INTERVISTA AL CONSOLE GENERALE ONORARIO DI TURCHIA IN SICILIA

 Sig.Console grazie anzitutto per avermi ospitato e per la collaborazione con il nostro giornale che è molto vicino a Lei, all’Ambasciatore di Turchia in Italia ed al popolo turco.

Come ha avuto il Suo incarico e in che cosa consiste?

La mia nomina scaturiva dal fatto che  come agente marittimo nel porto di Augusta, la mia società rappresentava gli interessi della Compagnia di  Stato la  “Deniz  Nakliyati “ e di molti altri armatori turchi.  In quegli anni il Porto di Augusta  era  una base primaria  per  il rifornimento di combustibile, cambi  equipaggi, imbarco provviste e  per tutte le navi  che attraversavano il mediterraneo  provenienti o diretti  in Atlantico e/o Mar Nero  oltre a carichi  che  dalla Turchia erano diretti nei porti Siciliani. Il Governo turco, nell’ottica di allargare la propria presenza consolare  in Paesi stranieri ravvisava la necessità di istituire un Consolato che in tempi più rapidi  potesse assicurare  assistenza  agli equipaggi ed agli armatori  per tutte quelle problematiche  commerciali, doganali e di sicurezza relativi a documenti emessi dal Governo Turco o che necessitavano della firma delle autorità Consolari Turche. Il Consolato protegge gli interessi dei cittadini turchi, assistendoli in tutte quelle loro necessità.  Promuove   attività  culturali, turistiche e  commerciali   del Paese designante. Molte delle principali incombenze , quali   ad esempio il rilascio di passaporti, visti etc, vengano demandati ai Consolati di Carriera o all’Ambasciata.

 

So che la Turchia si sta sviluppando in modo esponenziale, quali, a Suo parere, le ricaduto sulla ‘vecchia’ Europa e  com’è stato questo Paese negli ultimi  10 anni?

Negli ultimi 10 anni, anche a seguito di una politica mirata ad attrarre gli investimenti stranieri e sfruttando le alte potenzialità di reperimento di materie prime, la Turchia ha avuto un  grosso sviluppo, registrando nel 2° semestre del 2011 addirittura un Pil a 2 cifre, mentre in  America  ed in Europa , la situazione  andava in senso inverso.  Gli investitori  hanno mostrato di  avere un grande interesse, oltre che per il basso costo del lavoro,  anche per la sicurezza  che il Governo era in grado di garantire con le proprie leggi e con le proprie strutture. Attualmente la Turchia registra un Pil del 3 / 4% circa dovuto alla  restrizione della domanda da parte dei Paesi Europei, mentre la fiducia da parte di investitori stranieri continua sempre  ad incrementare.

 

So che la Turchia è un paese con ben otto frontiere, come risolve, secondo Suo punto di vista, le possibili problematiche che possono insorgere?

La Turchia gia da tanto tempo  ha portato avanti ed in primo luogo  con i Paesi confinanti una politica di stretta collaborazione.  Lo slogan dell’attuale Governo e del suo leader è stato quello  di  “Pace con i propri vicini, Pace  nel proprio Paese”.   Bisogna anche considerare che  molti dei Paesi confinanti, sono Paesi  che oltre ad avere la stessa religione,  parlano o conoscono  la lingua turca, dovuto anche all’espansione del impero Ottomano.  Molti di questi  commerciano con la Turchia e,  proprio perche questa  ha avuto un  consistente periodo di  espansione economica, vedono  nella Turchia, la nazione con la quale intrattenere rapporti preferenziali.  Anche con la Siria, in passato la Turchia ha avuto uno splendido rapporto  che poi si è deteriorato a causa della politica  e delle repressioni  che il Governo Siriano ha  portato e continua a portare  avanti con il proprio Popolo. In questo contesto la Turchia è stato il Paese che ha dato maggiore ospitalità ai profughi aprendo le proprie frontiere a quanti fuggono  dalla guerra e dalla fame.

 

Le sue etnie come riescono a convivere?

