LA NON-INTERVISTA “ENZO E IL CATTIVO TEMPO”

o, duo acustico ragusano che unisce jazz, punk, ironia e intrattenimento. Sono conosciuti per il loro sarcasmo fuori dalle righe, la loro simpatia e per le loro canzoni, come “Alambicco”, “Topi da laboratorio”, “Jacqueline” “Fando” e molte altre.

Ma chi sono?

“Siamo Enzo Azzara (voce e chitarra) e Peppe Mazzei (basso). Nati a Ragusa ma cresciuti

ad Acate. Abbiamo cumulativamente poco più di 50 anni, non arriviamo alla pensione.

Suoniamo insieme dalla fine degli anni 90. Io andavo a casa di Enzo con una bottiglia di CocaCola.

Prima ci chiamavamo ‘Sinapsix”, troppo difficile da pronunciare. Così un giorno Kiki (ossia Chiara

Godano, la batterista) ed io, Peppe,  eravamo in sala prove al telefono con Enzo, che era a Roma. Cercavamo un nome, tipo “Johnny Cash and the Tennesee Two” e un amico ci disse “perché non vi chiamate Enzo e il Cattivo Tempo?”. Ci piacque subito.

Ma non siamo soli, con noi c’è anche Bruna Fornaro, la nostra artworker, che si occupa delle

copertine e della parte grafica. C’è soprattutto Lorenzo Manganaro, il nostro produttore dell’etichetta

“Lo zio dischi.”

 “La Siae- dice Enzo, scherzando- ci ha inserito nel ‘Programma Protezione Cantautori’ che ci obbliga a mantenere l’anonimato e ad usare il passamontagna durante i concerti. Per questo non vi possiamo dire neanche dove e quando suoneremo, solo che saranno in questo mese tra Ragusa, Marzamemi e Paternò.”

Chi è il Cattivo Tempo?

“Tutti pensano al ‘Tempo’ come tempo meteorologico, ma nel nostro logo non solo gli ombrelli ma

anche gli orologi, le sveglie, i campanelli. Il cattivo tempo è l’emblema della classica giornata in cui

la sveglia non suona, ti alzi di soprassalto, esci di casa di corsa, senza esserti neanche lavato la

faccia, aspetti l’autobus e ti rendi conto che quel giorno gli autobus non ci sono. Quindi corri per

essere in orario al lavoro. Sudi. Piove. E non hai l’ombrello. Quindi il cattivo tempo è quel demone

che ti perseguita. La lotta alla puntualità, alla quarta dimensione

I vostri inizi?

 “Erano gli anni 90. Volevo un basso- dice Peppe-. Lo volevo perché quando ascoltavo “Smells like ten spirit” dei Nirvana ero attratto da quel suono. Ma mio padre non me lo voleva comprare. Così

quando propose di comprarmi un motorino, lo convinsi a venire da Acate a Ragusa a comprare un

basso. Da lì la mia passione smodata per questo strumento. Anche se mio padre è tutt’ora convinto

che io suoni la chitarra. Poi l’amicizia con Enzo, suonavamo entrambi e lui mi faceva leggere quello che scriveva. Fingevo di apprezzarlo, lui si gasava e così non ha più smesso di scrivere. La nostra prima canzone come duo è stata ‘Averti o non averti scrivania’.”

-Enzo: “Io ho imparato a suonare da autodidatta. Ho conosciuto la chitarra in un garage con degli

amici. Uno ha portato una chitarra, abbiamo iniziato a suonare, poi io sono impazzito per questo

strumento, gli ho chiesto di prestarmelo, un mese dopo avevo già la mia chitarra elettrica. Adesso il

mio lavoro è la musica. Ho fatto tanti lavori diversi, tanti anni nella ristorazione, due anni

nell’esercito, poi camionista, operaio, tipografo.”

Come sta andando il vostro esperimento sui Social Network? La vostra canzone futurista?

 

-Enzo: “La canzone collettiva futurista è una canzone fatta dai fan, che potranno mandarci le loro

strofe su Twitter, semplicemente usando l’hashtag #CanzoneCollettivaFuturista o taggandoci.

Abbiamo lanciato l’idea a novembre e, lo possiamo dire, sono arrivati pochi tweet… un po’ strani…

Per adesso l’esperimento non sta funzionando ma stiamo lavorando con i tweet attuali e

aggiungendo qualcosa di nostro. Anzi, cogliamo l’occasione dell’intervista per dirvi “Fatelo,

scriveteci, avete tutto il tempo che volete”

Chi scrive i testi?

 “Enzo è il più produttivo dei due- dice Peppe-. Ma scrivo anche io. Ci ispiriamo a Paolo Conte, Johnny Cash, Giorgio Gaber, i Beatles…. Il primo album è stato “Enzoeilcattivotempo” e il secondo NON lo abbiamo deciso, NON si chiama, NON lo sappiamo”

Chi dei due cura gli account sui social network, la promozione, le pubbliche relazioni?

-Enzo: “E’ il mio compito, mi occupo della promozione e dei contatti mentre Peppe gioca alla Play

Station. Ho la fortuna di essere un ‘mezzo grafico’ cresciuto in una tipografia e mi sono sempre

occupato delle copertine degli album insieme a Bruna Fornaro.

-Peppe: “Abbiamo ottimi contatti con la scena ragusana, ad esempio i Baciamolemani o Soulcé, con

il quale siamo molto amici e a breve uscirà una bella collaborazione. Ma non anticipiamo niente.”

Nemo profeta in patria? Ragusa vi apprezza?

Peppe “Penso che il divario tra l’artista e chi usufruisce dell’arte sia troppo ampio per essere

colmato. Io posso avere un pensiero artistico, ma gli altri non riusciranno a comprenderlo

completamente. Suoniamo in giro sempre e abbiamo tanti fan, quindi ci sentiamo apprezzati.

Per me è molto importante non tanto quello che arriva agli altri, ma quello che esce da me.

Ci divertiamo. Ma a ben pensarci, la provincia ci ama.”

Cosa volete dire a chi vi sta leggendo?

-Enzo: “Un messaggio, comprate gli album in digitale. Ascoltateci su YouTube e poi comprateci. Se comprate qualsiasi cosa degli Enzo e il Cattivo Tempo, i soldi vanno agli Enzo e il Cattivo Tempo.”

di Irene Difalco

Referente Giovannella Galliano Giornalista

 

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