LE INCHIESTE INFINITE DI UN’ITALIA …FINITA

05 Giu 2014 15:42

Non è ancora chiusa l’inchiesta relativa ad Expo 2015 ed altri delinquenti ci deliziano con un nuovo caso di corruzione ad alto livello.

Questa volta l’inchiesta denominata MOSE, che non significa modulo sperimentale elettromeccanico ma magnaccia o sanguisughe eccezionali, vede indagate un centinaio di persone tra politici di primo piano, grandi imprenditori e manager e l’emissione di 35 provvedimenti restrittivi di cui uno per il Sindaco di Venezia.

Le accuse spaziano dal finanziamento illecito ,alla falsa fatturazione , alle mazzette per l’assegnazione di appalti truccati ad hoc per consentirne la sicura destinazione a coloro che sborsavano fiumi di denaro.

Quello che continua a farmi impressione non è oramai la quotidiana scoperta di altarini, a questo purtroppo siamo abituati da decenni di ruberie, ma la sfrontatezza di queste facce di bronzo che quando vengono beccate dalla Giustizia si dicono sempre essere estranee ai fatti addebitati.

In altri termini, si potrebbe dire che regolarmente la Giustizia prende delle cantonate.

L’altra cosa sconcertante è l’evidenziarsi d’un certo sentire che pubblicamente giustifica l’operato di questi malfattori, argomentandolo che quanto accade è solo il frutto d’un sistema sbagliato che spesso costringe gli imprenditori onesti ad adeguarsi alla realtà delle mazzette.

Onesti un cavolo! Chi si presta a certe operazioni è tutt’altro che onesto. Sono dell’avviso che esiste il ladro per la presenza del ricettatore; se non ci fosse quest’ultima figura, quasi certamente ci sarebbero meno ladri.

L’Italia è un paese finito, nelle mani della corruzione divenuta infinita !