È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
DEUTERONOMIO LA BIBBIA (PARTE VIII)
04 Dic 2013 21:28
A partire dal IX secolo a. C. il popolo d’Israele attraversò una grave crisi e fu invogliato a immergersi sempre di più in pratiche pagane a imitazione dei popoli limitrofi. Si affermarono allora delle sacche di resistenza come le riforme imposte dai re (Giosafat, Ieu, Ezechia, ecc.), interventi decisivi di profeti, ritorno alle tradizioni ispirate da parte dei sacerdoti, riflessione e opera educativa da parte dei ‘sapienti’.
Tutto questo si trova nel Deuteronomio, (detto anche Seconda Legge o, in ebraico, Devarim, dalla prima parola del testo, come del resto i titoli gli altri quattro del Pentateuco).
Si pensa sia stato redatto da un levita del regno del Nord (o Israele) probabilmente verso l’VIII secolo a.C. Questo libro non tende verso la riforma delle istituzioni, bensì alla conversione del cuore, all’educazione del popolo nella fedeltà all’Alleanza.
Dimenticato per un certo tempo, re Giosia lo promulgò solennemente nel 622, come documento dell’esteso movimento di riforma religiosa (cf. 2 Re, 22-23).
Da Mosè in poi i sacerdoti leviti avevano sempre predicato l’Alleanza e sotto la loro direzione il popolo d’Israele aveva rinnovato regolarmente i propri impegni in solenni celebrazioni.
Alla base del libro stanno appunto i testi liturgici e le predicazioni. Si ispira anche all’insegnamento dei profeti e agli scritti dei sapienti, ricorda come fu conquistata la Palestina e conosce le raccolte di leggi dei leviti.
In sintesi: riassume le dovizie della tradizione di Israele. Il quinto libro del Pentateuco è fondamentalmente tradizionale, ma accetta in pieno le nuove condizioni di vita, sia politiche che sociali, del tempo. E’ un libro molto severo, ma sa anche parlare al cuore quando mette nei discorsi di Mosè una teologia della fedeltà e dell’infedeltà.
Il Deuteronomio permette di comprendere che cos’è il popolo di Dio, di cogliere quanto l’Alleanza, che lo unisce a Dio, comporta sia ricchezza, che esigenza, perché essa è un dono gratuito, ma anche un appello insistente che va vissuto nelle realtà concrete.
Così il testo richiama in continuazione il credente a quelli che sono le azioni fondamentali, cioè una fede che diventa più profonda, un amor di Dio senza compromessi, un servizio al Signore prestato con devozione e gioia, una accettazione reale e ottimistica della vita umanamente vissuta.
I libri di Giosuè, dei Giudici, di Samuele e dei Re, una grande opera storica e questo insieme si fonda sul Deuteronomio, che ne diventa così la base dottrinale. I ricordi storici si inseriscono in un contorno religioso caratteristico della scuola deuteronomistica: la fedeltà è la strada della salvezza, l’infedeltà finisce per degradare il popolo portandolo alla rovina.
Al tempo dell’esilio in Babilonia, il libro è stato ritoccato, perché fosse adattato alla nuova situazione, permettendo così nuovi approfondimenti. Finalmente, dopo l’esilio è stato conglobato nel Pentateuco e vennero aggiunti racconti che non avevano trovato posto nel libro dei Numeri.
Il Deuteronomio ha avuto un’evoluzione piuttosto complicata e non c’è da stupirsene, se a volte appare poco ordinato; questo inteso nei particolari, mentre il piano generale è semplice: una serie di discorsi di Mosè, che spiegano il senso dell’Alleanza e le sue esigenze; la legislazione di Israele una volta entrato in possesso della sua terra; viene regolata la solennità di entrata in vigore con l’esortazione alla sua osservanza, insistendo su promesse di beni e minacce di mali; infine, a conclusione la narrazione del congedo del grande legislatore (Mosè) dal suo popolo.
SCHEDA:
SCOPO/TEMA: il nome Deuteronomio fa riferimento alla seconda stesura della legge di Mosè. Narra anche una parte della storia degli Ebrei e riporta alcuni grandi discorsi di Mosè.
VERSETTO-CHIAVE: “Io chiamo a testimoni per voi oggi il cielo e la terra: io ho posto davanti a voi la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli la vita onde viviate tu e la tua discendenza” (Dt 30,19).
PERSONAGGI PRINCIPALI: Mosè, Giosuè.
SCHEMA:
· Il primo discorso di Mosè al popolo “ricordando” ( Dt 1-4).
· Il secondo discorso di Mosè al popolo “alzando lo sguardo” (Dt 5-26).
· Il terso discorso di Mosè al popolo “guardando oltre” (Dt 27-33).
· La morte di Mosè (Dt 34).
QUANDO ACCADDERO I FATTI: tra il 1475e il 1400 a. C.
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