“IL RILANCIO DEL CORFILAC”

          E’ ancora piuttosto difficoltoso capire perché uno strumento che dà servizi essenziali alla zootecnia di tutto il territorio siciliano debba essere lasciato agonizzare, quale effetto di una nefasta scelta della Regione siciliana che, di anno in anno, opera notevolissimi tagli al contributo che gli ha riconosciuto in passato. 

            Se, da un lato, è comprensibile la razionalizzazione e il contenimento dei trasferimenti che la Regione eroga a tutte le “partecipate regionali”, dall’altro non è certamente commendevole ciò che è stato perpetrato da almeno tre anni a questa parte nei confronti del CorFilac: dimezzamento netto del contributo, senza tener conto che, così facendo, si è dava una dannosa sferzata ai produttori siciliani della filiera lattiero-casearia,  che si sono visti via via sottrarre un servizio che ha aumentato, migliorato e certificato la qualità dei loro prodotti.

            La riduzione del filone delle spese a livello regionale è una strada obbligata ed ineludibile, dettata dalla disastrose condizioni economiche della Regione, ma ciò non può significare che si debba tagliare drasticamente e in maniera pesante anche alle strutture di caratura regionale che hanno nel tempo dato prova di efficienza e di qualità del servizio reso al territorio. Ovviamente anche il CorFilac dovrà passare da una mirata azione di efficientamento non solo economico rispetto agli standard di servizio che dà, ma non è assolutamente ammissibile che lo si metta in ginocchio, non solo con la riduzione del 50% del contributo dato in passato, ma anche con lo stanziamento dimezzato trasferito con ritardi mortali.

            Per il futuro della zootecnia siciliana il punto nodale non è rappresentato, come pensano alcuni, dal ridefinire il ruolo del Corfilac nell’ambito di un piano di riordino degli enti di ricerca siciliani. Non tanto perché siamo contrari ai processi di riforma, quanto perché l’esperienza in questa nostra Regione ci fa dire che le riforme avviate sono sempre rimaste incomplete e hanno aggravato i problemi piuttosto che risolverli. Basta solo ricordare la riforma delle Province, una esperienza fallimentare e  produttrice solo di disgregazione.

            La soluzione e l’obiettivo, cui tutti dovrebbero convergere, è che il Corfilac va arricchito nel ventaglio dei servizi che eroga e deve essere il punto di forza delle politiche zootecniche siciliane. Salvaguardare questo suo ruolo, costruito negli anni, è in questo momento di grave crisi una scelta di sapienza politica ed economica. Solo riconoscendo l’importanza che l’Ente ha per lo sviluppo di una importantissima filiera della produzione si potrà chiedere alla Regione di  fare sforzi economici per non far disperdere e perire una risorsa del territorio siciliano.

            Pur condividendo la necessità di un’opera di riorganizzazione degli enti di ricerca, non possiamo non evidenziare che questo obiettivo non potrà essere realizzato in un lasso temporale breve, stante i tempi molto lunghi dei lavori del Parlamento siciliano, per cui il primo passo da fare è quello costruire un consenso vasto intorno all’obiettivo di incrementare lo stanziamento del 2015 per il Corfilac, portandolo dall’attuale 1.500.000 di euro a circa 2.200.000 di euro.

            Sono sempre belle le buone intenzioni del riordino, ma la realtà è che già da quest’anno occorre mettere l’ente nelle condizioni di ripartire programmando e realizzando.

            Qui il ruolo della deputazione regionale è essenziale e nella fase di variazione al bilancio 2015 la loro opera dovrà essere raffinata, determinata ed efficace, nel senso di mettere a segno quanto il territorio richiede.

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