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LA POLIZIA DI STATO HA INDIVIDUATO E SOTTOPOSTO A FERMO UNO SCAFISTA TUNISINO.
19 Gen 2015 12:26
La Polizia di Stato a seguito di serrate indagini, ha sottoposto a fermo MICHERI Fahim, nato in Almahedia (TNS) il 22.11.1977, in quanto è stato riconosciuto come colui che ha condotto il peschereccio sul quale erano stipate 241 persone di cui 229 uomini, 6 donne e 6 minori provenienti da diverse nazioni subsahariane, del Pakistan, dell’Egitto, del Marocco, della Tunisia e della Siria.
Raccolti gravi indizi di colpevolezza a suo carico grazie alle testimonianze dei migranti.
L’uomo è responsabile di aver condotto il peschereccio dalle coste libiche fino a quando non è stato intercettato da un pattugliatore della Capitaneria di Porto.
Il comandante del peschereccio è ritenuto essere responsabile del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, ovvero si associava con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
I migranti a bordo del peschereccio sono stati tutti identificati e trasferiti in altri centri presenti sul territorio nazionale ad eccezione dei marocchini, egiziani e tunisini che verranno espulsi con ordine del Questore di Ragusa.
I FATTI
In data 16/01/2015 alle ore 03,10 la nave “A. Peluso” CP 905, soccorreva un barcone carico di migranti. Alle ore 05.45 ultimava le operazioni di trasbordo stante le condizioni precarie di stabilità e non governabilità. Dopo avere prestato soccorso ai migranti la nave dirigeva verso il porto di Pozzallo dove giungeva in rada alle ore 23,00 del decorso 16/01/2015 ed iniziava le operazioni di sbarco. Terminate le predette la quasi totalità degli immigrati veniva trasferite in altre strutture presenti sul territorio nazionale mentre i cittadini egiziani, tunisini e marocchini venivano condotti presso il C.P.S.A. in attesa delle procedure di respingimento mediante provvedimento del Questore di Ragusa.
ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA
L’ufficio Ordine Pubblico ha messo a disposizione gli uomini coordinati dal Funzionario della Polizia di Stato della Questura di Ragusa responsabile del servizio che hanno atteso l’arrivo dei migranti gestendo le operazioni di sbarco senza alcun intoppo e permettendo di ospitare rapidamente i migranti al centro, con particolare attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche.
Alle operazioni partecipavano 30 Agenti della Polizia di Stato ed altri operatori delle Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le prime cure.
Il lavoro dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato è molto complesso e deve essere espletato in tempi ristretti così da permettere un immediato invio degli ospiti in strutture d’accoglienza.
La Polizia Scientifica ha completato le operazioni di fotosegnalamento nottetempo così da permettere l’invio in altri centri presenti sul territorio nazionale in modo immediato.
Nonostante la complessità delle operazioni, stante l’arrivo di quasi 250 persone le procedure sono state rispettate e tutto è andato secondo disposizioni di legge.
LE INDAGINI
Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile della Questura di – dopo 20 ore di lavoro hanno continuativo hanno fatto luce su quanto accaduto in mare, identificando tra l’altro lo scafista del barcone che ha permesso l’ingresso di 240 extracomunitari in violazione delle normative italiane.
Le indagini lampo degli investigatori della Squadra Mobile hanno permesso di far luce su quanto accaduto sin dal momento in cui i migranti erano presenti in Libia all’interno dei capannoni.
Come sempre i migranti sono stati escussi con meticolosità da parte della Polizia di Stato e seppur con grandi difficoltà anche questa volta si è riusciti ad individuare lo scafista.
Lo scafista messo davanti all’evidenza dei fatti non ha voluto ammettere le proprie responsabilità , forse lo farà in questi giorni davanti al Giudice per le Indagini Preliminari.
La professionalità degli uomini della Polizia di Stato ha permesso di individuare anche questa volta l’autore di questo traffico di migranti, enorme businnes per gli organizzatori libici che arruolano tra loro scafisti capaci di condurre un natante anche da paesi per loro stranieri, al solo fine di non rischiare di finire in carcere e nel contempo di guadagnare il più possibile.
Stante quanto dichiarato dai testimoni, gli organizzatori hanno incassato quasi 250.000 dollari, circa 1.000 a migrante.
LA CATTURA
Le indagini condotte dagli investigatori della Squadra Mobile durate più di 20 ore continuative, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività della Polizia di Stato coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa gli investigatori della Squadra Mobile hanno catturato lo scafista che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica è stato condotto presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione, considerato che dopo il fermo iniziano tutte le fasi processuali particolarmente complesse.
BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA DI STATO
Nel 2014 sono stati arrestati quasi 200 scafisti dalla Polizia di Stato e sono in corso numerose attività di collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste del nord Africa a quelle Italiane.
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