LA GESTIONE OPACA DEL VERTICE BUROCRATICO DELL’EX ASI DI PALERMO. SVILUPPO E LEGALITÀ AL CENTRO DELL’AZIONE DELL’IRSAP. CICERO: “UNA SVOLTA IRRINUNCIABILE ED INDEROGABILE”

Sempre da lunedì, invece, a guidare l’ufficio periferico Irsap di Palermo sarà l’ingegnere Gaetano Collura, dirigente dell’Ente e in passato sovraordinato dalle Prefetture di Palermo e Trapani per coadiuvare i commissari inviati nei comuni di Isola delle Femmine e Castellammare del Golfo sciolti per mafia, dopo aver ricoperto anche incarichi di dirigente tecnico in numerose P.A. Queste le determinazioni assunte dall’IRSAP che riguardano i due Uffici Periferici di Trapani e Palermo. L’ex Consorzio Asi di Palermo ha registrato nel tempo una scandalosa gestione economico-finanziaria, evidenziando per di piu’ la presenza di un sistema opaco e ombre di mala politica come si puo’ evincere anche dalle recenti sentenze di condanna per corruzione nei confronti di qualche colletto bianco che aveva amministrato l’Asi, deus ex machina del famigerato progetto INLA.Inoltre, in diversi appalti pubblici per ingenti somme sono emerse anomalie, opacità e interessi di soggetti collusi con la mafia. Una gestione che ha prodotto un’infinita serie di rapporti debitori, una miriade di atti di pignoramento e numerose sentenze già esecutive che vedono inesorabilmente soccombere l’Ente. A ciò si aggiunge un degrado infrastrutturale macroscopico negli agglomerati di Brancaccio, Carini e Termini Imerese, corredato da una serie di evidenti atti di mala gestione senza soluzione di continuità. Incarichi a professionisti esterni affidati in modo illegittimo, con compensi al limite della vergogna, uno su tutti, e solo a titolo di esempio, l’incarico tecnico affidato ad un solo professionista per la cifra di 750 mila euro. Professionista con cui l’ex Consorzio Asi di Palermo si era impegnato ad erogare altrettante somme. Una gestione che ha nascosto documenti e atti ostacolando l’ente anche nelle attivita’ legali ed economiche. Che ha omesso l’attività di recupero dei crediti vantati dall’Ente per milioni di euro ed ha prodotto attestazioni non veritiere nei bilanci dell’ex Asi di Palermo, le cui poste risultano spesso mere indicazioni numeriche. Numerose locazioni e affitti di opifici negli agglomerati industriali e locali del centro direzionale di Brancaccio effettuate senza registrazione del contratto e dunque senza la riscossione delle quote, con il pericolo di nullità per ingenti crediti che rischiano di non essere riscossi. E ancora, contratti di locazione scaduti e non rinnovati, lasciando indisturbati occupanti senza titolo, a dispetto delle imprese sane che rispettano le regole e contribuiscono per quanto dovuto ed altre lasciate senza alcuna opportunita’ per insediare la propria attivita’ imprenditoriale. “L’Irsap – afferma il Presidente Alfonso Cicero – eredita una gestione dell’ex Asi di Palermo allarmante e disastrosa, caratterizzata da illegittimità e ombre di presenze  affaristiche  e mafiose”. “A fronte di un organico di dipendenti onesti e professionali e della stragrande maggioranza delle imprese sane che meritano attenzione e sostegno, l’ex Asi era pervasa da qualche burocrate che incideva in modo pesante e ambiguo sulla vita dell’Ente, inquinando diversi atti e producendo danni economici e finanziari che si ripercuotono ancora oggi sui servizi e sulle aziende”. “Le imprese degli agglomerati industriali di Palermo meritano un rinnovato rapporto con l’Irsap, di segno opposto, fatto di trasparenza e legalità, che l’Irsap saprà offrire grazie all’abnegazione delle proprie risorse umane, alle parti sociali e con il determinante sostegno delle Istituzioni, chiudendo le porte a qualsia forma di illegalità, ai sistemi affaristico-mafiosi e all’ambigua invadenza di qualche noto burocrate”. “Come sempre ripongo grande fiducia nella Magistratura e nelle Forze dell’Ordine a cui ho già segnalato e denunciato diversi illeciti, violazioni e abusi all’ex Asi di Palermo. Non ultima la grave omissione rappresentata dal ritardo di quasi un anno con cui è stata avviata la richiesta di informative antimafia prefettizie, adducendo motivazioni palesemente strumentali”.

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