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LA NON-INTERVISTA “ENZO E IL CATTIVO TEMPO”
12 Dic 2013 07:50
o, duo acustico ragusano che unisce jazz, punk, ironia e intrattenimento. Sono conosciuti per il loro sarcasmo fuori dalle righe, la loro simpatia e per le loro canzoni, come “Alambicco”, “Topi da laboratorio”, “Jacqueline” “Fando” e molte altre.
Ma chi sono?
“Siamo Enzo Azzara (voce e chitarra) e Peppe Mazzei (basso). Nati a Ragusa ma cresciuti
ad Acate. Abbiamo cumulativamente poco più di 50 anni, non arriviamo alla pensione.
Suoniamo insieme dalla fine degli anni 90. Io andavo a casa di Enzo con una bottiglia di CocaCola.
Prima ci chiamavamo ‘Sinapsix”, troppo difficile da pronunciare. Così un giorno Kiki (ossia Chiara
Godano, la batterista) ed io, Peppe, eravamo in sala prove al telefono con Enzo, che era a Roma. Cercavamo un nome, tipo “Johnny Cash and the Tennesee Two” e un amico ci disse “perché non vi chiamate Enzo e il Cattivo Tempo?”. Ci piacque subito.
Ma non siamo soli, con noi c’è anche Bruna Fornaro, la nostra artworker, che si occupa delle
copertine e della parte grafica. C’è soprattutto Lorenzo Manganaro, il nostro produttore dell’etichetta
“Lo zio dischi.”
“La Siae- dice Enzo, scherzando- ci ha inserito nel ‘Programma Protezione Cantautori’ che ci obbliga a mantenere l’anonimato e ad usare il passamontagna durante i concerti. Per questo non vi possiamo dire neanche dove e quando suoneremo, solo che saranno in questo mese tra Ragusa, Marzamemi e Paternò.”
Chi è il Cattivo Tempo?
“Tutti pensano al ‘Tempo’ come tempo meteorologico, ma nel nostro logo non solo gli ombrelli ma
anche gli orologi, le sveglie, i campanelli. Il cattivo tempo è l’emblema della classica giornata in cui
la sveglia non suona, ti alzi di soprassalto, esci di casa di corsa, senza esserti neanche lavato la
faccia, aspetti l’autobus e ti rendi conto che quel giorno gli autobus non ci sono. Quindi corri per
essere in orario al lavoro. Sudi. Piove. E non hai l’ombrello. Quindi il cattivo tempo è quel demone
che ti perseguita. La lotta alla puntualità, alla quarta dimensione
I vostri inizi?
“Erano gli anni 90. Volevo un basso- dice Peppe-. Lo volevo perché quando ascoltavo “Smells like ten spirit” dei Nirvana ero attratto da quel suono. Ma mio padre non me lo voleva comprare. Così
quando propose di comprarmi un motorino, lo convinsi a venire da Acate a Ragusa a comprare un
basso. Da lì la mia passione smodata per questo strumento. Anche se mio padre è tutt’ora convinto
che io suoni la chitarra. Poi l’amicizia con Enzo, suonavamo entrambi e lui mi faceva leggere quello che scriveva. Fingevo di apprezzarlo, lui si gasava e così non ha più smesso di scrivere. La nostra prima canzone come duo è stata ‘Averti o non averti scrivania’.”
-Enzo: “Io ho imparato a suonare da autodidatta. Ho conosciuto la chitarra in un garage con degli
amici. Uno ha portato una chitarra, abbiamo iniziato a suonare, poi io sono impazzito per questo
strumento, gli ho chiesto di prestarmelo, un mese dopo avevo già la mia chitarra elettrica. Adesso il
mio lavoro è la musica. Ho fatto tanti lavori diversi, tanti anni nella ristorazione, due anni
nell’esercito, poi camionista, operaio, tipografo.”
Come sta andando il vostro esperimento sui Social Network? La vostra canzone futurista?
-Enzo: “La canzone collettiva futurista è una canzone fatta dai fan, che potranno mandarci le loro
strofe su Twitter, semplicemente usando l’hashtag #CanzoneCollettivaFuturista o taggandoci.
Abbiamo lanciato l’idea a novembre e, lo possiamo dire, sono arrivati pochi tweet… un po’ strani…
Per adesso l’esperimento non sta funzionando ma stiamo lavorando con i tweet attuali e
aggiungendo qualcosa di nostro. Anzi, cogliamo l’occasione dell’intervista per dirvi “Fatelo,
scriveteci, avete tutto il tempo che volete”
Chi scrive i testi?
“Enzo è il più produttivo dei due- dice Peppe-. Ma scrivo anche io. Ci ispiriamo a Paolo Conte, Johnny Cash, Giorgio Gaber, i Beatles…. Il primo album è stato “Enzoeilcattivotempo” e il secondo NON lo abbiamo deciso, NON si chiama, NON lo sappiamo”
Chi dei due cura gli account sui social network, la promozione, le pubbliche relazioni?
-Enzo: “E’ il mio compito, mi occupo della promozione e dei contatti mentre Peppe gioca alla Play
Station. Ho la fortuna di essere un ‘mezzo grafico’ cresciuto in una tipografia e mi sono sempre
occupato delle copertine degli album insieme a Bruna Fornaro.
-Peppe: “Abbiamo ottimi contatti con la scena ragusana, ad esempio i Baciamolemani o Soulcé, con
il quale siamo molto amici e a breve uscirà una bella collaborazione. Ma non anticipiamo niente.”
Nemo profeta in patria? Ragusa vi apprezza?
Peppe “Penso che il divario tra l’artista e chi usufruisce dell’arte sia troppo ampio per essere
colmato. Io posso avere un pensiero artistico, ma gli altri non riusciranno a comprenderlo
completamente. Suoniamo in giro sempre e abbiamo tanti fan, quindi ci sentiamo apprezzati.
Per me è molto importante non tanto quello che arriva agli altri, ma quello che esce da me.
Ci divertiamo. Ma a ben pensarci, la provincia ci ama.”
Cosa volete dire a chi vi sta leggendo?
-Enzo: “Un messaggio, comprate gli album in digitale. Ascoltateci su YouTube e poi comprateci. Se comprate qualsiasi cosa degli Enzo e il Cattivo Tempo, i soldi vanno agli Enzo e il Cattivo Tempo.”
di Irene Difalco
Referente Giovannella Galliano Giornalista
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