I TARTUFI, UN SEGRETO SVELATO TRA GLI IBLEI

 

Tra i boschi dei Monti Iblei  si nascondono i corpi fruttiferi di funghi che nascono e vivono sotto terra: i cosiddetti tartufi. Crescono spontaneamente nel terreno, accanto ai pini di cui è ricca la flora del nostro territorio. I tartufi iblei non sono noti come quelli piemontesi, umbri o marchigiani e la loro scoperta è avvenuta di recente (attorno agli anni novanta ma con attestazioni risalenti al 1800) eppure hanno caratteristiche organolettiche degne di apprezzamento e con peculiarità che, una volta valorizzate, permettono di esaltare una vera e propria ricchezza della nostra terra.

Lo racconta il micologo Michele Carnemolla da anni impegnato nella ricerca di questa particolare specie di funghi nell’estremo sud della Sicilia.

Michele Carnemolla è diventato micologo dopo aver seguito per due anni un percorso formativo presso la Scuola Micologica Siciliana – diretta dal professore Gianrico Vasquez – unico ente del centro sud abilitato alla formazione di micologi professionisti esperti di funghi e tartufi. Fa anche parte dell’Associazione Italiana Micologi e ha addestrato personalmente il suo cane, un Lagotto Romagnolo femmina che si chiama Luna, alla ricerca dei tartufi con risultati sorprendenti: in circa un anno i ritrovamenti sono stati sempre più frequenti, soprattutto tra le zone meno battute di Chiaramonte, dove il terreno è favorevolmente calcareo.

“Il mio obiettivo come micologo è quello di far conoscere i nostri tartufi, ignorati da anni – racconta Michele Carnemolla – e trasformare le serre orticole in fungaie redditizie”. Ma non solo. Un grande sogno del micologo ragusano è far riconoscere ai tartufi iblei la denominazione di origine protetta, il cosiddetto marchio DOP: viene attribuito dall’ Unione Europea agli alimenti le cui peculiari caratteristiche qualitative dipendono dal territorio in cui sono prodotti. Una strada lunga ma non impossibile da percorrere “prima di ogni cosa – dice Carnemolla – bisogna sensibilizzare tutti, compresi i bambini, alla conoscenza dei funghi epigei spontanei, anche i famosi porcini che si trovano nelle nostre zone”.

 

 

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