È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
Gli asini di Calaforno? Salvati dall’incendio, rischiano di finire nel piatto dei siciliani
11 Ott 2022 10:20
Sono sopravvissuti ad un incendio ma rischiano di essere svenduti all’asta se non interverrà urgentemente il neo Presidente della Regione Renato Schifani. Questa è infatti purtroppo, a oggi, la sorte di 6 asini e 19 cavalli tenuti allo stato semi-brado all’interno dell’Azienda Pilota regionale per l’allevamento dell’Asino Ragusano che si trova in zona Calaforno. Come si ricorderà, quegli asini sopravvissero miracolosamente all’incendio che devastò Calaforno e la zona circostante.
Il Dipartimento Sviluppo Rurale e Territoriale della Regione Siciliana ne ha, difatti, deciso l’alienazione, così come definito nel Programma degli Interventi 2022, sia per ragioni economiche che per un diverso interesse verso il progetto di conservazione dell’asino Ragusano.
Un anno fa un violento incendio ha commosso l’opinione pubblica nazionale con le immagini di un’area naturale devastata e con i corpi degli animali che non ce l’avevano fatta.
Oggi proprio quei sopravvissuti rischiano – nella migliore delle ipotesi – di essere svenduti ed allontanati da relazioni affettive nei vari gruppi di specie, che verranno separati per finire presumibilmente in contesti ben diversi rispetto a quello attuale. Nella peggiore delle ipotesi la loro fine potrebbe essere il macello, in quanto registrati come DPA, ovvero “destinati alla produzione di alimenti”. Infatti, il bando prevede che gli animali vengano venduti a 1.50 euro al kg da vivi.
Contro questa situazione, è intervenuta la LAV, che dichiara:
“Premessa la ovvia contrarietà della LAV a qualsiasi tipo di allevamento e di macellazione, – ha dichiarato Nadia Zurlo, Responsabile Area Equidi LAV- riteniamo assurdo che un’area naturale non metta in atto una pianificazione controllata delle nascite animali affinché non si verifichi una potenziale necessità di ridimensionamento”.
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