E’ TORNATA A RIVIVERE IERI SERA A RAGUSA IBLA UNA ANTICA TRADIZIONE CHE AFFONDA LE PROPRIE RADICI NEL 1400

Fervore religioso. Devozione. Ma anche misticismo. Sono le peculiarità delle tre processioni che hanno caratterizzato la Domenica delle palme a Ragusa Ibla, dando il via alla celebrazione delle “Quarantore di adorazione del Santissimo Sacramento”. I fedeli, anche stavolta, hanno partecipato numerosi agli appuntamenti che hanno animato, ieri, da metà pomeriggio sino a sera, le viuzze del quartiere barocco. Processioni che hanno coinvolto chi era presente, immergendolo in significati ricchi di messaggi simbolici e di grande tradizione, gli stessi che emergono nei riti della Settimana santa a Ibla. Sono state le confraternite, antiche associazioni di fedeli, a rendere vivi, uno dopo l’altro, i cortei religiosi dei rispettivi simulacri caratterizzati, oltre che dalla presenza dei devoti, anche dalle note eseguite dalla banda musicale “San Giorgio”. Il tono mesto delle differenti esecuzioni ha contribuito a rendere il quadro d’insieme ancora più suggestivo. Come certamente ricco di fascino è stato il transito dei simulacri tra le varie vie. E non è un caso che molti visitatori occasionali, e tra questi numerosi turisti, siano rimasti, in pratica, a bocca aperta al passaggio delle processioni. Anche perché si tratta di manifestazioni religiose di cui si parla nei commentari della fine del Quattrocento e che, quindi, sono stati tramandati di secolo in secolo, di generazione in generazione, sempre uguali a loro stesse. E’ stato come mettere in rilievo le caratteristiche pregnanti di una cultura che affonda le proprie radici nella notte dei tempi. Prima l’uscita dalla chiesa in cui risiede ogni confraternita, poi la processione verso il Duomo di San Giorgio per l’adorazione del Santissimo Sacramento, quindi il rientro nell’edificio di culto di provenienza. La prima processione è stata quella della confraternita Addolorata dalla chiesa dell’Itria di salita Commendatore. Il sacerdote a guidarla il parroco della Chiesa Anime sante del Purgatorio, don Gino Scrofani. Da qui, dopo essere stato portato in piazza Repubblica, il simulacro di Santa Maria Addolorata è transitato per via del Mercato sino a raggiungere piazza Duomo e quindi l’ingresso nella Chiesa madre. La seconda processione, animata dalla confraternita Maddalena, guidata dal parroco del Duomo, don Pietro Floridia, con il cappellano Joseph Muamba Bulobo, è stata caratterizzata dall’uscita dalla chiesa omonima di corso XXV aprile. Dopo il transito in piazza Pola, l’avvio verso San Giorgio. L’ultima processione, quella proveniente dalla chiesa dell’Annunziata, animata dalla confraternita “Santissimo Rosario – Sciabica”, ha messo in rilievo il simulacro di Gesù alla Colonna che, anche in questo caso, è stato condotto, per il fervorino eucaristico, tenuto dal diacono Francesco Mallemi, all’interno del Duomo. Il parroco, don Pietro Floridia, ha ricordato il significato intimamente religioso delle  “Quarantore” con preghiere silenziose, canti e riflessioni. Oggi, Lunedì santo, si continua con la processione del gruppo statuario “Gesù nell’orto degli ulivi” da parte dell’arciconfraternita di San Giacomo apostolo a partire dalle 18,30 dall’omonima chiesa all’interno dei Giardini iblei. Alle 19,30, poi, la processione con “La Pietà”, della confraternita “Buona morte”, dalla chiesa dell’Annunziata. Domani, Martedì santo, a partire dalle 20, dalla chiesa di San Filippo Neri di via Giusti, la processione con “La Veronica”. Sarà il rito che concluderà le tradizionali Quarantore.

 

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