DALLE TRAZZERE DI GRANO ALLE STRADE DI SANGUE

 “Queste strade sono trazzere”: è la frase ricorrente ad ogni incidente. E lo scenario che ha colpito per l’ennesima volta, qualche settimana fa, Ragusa, ci fa pensare ancora. Un incidente mortale avvenuto in contrada Castiglione con tre morti in uno scontro frontale tra una Fiat Grande Punto e una berlina Hyundai. E’ uno dei tanti. I vigili del fuoco sono intervenuti sul posto per il soccorso, hanno estratto i corpi senza vita dalle lamiere e l’unico corpo ferito è stato trasportato urgentemente in elicottero all’ospedale di Catania. Uno strazio che, purtroppo non è e non resterà unico, visto l’asfalto finto su cui siamo costretti a viaggiare. Si registra sulle strade ragusane scarsa viabilità e strade extra-urbane conservano ancora l’impronta atavica delle “trazzere”( esistenti partire dall’epoca preistorica, per consentire la transumanza degli animali e, successivamente, per collegare i vari insediamenti abitativi. ndr).Che le vie e i mezzi di comunicazione in Sicilia siano carenti ormai è un fatto più che risaputo. La mal gestione dei governi precedenti sugli obbiettivi di spesa, stanziati e ritardati anzi spesso bloccati per difficoltà tempistiche ed economiche, ha portato un situazione di grave perdita sul territorio. Ne piangono le conseguenze chi per lavoro o per piacere si immette nelle strade siciliane per spostarsi da un territorio all’altro, sperando in un ritorno bianco e non bagnato di sangue. Gli incidenti nel ragusano sono la prova di un tavolo gestionale ancora macchiato di rosso. Si spera che il Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta azioni quanto prima i macchinari  per ripulire lo sporco persistente.

di Federica Siciliano

Referente Giovannella Galliano Giornalista

 

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