È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
INNO AL VERO AMORE: UN SAPORE DI RUGGINE E OSSA
06 Mar 2013 11:04
Riprende la rassegna Appuntamento al buio, un progetto Fitzcarraldo Cineclub in collaborazione con Cinema Lumiere Giovedì 07 marzo 2013 con il film Un sapore di ruggine e ossa (De rouille et d’os) di Jacques Audiard (Belgio, Francia, 2012, 120’).
Un film di Jacques Audiard con Marion Cotillard, Matthias Schoenaerts, Armand Verdure, Cèline Sallette, Corinne Masiero.
Tutto comincia nel nord della Francia, Ali si ritrova improvvisamente con un figlio di cinque anni sulle spalle Sam, che conosce appena. Senza un tetto né un soldo né amici, i due trovano accoglienza a sud, ad Antibes, in casa e precisamente nel garage della sorella di Alì. Tutto sembra andare subito meglio. Il giovane padre trova un lavoro come buttafuori in una discoteca e, una sera, conosce Stephane, durante una rissa. Lei bella e sicura, animatrice di uno spettacolo di orche marine in Marineland. Una tragedia, però, rovescia presto la loro condizione.
Quando Ali la incontra, vede la sua principessa confinata su una sedia a rotelle: ha perso le gambe e la felicità. Lui la aiuta con amore ma senza compassione e pietà. E lei imparerà ad apprezzare nuovamente la vita perché sarà Alì ad aiutarla a farle riprendere contatto con la sua vita. Lo fa a modo suo, senza alcun coinvolgimento emotivo apparente, come se lei non avesse subito alcun trauma.
E’ un film dall’inno alla vita e nella filmografia di Audiard, corpo e spirito fanno tutt’uno, si feriscono e si rimarginano insieme, senza bisogno di troppe parole: al contrario, la comunicazione, specie quella femminile, passa attraverso un linguaggio silenzioso, fatto di sguardi ma intimamente comprensivo.
La capacità del miglior cinema di Audiard di scartarsi da un percorso troppo rigido o incline alla retorica, questa volta non si manifesta né a livello di soggetto né di regia ma si ritrova più sottilmente nelle pieghe della messa in scena, nei gesti e nelle espressioni degli attori.
Si assiste alla totale mancanza di retorica e di sentimentalismo. Eppure la materia trattata si presta a una narrazione melodrammatica, dalle tinte forti e dagli effetti convenzionali senza eccessi di sentimentalismo. Tutto si affronta nella naturalezza dell’espressività degli attori.C.L.G.
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