La Turchia  è già un esempio concreto come le diverse etnie riescono a convivere, cosa che purtroppo non si è verifico in Irak ed in altri Paesi.

 

I rapporti con l’Italia, come sono? In senso ampio non solo commerciale.

L’Italia è stata sempre vista dalla Turchia come un Paese amico, sul quale contare.  La Turchia ha sempre ammirato  l’imprenditorialità e la capacità di  essere presente nel contesto mondiale   del Made in Italy, in particolar modo nel campo  della moda e del tessile, settore questo che in Turchia ha una grande potenzialità  ed è in continuo sviluppo.  Anche nelle  discussioni  che si sono avute  per l’entrata della Turchia in Europa, le posizioni assunte dall’Italia, sono state molto apprezzate dal Governo e da tutto il Popolo Turco.

 

Fino a non molto tempo fa si parlava con insistenza dell’entrata della Turchia nell’Unione Europea,ora non si sente dire più niente. Perché secondo Lei?

E’ sempre forte la posizione  assunta dalla Turchia a voler far parte dell’Europa, nonostante questa  continui a richiedere alla Turchia sostanziali riforme, specialmente nel campo dei diritti umani , riforme queste  che la Turchia ha già ampiamente dimostrato di aver apportato.  Purtroppo  negli ultimi  2 anni la situazione di forte recessione  economica di quasi tutti i Paesi Europei,    ha fatto intravedere delle perplessità sulla convenienza o meno di farne parte.   Non è più tempo di chiedere da parte della Turchia, ma questa,  ritengo,  aspetta  che sia l’Europa  a fare i primi passi, stante che la richiesta di adesione trovasi da sempre sul tavolo della Commissione Europea. Solo dopo che  l’Europa  si pronunzia ,  la Turchia potrà con molta tranquillità ed oculatezza  stabilire di farne parte, chiedendo in cambio delle assicurazioni sul  proprio ruolo all’interno dell’Europa  e  sui sacrifici  che dovrà supportare per risanare il bilancio di altre Nazioni che già ne fanno parte.

 

La Turchia è a cavallo tra Asia e Europa, Istanbul è una  città che occupa entrambi i continenti, (esempio unico), come riesce a conciliare queste due culture identitarie, a Suo parere?

Proprio perché la Turchia si trova in questa favorevole posizione,  le consente  di poter agevolmente dialogare  con entrambi  rivestendo allo stesso modo un ruolo molto importante sia per il  dialogo che per il commercio.

 

So che grazie ad Ataturk, è uno stato laico e attualmente ha risolto in modo soddisfacente il problema del rapporto con i curdi, grazie anche al presidente Erdogan. Che mi dice in merito?

Come Lei ben sa,  con la costituzione della  Repubblica di Turchia  nel 1929, voluta dal Ataturk, la Turchia ha apportato delle sostanziali riforme,  diventando un Stato laico e moderno.  Nel corso degli anni la Turchia  che veniva  fuori da uno  sgretolamento del suo impero, sotto i Califfati,  è riuscita ad riappropriarsi di una propria identità, riacquistando il proprio ruolo nello scacchiere internazionale, nel campo  commerciale, turistico e militare. La Politica voluta da  Ataturk,   è la stessa che  l’attuale Governo intende portare avanti , senza interferenze alcuno che possano influire sulle scelte  dei propri Governanti e del suo Popolo.

 

La ringrazio della Sua disponibilità,  è mia abitudine chiedere a conclusione di un’intervista una frase, una considerazione o un  motto da dedicare ai lettori di RagusaOggi.

A mio parere  in questo momento  di grande  trambusto   e di guerre fratricide  che dilaniano molti dei Paesi dell’Africa e del Medio Oriente,  mi sembra molto appropriato  il motto che  il Governo  Presieduto da  Erdogan,  sin dal proprio insediamento, ha  sempre sottolineato:     

“PEACE WITH NEIGHBORS AND PEACE  AT HOME”

(Pace con i vicini e pace nel Paese).

 

 

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