LA RIFORMA DELLA PROFESSIONE DELL’INGEGNERE

RAGUSA – Si è aperta stamani, con una grande partecipazione, la prima sessione siciliana dedicata alla “Riforma della professione dell’ingegnere”, convegno organizzato dal Consiglio Direttivo provinciale dell’Ordine Ingegneri di Ragusa in collaborazione con il Consiglio nazionale Ordine Ingegneri e con la Consulta Ordini Ingegneri Sicilia. E’ stato un momento importante di incontro e confronto, con presenze illustri e qualificate, che ha visto la partecipazione di un nutrito numero di ingegneri, intervenuti da tutta la provincia, nonostante le non favorevoli condizioni meteo. E’ stata anche l’occasione della prima uscita ufficiale del rinnovato Consiglio dell’Ordine di Ragusa, che tra le sue prerogative, dal 2014 in poi, avrà quella dell’organizzazione della formazione continua dei suoi appartenenti, più di mille in provincia. “Un Consiglio direttivo formato da liberi professionisti, giovani ed appassionati al proprio lavoro, così si presenta il nuovo gruppo organizzativo, che si propone – sostiene il presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Ragusa, l’ing. Vincenzo Giuseppe Dimartino – di rappresentare tutte le categorie professionali presenti al proprio interno, puntando su nuove metodologie, che diano maggiore spazio alla partecipazione dei membri”. E’ stato proprio il presidente Dimartino ad aprire i lavori, ringraziando i numerosi colleghi presenti, sottolineando come ancora oggi sia motivo d’orgoglio appartenere alla professione degli ingegneri. La realtà ragusana vede giovani ingegneri trasferirsi in altre città o spostare lo studio in casa propria per ottimizzare le spese, ma è riuscita anche a crescere nonostante mancassero alcune infrastrutture necessarie, e l’Ordine, lontano dall’essere una lobby, dato che sono stati anche aboliti i minimi tariffari, continua ad essere uno strumento fondamentale per portare avanti proposte per fare uscire dalla crisi lo stato italiano. Ospite prestigioso è stato il presidente del Consiglio nazionale degli Ingegneri, l’ing. Armando Zambrano, che si è mostrato pronto all’ascolto delle esigenze provenienti dai territori. Ha parlato anche del risultato degli incontri fondamentali avvenuti pochi giorni prima con il presidente di Confindustria Squinzi, Bassanini ed altri insigni rappresentanti di enti nazionali, con i quali stanno insieme studiando semplici proposte sostenibili per uscire dalla crisi, a partire dai tempi troppo lunghi della burocrazia per pensare all’ultimazione delle opere incompiute in Italia, passando per le opportune defiscalizzazioni e per la rottamazione degli impianti. “Perché gli ingegneri sanno come coniugare qualità dell’opera con il rispetto dell’ambiente – ha ribadito Zambrano – e il Consiglio nazionale ha le idee per creare ulteriori sbocchi, tramite produttività, ricerca, innovazione e un posto di rilievo merita certamente la formazione obbligatoria”. Un altro importante intervento è stato quello dell’ing. Giuseppe Maria Margiotta, presidente della Consulta Ordini Ingegneri Sicilia, che ha sottolineato il rapporto tra riforma delle professioni e la necessità di un coordinamento sul territorio, specificando due elementi: la riforma introduce delle variabili nuove da scoprire e che possono avere anche dei costi, inoltre c’è la difficoltà di delineare realmente il territorio e le esigenze locali. Per tali ragioni la Consulta si propone come organo che possa dare continuità e garanzia a tutti gli appartenenti. Ha dato il suo apporto anche l’ing. Gaetano Fede, consigliere del Consiglio nazionale e presidente della Commissione Sicurezza ed Energia che ha spiegato i vari aspetti che riguardano il funzionamento di questo organismo. L’incontro è stato moderato dall’ing. Giuseppe Cicero.

 

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