DIABETE: NEL 2030 PIÙ MORTI DEI MALATI DI AIDS

Mercoledì 20 novembre,  al Senato, in occasione dell’edizione 2013 dell’Italian Barometer Diabetes Report, un documento redatto annualmente da Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) Foundation con l’ obiettivo di fornire il piu’ aggiornato ‘stato dell’arte’ del diabete in Italia, sono stati presentati dati da cui emerge  che la percentuale di malati di diabete in Italia è passata, nell’arco di 10 anni, dal 3,7% al 5,5%. 
Una nuova diagnosi di diabete ogni minuto, ogni 3 minuti e mezzo un 
diabetico ha un attacco cardiaco e ogni 10 minuti un diabetico muore. 
Agostino Consoli, Professore di Endocrinologia presso l’Università  G. D’Annunzio di Chieti, curatore del report, ha spiegato che il
Rapporto 2013 raccoglie i contributi di oltre 50 tra i maggiori esperti 
nazionali di diverse discipline e rappresenta una selezionata antologia 
di ricerche e riflessioni di colleghi che rappresentano le massime 
autorità scientifiche nel campo e che il diabete può essere 
considerato il modello paradigmatico delle malattie croniche non 
trasmissibili e di esse è probabilmente la più diffusa ed una delle 
più pericolose, essendo gravata da una serie di complicanze gravissime. 

Altro dato preoccupante emerso è quello secondo il quale, entro il 2030, il diabete rappresenterà in Europa la 4° causa di morte, raggiungendo quindi il triste primato di 
contribuire alla mortalità della popolazione più di quanto non 
facciano collettivamente AIDS, malaria e tubercolosi, considerate ‘la 
peste dei nostri tempi’. Nel documento si sottolinea come il diabete 
sia decisamente una patologia ‘sociale’, dal momento che, per la sua 
elevatissima diffusione, coinvolge di fatto gran parte della 
popolazione. Una malattia con tale prevalenza non può non incidere fortemente anche sulla spesa: in media ogni malato spende 2.600 euro l’
anno per la sua salute, più del doppio rispetto ai cittadini senza 
diabete, incidendo per lo 0,29% sul Pil.

“ Questi dati, a conclusione della Giornata Mondiale del Diabete – ha dichiarato la Presidente dell’Aiad di Ragusa Gianna Miceli –  ci fanno restare attoniti perché abbiamo sempre la speranza che il diabete vada a diminuire la sua diffusione, ma, proprio perché avviene il contrario, siamo sempre più convinti che l’impegno nell’informazione e nella prevenzione sia assolutamente indispensabile. Per tale ragione ogni giorno ci impegniamo e ci aggiorniamo affinchè si possa sempre più diffondere una diversa cultura in merito agli stili di vita perché, almeno nel caso del diabete di tipo 2 che è quello in maggiore aumento, avere un corretto stile di vita è assolutamente imprescindibile.

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