L’AMMI AFFRONTRA IL DELICATO PROBLEMA DELLA MEDICINA DIFENSIVA

Nella splendida cornice della salone dell’Antica Badia Relais Hotel si è dato il via all’attività della sezione di Ragusa dell’Ammi, Associazione mogli medici italiani, con in testa la presidente facente funzioni Agata Giaquinta Iacono. Per un’educazione sanitaria ed una corretta divulgazione della medicina preventiva in favore della popolazione, l’Ammi affronta quest’anno  a livello nazionale un tema molto vicino al paziente e al medico ,  oggetto di incontro anche di questa conferenza in città: “La medicina di difesa, nuova realtà nel rapporto medico paziente, tutela per la professionalità del medico o garanzia per la salute del cittadino? Hanno preso la parola sul tema   il dott. Giuseppe Iuvara e l’avvocato Monica Veninata.

“Sono nelle sue mani”: questa una volta era  la frase con cui il paziente si rivolgeva al medico, oggi, purtroppo è cambiata con “Ma  lei è sicuro?

 Ha esordito così il dottore Iuvara per  introdurre il delicato problema della medicina difensiva . “E’ bene che il paziente sappia- ha detto il dottore Iuvara- che il 75% delle cause contro i medici finiscono sempre con l’assoluzione del medico. Purtroppo questo non fa notizia al contrario degli episodi di malasanità spifferati dai media. Di fatto questo crea nella popolazione un atteggiamento ostile a carico dei medici, soprattutto ospedalieri e ancor di più verso coloro che operano nel Pronto Soccorso. Il medico si trova ad essere bistrattato a dispetto della sua professionalità e dello spirito deontologico che lo anima. Il medico che vive un contenzioso giudiziario non può lavorare con serenità”. Da questa premessa il dott.  Iuvara ha fatto scaturire parecchi esempi di medici che  anche in provincia hanno vissuto male   la loro vita lavorativa a causa di un procedimento giudiziario conclusosi a suo sfavore.

 “La medicina difensiva- ha precisato Iuvara- riguarda tutti quegli accorgimenti superflui che il medico adotta per non essere denunciato e fra questi la prescrizione di analisi ed esami inutili, costosissimi e dannosi per la salute del paziente. Basti pensare che se a fronte di un buon esame clinico per sospetta appendicite si prescrive addirittura una TAC e che questa corrisponde per numero di radiazioni a circa 800 radiografie al torace, la salute del paziente è sempre più a rischio. Questo problema che sta compromettendo la serenità del medico e la salute del paziente deve essere più divulgato tra la popolazione attraverso varie associazione del territorio  che possano farsi carico di responsabilizzare più persone possibili. Noi abbiamo l’obbligo di recuperare il rapporto medico-paziente”

A dare le informazioni giuridiche sul problema è stata l’avvocato Monica Veninata che si è soffermata sui costi legati alle denunce e sui  nuovi aspetti assicurativi. “L’onere probatorio- ha detto la Veninata è molto gravoso ed i medici, a causa di un’affermazione della Cassazione circa una responsabilità presente del medico, sono obbligati a tutelarsi. L’accrescersi della medicina difensiva e l’aggravarsi del carico giudiziario, hanno portato sempre più ad intervenire per arginare gli oneri dei medici. La proposta migliore attualmente è quella di risolvere il contenzioso tra medico e paziente e per esito incerto si preferisce optare per il patteggiamento onde evitare il processo, ridurre la pena e non avere riscontri di responsabilità. Altro aiuto alla riduzione della medicina difensiva- ha concluso l’ avvocato Veninata-   è il rendere obbligatoria l’assicurazione per il medico”.

 Dal dibattito seguito alle relazioni dei professionisti in sala è emersa la conclusione che la medicina difensiva non rappresenta una tutela per nessuno. La serata ha chiuso i battenti con un cocktail offerto dall’Ammi.

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