GAZEBO A MARZAMEMI

Pachino 8 Giugno 2015. «Il disprezzo della legge e il menefreghismo di chi non ha capito che Pachino e Marzamemi non sono più “terre di nessuno”». A dichiararlo è stato il sindaco di Pachino, Roberto Bruno, a seguito di quanto accaduto nel borgo marinaro in cui sabato scorso la guardia costiera ha sequestrato dei gazebo installati dagli esercenti commerciali senza alcuna autorizzazione sul lungomare Starrabba. «E’ stata scambiata una disponibilità dell’amministrazione comunale – ha dichiarato il primo cittadino -, con l’azione selvaggia e contro legge di qualcuno che crede di poter fare e disfare nel disprezzo delle normative e facendo cadere nell’errore chi, da tempo, lasciato allo sbando, ha seguito le sue “onorevoli” orme. Confermo la massima disponibilità mia e dell’amministrazione comunale ad andare incontro alle esigenze dei cittadini e degli imprenditori che investono nel nostro amato borgo marinaro. Ma, chiaramente, non ci si può basare sulla deregulation. Infatti, la mia disponibilità a far montare i gazebo sul lungomare era sottoposta, quello che qualcuno artatamente e scioccamente ha dimenticato di far emergere, ad alcuni e fondamentali vincoli: primo la verifica della possibilità di variazione della destinazione d’uso del lungomare, che il Comune gestisce in concessione, la conclusione dei lavori di riqualificazione di via Marzamemi, perché non si può servire ai tavoli nelle pertinenze esterne tra la polvere del cantiere ancora aperto. E, infine, previa presentazione di richieste di autorizzazione per il montaggio degli stand, con l’unico vincolo di non essere visivamente impattanti: niente “serre” a Marzamemi. Tutto ciò è stato disatteso in violazione delle regole. Mi chiedo, in che modo una amministrazione avrebbe potuto autorizzare non chiedendo il rispetto della legge. Solo fandonie messe in giro da chi ha solo l’obiettivo di infangare l’operato dell’esecutivo che guido, per avere ampia manovra di fare i propri comodi. Come qualcuno gli ha concesso di fare in passato. Mi spiace comunicare a qualche presunto imprenditore di Marazamemi che il “paese delle meraviglie” non esiste più, dovrà attenersi alle regole come tutti noi comuni mortali».

 

 

 

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