È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
LA GRANDE CRISI: VETERINARI, COMUNI E PROPRIETARI DI PET SONO IN DIFFICOLTÀ
24 Set 2013 19:56
Non si può chiedere alla veterinaria privata di sostenere i costi sanitari per le cure agli animali d’affezione, i cui proprietari sono in difficoltà economiche; succede sempre più spesso infatti che le famiglie in difficoltà economiche, e di questi tempi sono tante, si trovino improvvisamente a dovere affrontare le spese veterinarie del proprio beniamino a causa di una patologia o di un trauma.
Il veterinario non si esime tuttavia dall’offrire il primo soccorso che spesso salva la vita al cane o al gatto, come si dice in gergo lo stabilizza, a costo di non prendere neanche le spese, perché può capitare che i proprietari si rifiutino di pagare. Ci sono, per fortuna, anche proprietari che vanno in fondo nel percorso diagnostico e terapeutico magari concordando col veterinario un pagamento rateizzato.
Ma specialmente non si può chiedere ai veterinari privati di curare gratuitamente o a basso costo cani e gatti randagi! Lo chiedono le associazioni animaliste, gli amministratori comunali, il singolo cittadino che raccoglie per strada un cucciolo o un gattino; lo chiedono e magari lo pretendono senza porsi minimamente il dubbio sul fatto che si stanno rivolgendo presso una struttura privata, dove c‘è gente che lavora, il cui reddito deriva, tolte le spese, dalle parcelle pagate dai clienti.
Secondo le normative vigenti il proprietario per un verso, ed il comune per l’altro verso sono i responsabili della salute e del benessere del proprio animale, nel primo caso, e degli animali randagi nel secondo caso; entrambi quindi esprimono un bisogno di salute animale che richiedono interventi sanitari e attività di protezione sociale in grado di garantire efficienza e continuità nelle cure veterinarie.
Un bisogno espresso senza la consapevolezza che i servizi chiesti necessitano di ambienti adeguati, di risorse umane, di apparecchiature che per tanto non possono non essere a pagamento. A nessuno si chiede di lavorare gratis; per quale motivo lo dovrebbe fare il veterinario?
Si impone quindi una particolare attenzione da parte delle istituzioni sulla impellenza di una assistenza sanitaria veterinaria privata per gli animali d’affezione anche per evitare il rischio di un aumento esponenziale degli abbandoni e quindi il definitivo fallimento della lotta al randagismo.
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