IL NOSTRO RICORDO CON MONS: BERGOGLIO ORA SUA SANTITA’ PAPA FRANCESCO

La salita di papa Bertoglio al soglio Pontificio suscita ricordi che sembravano archiviati, per riaffiorare ora con la forza dell’orgoglio e della consapevolezza di aver vissuto  delle fortunate e casuali coincidenze. Non ho mai avuto la ventura di conoscere personalmente alcun altro Cardinale che ha partecipato al conclave, ma in ben due circostanze invece ho scoperto di aver  incontrato  la figura dell’Arcivescovo Bergoglio. La prima nel mese di dicembre del 2000, quando per una circostanza fortuita, tramite l’ex Ministro dell’Argentina Salonia, di origini Siciliane e con parenti ragusani, abbiamo avuto l’occasione di essere presentati con  parte della delegazione iblea  all’allora Arcivescovo Jeorge Mario Bergoglio. Già allora ci apparve una figura molto umana e cordiale.

La seconda esperienza personale è piu’ recente ,e risale alla Pasqua del 2009. Mi trovavo nella capitale argentina, e volevo assistere alla santa Messa. Per un refuso sull’ora di inizio, mi presentai alla Cattedrale di Piazza Rosada con un’ora di anticipo. Fu la mia fortuna, perchè mi sistemai nella prima panca dinanzi all’altare, assistendo da vicino al solenne pontificale celebrato dal Cardinale Bergoglio. In poco tempo la grande Cattedrale fu stipata fino all’inverosimile, come avvenuto domenica 17, la prima dopo la sua nomina a Papa, ed era evidente l’affetto che i fedeli argentini riservavano al loro Vescovo. Oggi nasce un segnale di speranza, di rottura con il passato,di una azione davvero riformatrice di una Chiesa che ha bisogno di una azione di profonda pulizia, ma che manifesta sempre la sua grandezza planetaria e la sua funzione di faro dell’umanità intera.

In tutta l’Argentina, e in special modo nella capitale Buenos Aires, ci sono state manifestazioni di gioia ed entusiasmo alla notizia dell’elezione di Papa Francesco. La comunità siciliana e iblea aveva avuto ripetute occasioni di conoscerlo ed apprezzarlo per la sua profonda umanità e semplicità; dopo la sua elezione, diverse testimonianze raccolte presso numerosi conterranei di origine iblea mettono in risalto la figura del nuovo Pontefice

La Chiesa cattolica Argentina rialza il capo, e con essa migliaia di cattolici siciliani, orgogliosi e fieri di aver conosciuto da vicino un pastore il cui cammino pastorale si è sviluppato con loro e in mezzo a loro. Sovente Papa Francesco si recava nelle parrocchie della periferia della metropoli argentina, anche dove vivono centinaia di iblei, per portare l’Eucarestia e far sentire da vicino il peso della Parola di Dio.E ora sono in tanti ad essere rimasti ammaliati dalla suggestione di quei ricordi, come se ognuno di sentisse un piccolo coprotagonista di un percorso che ha  visto un loro fratello maggiore salire alla massima rappresentanza del mondo cattolico. E il variegato mondo  delle comunità siciliane si appresta a ricevere il nuovo papa, come in tanti mi hanno personalmente testimoniato,  con tutti gli onori riservati non solo alla carica pontificia , ma ad un fratello maggiore che ha illuminato le loro vite con il radioso sorriso della bontà e delle semplicità.

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Io non ho due ricordi di Papa Francesco ex cardinale ed ex arcivescovo di Buenos Ayres ma uno e tuttavia molto significativo per quello che mi lasciato nel cuore

Ero andato come giornalista inviato da Telenova con il cameraman Giorgio Giummara al seguito della missione  dell’Associa Ragusani nel mondo con in testa Ilpresidente on le Franco Antoci e il direttore dott. Sebastiano D’Angelo più una ventina di altri coponenti, per una serie di servizi in Argentina principalmente nella zona metropolitana di Buenos Ayres ma anche nell’area del “giardino” dell’Argentina cioè Mendoza oltre che a San Salvador de Ququi, (dove siamo arrivati alle tre di notte alla cena offertaci dalla comunità siciliana, a causa di un guasto al motore dell’aereo), nell’area di Iguazu con le famosissime cascate ai confini con il Brasile e nell’area ai confini con il Cile a Ponte dell’Incas proprio sotto l’Acongagua che  è la montagna più alta delle Ande e di tutto il Continente americano.
A Buones Ayres avevamo appuntamento con la comunità siciliana e ragusana così come nelle altre zone ove è fortissima ancora oggi la presenza di nostri connazionali. Fra gli appunamenti nella metropoli argentina quello con il sindaco della città che abbiamo inontrato ed intervistato in strada suol ruolo dei siciliani a Buenos Ayres, proprio mentre partecipava alla Maratona ed era quindi in calzoncini, un altro siciliano e amico della famiglia Pollicita di Ragusa  Ministro della pubblica istruzione della Repubblica Argentina Prof. salonia , una persona straordinaria, colta, un politico di spessore mondiale e il vescovo di Buenos Ayres Mons. Jorge Mario  Bergoglio. Alle undici siamo arrivati alla Cattedrale trafelati per la messa ma qualcuno (immaginatevi chi) veva sbagliato orario perchè alle undici c’era l’incontro con il vescono e alle 12 la messa con tantissimi siciliani in cattedrale. L’attuale Papa ci ha ricevuto con grandi semplicità, straordinario senso di amicizia, ci ha chiesto da dove venivamo, che cosa facevamo in Argentina e soprattutto ci ha dimostrato il cuo compiacimento per essere arrivati fin laggiù dall’altra parte delo mondo sottolineando che anch’ egli era di origine italiana, di una cittadina del Piemonte. gente buona semplice e umile che era andata in cerca di fortuna in Argentina. La mia impressione. stessa semplicità, bontà, serenità, senso immediato dell’amicizia. Una sola differenza con il nostro Pontefice. Era più magro di adesso. 
Ho saputo che il dott. Sebastiano D’ Angelo direttore dell’associazione Ragusani nel mondo sta scrivendo al Pontefice per incontrarci , stavolta a Roma, in Vaticano magari alla Sala Nervi. Non ho dubbi che quando i suoi molteplici impegni di inizio pontificato saranno più “umani” Papa Francesco ci chiamerà. Io lo spero tantissimo
Franco Portelli

   

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