LA CHIESA È SEMPRE LA SPOSA BELLA!

I Sacerdoti sono  nel Presbiterio diocesano i testimoni e i continuatori dell’amore salvifico di Cristo; costituiscono il prolungamento della Sua divina redenzione nello spazio e nel tempo, nella buona o cattiva salute,in tempo di pace o di guerra,nella condizione di libertà o di cattività,e in certi casi anche di persecuzione e di martirio come purtroppo è accaduto e accade anche oggi. Sono  in prima fila a portare la Sua Croce e a testimoniare l’amore più grande e non c’è amore più grande di Colui che ha dato e continua a dare la sua vita per i propri amici(Gv.15,13).I sacerdoti sono stati chiamati da Dio ad accompagnarlo e a seguirlo,a testimoniarlo ed incarnarlo nelle varie situazioni di vita e di sofferenza,di luce o  di oscurità vicina, di speranza e di conforto,di disperazione e di tristezza. Sono gli eterni innamorati della CHIESA che è sempre la loro “Sposa Bella” della quale non ci si stanca mai  e non si smette mai di esserne  sazi e felici,grati e profondi discepoli nel tempo e per l’ eternità. In comunione con il Vescovo e con il Papa questi eterni innamorati vivono nella Chiesa e nel Mondo come portatori di Gaudium et Spes , della  Chiesa e del Suo Signore. Ecclesia Christi lumen gentium,Misterium Fidei et aeternae salutis. Il loro innamoramento inizia con la vocazione del Signore nell’intimità più intima dei sacramenti e della preghiera del cuore e cresce nella fedele ortodossia e nella coerente ortoprassi  mediante il dialogo spirituale,permanente e paterno del Vescovo amico che, come  centro e incontro della comunione ecclesiale, presiede la carità e la corresponsabilità pastorale delle molteplici vie di Misericordia, di riconciliazione e di perdono. I Presbiteri vivono nel tempo ma respirano l’aria della liturgia del Cielo. Essi sono stati riconciliati nel corpo fisico di Gesù e sacrificati nella Croce e poi nel suo Corpo mistico in progress che è la Chiesa,la loro Sposa Bella. In questi giorni sono tornati nella Casa del Padre due nostri sacerdoti e parroci di Ragusa: Padre Vincenzo La Monica della parrocchia di S.Giuliano Eymard e Padre Mario Pavone della parrocchia di S.Pio X°, due pastori di periferia e di confine nella città. Ognuno con la sua storia e personalità,con i suoi carismi e tratti di santità e missionari età specifici. Sono stati formati e cresciuti alla scuola del Divino Maestro e della Sua Chiesa di Ragusa “ per incontrare Qualcuno “ al pozzo di Sichar o sulle strade di Damasco come per S.Paolo o sulle strade di Emmaus  come nella vicenda dei famosi discepoli tristi e delusi che camminavano mentre si fa sera con il Figlio dell’Uomo e lo scoprono dopo. E’ questa la parabola del cammino, dell’incontro e della sorpresa che ci fa pensare.  Non sempre e per tutti si verifica quello che si può chiamare un INCONTRO nei crocevia della esistenza quotidiana:parlare e ascoltare la Parola che salva e redime del Salvatore.

In questi giorni abbiamo pianto la scomparsa di Padre Vincenzo La Porta e di Padre Mario Pavone,entrambi innamorati di Gesù Cristo e della Sua Chiesa,due apostoli buoni e preparati,artefici instancabili della Sua sequela, spirituale ed eucaristica,ecclesiale e pastorale. Se ne sono andati da questo mondo in punta di piedi. Ognuno con la propria storia ed intima fedeltà,con la visibile testimonianza di servi buoni e fedeli e di Parola di Dio che non si ripete mai,uno scrigno di “persone capaci e fecondi della comunità”(Gv.4,31). Noi possiamo ben dirlo perché li abbiamo frequentati e ben conosciuti nell’animo e nella santità dei modi e dei comportamenti cristiani di servizio,impegno e generosità. Abbiamo trovato in loro la luce vicina e la beata speranza della resurrezione e la quotidiana sequela, innamorata e appassionata,dell’avvento del Regno,del Re dei Re,della Santa Regina,Vergine Madre e di San Giuseppe Padre adottivo e Custode della Sacra Famiglia. Li abbiamo voluto ricordare nelle loro parrocchie nei loro quartieri dove hanno speso la loro esistenza amando ed operando in nomine Cristi e nella loro Città di Ragusa che hanno tanto amato e si sono sacrificati per il suo bene materiale e soprannaturale. Essi non sono assenti come di solito si dice,ma come diceva S.Agostino,sono diventati invisibili ma presenti pronti a convivere con noi per proteggerci ed accompagnarci nelle vicissitudini presenti e future della nostra esistenza. Sono essi le nostre luci vicine del nostro cuore e della nostra mente. Sono accanto a noi per darci consigli e forza spirituale e morale. Hanno lasciato a noi il compito di continuare la loro opera nella staffetta ideale ed ecclesiale di una Pastorale della Misericordia e della riconciliazione. Spetta a noi la missione di continuare la loro opera di costruzione fisica e architettonica e soprattutto pastorale e sacramentale della loro parrocchia nelle menti e nei cuori delle nuove. Generazioni.

Padre Vincenzo La Porta,alla fine  della sua vita sacerdotale  terrena ha potuto dire serenamente e consapevolmente,alla maniera di S.Teresa del Bambin Gesù:< Tutto è Grazia>. Questa è stata la sua bella eredità!

Padre Mario Pavone, alla fine della sua vita sacerdotale terrena ha potuto esclamare,alla maniera di DOSTOEVSKIJ  che la vera vita è dura non perché è fatta di doppi pensieri che rivelano sì complessità ,ma non doppiezza, semplicemente “dualità,mancanza di occhi semplici,trasparenti,come nella Leggenda del Grande Inquisitore dei Fratelli Karamazov. E’ l’amore che non muore e può salvare,non l’ordine costituito e la legalità programmatrice.

Come Mosè vede lontano ma da lontano,così Padre Mario Pavone affida al successore l’opera da portare a conclusione nel nome del Signore,buono e provvidente in una via della Misericordia che tutto vede,tutto spera e tutto ama.

Entrambi hanno servito il Signore Gesù e hanno ricevuto da Lui  la Porta aperta della Misericordia.

Entrambi sono entrati nella Terra Promessa dove c’è latte e miele,e non c’è né pianto,né lutto e né morte ma la VITA ETERNA dell’AMORE PIU’ GRANDE.

Entrambi hanno aperto un proprio sentiero.

A noi il dovere leggero di camminare in questa vita con la SPOSA BELLA che è la CHIESA di CRISTO.

In nomine Domini.

Luciano Nicastro

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