IN RICORDO DI PIERSANTI MATTARELLA

L’uccisione di Piersanti Mattarella (1935 – 1980) avviene in una delicata fase storico-politica. Una fase terribile che si inserisce in quella della guerra di mafia a cavallo degli anni Settanta e Ottanta. Un periodo in cui l’esplosione del terrorismo brigatista e neofascista a livello nazionale miete non poche vittime tra gli uomini dello Stato, della cultura, della politica, tra i quali Aldo Moro la cui fine anticipa emblematicamente quella, per mano mafiosa in Sicilia, di Mattarella, di La Torre e di altri caduti “eccellenti”.

In quel momento, in Italia e in Sicilia si sperimenta il confronto tra la Dc, il Pci e le altre forze politiche sulla base della proposta strategica di Enrico Berlinguer del “Compromesso Storico”, grande invenzione della politica italiana, che prevede la fine della “conventio ad excludendum” del Pci, il più grande partito comunista di massa dell’occidente, e la sua ammissione nell’area di governo.

Gli anni che vanno dal 1978 al 1983, oltre a segnare l’ascesa dei “Corleonesi”, mietono numerosissime vittime decapitando i vertici siciliani delle istituzioni e della politica. Nel 1978 è ucciso Peppino Impastato, giovane extraparlamentare contrappostosi alla mafia di Cinisi; nel 1979 sono uccisi Michele Reina (9 Marzo), segretario provinciale della Dc di Palermo, Boris Giuliano (27 luglio 1979), capo della squadra mobile, Cesare Terranova (25 settembre), candidato a diventare capo dell’ufficio istruzione di Palermo; nel 1980 cade, tra gli altri, Piersanti Mattarella (6 Gennaio ), presidente della Regione, votato anche dal Pci. Nel 1982 vengono trucidati Pio La Torre (30 Aprile) segretario regionale del Pci, assieme al suo autista Rosario Di Salvo e Carlo Alberto Dalla Chiesa (3 Settembre), prefetto di Palermo.

Le indagini e il procedimento giudiziario volti a far luce sui delitti definiti politico-mafiosi (politici per i fini che si proponevano, mafiosi per le modalità e gli autori delle esecuzioni) accertano i nomi degli esecutori e dei componenti della “commissione provinciale mafiosa” che aveva progettato i delitti, ma non riescono a diradare le opache ombre sui possibili mandanti esterni alla mafia.

Il coraggio e la coerenza morale di Piersanti Mattarella sono un esempio. Fondamentale è però tenerlo sempre presente.

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