune piccole operazioni alo sportello, ho avuto modo di ammirare la nuova veste della piazza Matteotti, da sempre conosciuta dai ragusani come Piazza Poste.

Non si può negare che, senza auto posteggiate, tutta l’area assume un aspetto estremamente elegante e gradevole, ma pare che non tutto sia a posto, come ho avuto modo di percepire anche dai discorsi di gente che, come me, per motivi di lavoro, ha frequentato per anni la piazza e, quindi, è portato naturalmente a notare qualche piccola mancanza nell’esecuzione del progetto.

Fra l’altro, mi sembra che, già in occasione dell’inaugurazione, il suo giornale si sia occupato di qualche lacuna che, a quanto pare, nessuno ha pensato di risolvere, dopo tanto tempo.

Come già accaduto in via Roma, l’illuminazione lascia molto a desiderare, con un penombra dominante che scaturisce dalla ostinazione di progettisti che preferiscono badare all’estetica più che all’intensità dell’illuminazione, come se dovessero occuparsi del salotto di casa propria.

Come accaduto anche a Ragusa Ibla, a suo tempo, la pavimentazione presenta segni di cedimento precoce in qualche punto.

Un minimo di arredo urbano in più non guasterebbe, inappropriati sembrano i paletti che delimitano il tratto che confina con la via Matteotti, più consoni a un cortile condominiale che non al centro storico di una città.

Incomprensibile è lo stato in cui è stato lasciato il monumento ai postelegrafonici: le due stature raffiguranti militari non sono state minimamente sottoposte a un intervento di ripulitura, manca il pennone, nemmeno sostituito da una struttura più piccola, ma, soprattutto, non sono state ripristinate le scritte con caratteri in marmo che si trovavano sui lati del monumento, senza dire che il tutto è stato posato su una base più bassa, senza il rivestimento in granito rosso che si può notare nella vecchia fotografia del monumento.

Aspetti diversi che denotano la scarsa professionalità di chi si è occupato del ripristino ma, più ancora, la mancanza di attenzione di quanti, a vario titolo, si sono occupati dei lavori per conto del Comune.

Al riguardo sarebbe auspicabile identificare i responsabili di quello che può essere definito un scempio a danno di uno dei monumenti che più hanno caratterizzato la Ragusa del ‘900: senza troppi giri di parole, sono stati i tecnici comunali a dimenticare di inserire questi dettagli nel capitolato oppure la ditta esecutrice dei lavori ritiene di poter decidere come vuole ?

Lettera firmata

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