LA SCOMPARSA DI GIUSEPPE GIARRIZZO

La scomparsa del prof. Giarrizzo, già allievo di Santo Mazzarino e Federico Chabod, ordinario di Storia moderna e  per decenni Preside della facoltà di Lettere e filosofia nell’Università di Catania, Accademico dei Lincei, avvenuta lo scorso 28 novembre, ha gravemente indebolito il mondo degli storici per il valore delle ricerche che Egli aveva compiuto, gli esiti scientifici che aveva raggiunto, le vie nuove che aveva indicato, le curiosità  storiche che aveva suscitato.

Ho lavorato con lui e il prof. Gastone Manacorda ( indimenticabile e indimenticato per profondità di pensiero e per umanità)  in anni lontani  per un  “comando”  all’Istituto Siciliano per la Storia dell’Italia contemporanea, e in quella  occasione ho potuto conoscerLo più da presso e sentirne la profondità della cultura, la delicatezza del maestro, il calore della simpatia.

Come tanti altri, nel corso della mia lunga vita e quale ricercatore di storia ho studiato sulle sue opere, fortemente interessato da alcuni dei campi sui quali, rivelando uno straordinario acume, Egli si è impegnato con risultati che lo hanno giustamente collocato tra i maggiori storici italiani ed europei. Ricordo in particolare quelle su Gibbon, Hobbes, Vico, Giannone, Muratori, che ne segnarono l’autorevole ingresso  tra gli storici più apprezzati e i cattedratici più noti, e quelle sui rapporti tra l’Illuminismo e la Massoneria, sulla storiografia, ecc. che ne confermarono le qualità di storico di altissimo livello.

Come storico e come politico il prof. Giarrizzo fu sempre fortemente interessato alle vicende economiche, politiche e culturali  della nostra isola, della quale ha trattato ampiamente in studi ponderosi e sempre densi di acute considerazioni: ricordo per tutti quelli davvero illuminante sulla Sicilia dai Vespri al Settecento – Ottocento, “Sicilia politica 1943-1945”, sulle vicende che portarono alla elaborazione dello Statuto e alla affermazione dell’Autonomia regionale, fondamentale per chiunque voglia approfondire la conoscenza di quel momento cruciale della nostra storia, la storia di Catania e quella davvero monumentale della sua Università, e la relazione su “La Sicilia e la crisi agraria” svolta in un importante convegno sui Fasci siciliani. Editorialista tra i più informati, scrisse con prosa estremamente limpida sulle vicende isolane, nazionali e internazionali

Giuseppe Giarrizzo fu socialista fin dalla più giovane età e tale è rimasto per tutta la vita. Nel mondo del socialismo isolano  ha rappresentato la cultura e la militanza politica, nel grande solco tracciato tra ‘800 e ‘900 dai socialisti isolani  Nicola Barbato,  Luigi Macchi, Eduardo Di Giovanni, Matteo Gaudioso, ……, uomini che seppero coniugare i vivissimi interressi politici e sociali, il sogno di una società  migliore  e una forte passione per la cultura, gli studi, la conoscenza storica e giuridica.

Nel 1985 rappresentò il PSI quale vice sindaco e assessore all’urbanistica a Catania. Animato  sempre da forti interessi politici, negli ultimi tempi seguì i fatti della sua/ nostra terra con  trepidazione, e considerò con dolore fenomeni di degenerazione e scadimento nella gestione delle prerogative concesse all’isola, di cui auspicò il rilancio attraverso l’impegno unitario delle energie sane in essa ancora disponibili.

Mostrò sempre una viva attenzione per le vicende della nostra provincia: ricordo in particolare l’interesse per l’attività dell’on. Giovanni Cartia in relazione all’autonomia regionale, la splendida relazione, intessuta di dati puntuali e di prima mano, che tenne sulla struttura demografica ed economica del Circondario di Modica nell’800, in occasione di un convegno su “S. A. Guastella e la cultura popolare”, e suoi interventi, sempre seguiti con attenzione vivissima, in occasioni di incontri culturali a Modica, Ispica e in altre località della provincia.

Per queste qualità lo ricorderemo e sentitamente lo rimpiangeremo.

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